Anche il carcere si “apre” ai libri tattili, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Con il presente articolo, chi scrive intende presentare ai lettori del nostro Giornale il rilevante progetto sperimentale “Leggere con le mani”.
Tale progetto “riabilitativo” è stato realizzato all’interno dell’Istituto di pena di massima sicurezza “Badu e Carros” di Nuoro, in occasione del Concorso Nazionale di editoria illustrata “Tocca a te”, organizzato dalla Federazione Pro Ciechi.
“Leggere con le mani” è stato proposto al carcere nuorese da Daniela Pomata e Cristina Berardi, rispettivamente bibliotecaria presso il Consorzio di Pubblica Lettura “S. Satta” di Nuoro e insegnante-bibliotecaria presso una scuola primaria di Nuoro. Entrambe le operatrici sono esperte di libri tattili, di lettura “accessibile”, e di produzione editoriale per l’infanzia.
L’idea del progetto “Leggere con le mani”, quindi, come detto sopra, ha preso spunto dalla IV Edizione del “Tocca a te!”, ed è nata dalla motivazione e consapevolezza che la produzione di libri tattili illustrati, accompagnati da testi in braille, sia scarsissima in Italia e che invece questa tipologia di libro sia di fondamentale importanza per lo sviluppo del linguaggio verbale nei bambini più piccoli e per lo sviluppo delle abilità intellettive, cognitive e creative.
Daniela Pomata e Cristina Berardi hanno dunque sottoposto il suddetto progetto alla struttura carceraria di Nuoro, coinvolgendone un gruppo di detenuti, al fine di favorire la loro partecipazione al Concorso della Federazione Pro Ciechi “Tocca a te”, se non fisicamente, almeno attraverso la realizzazione di libri tattili e silent-books, motivarli alla realizzazione di libri quali strumenti utili all’apprendimento esperienziale e cognitivo dei bambini con disabilità visiva e di instaurare un rapporto di collaborazione e di condivisione di idee e di esperienze tra gruppi.
Insomma, la grande forza e la splendida “magia” dei libri tattili è quella di favorire attività manuali e di laboratorio in ciascuno di noi, annullando ogni tipo di “barriera” e riuscendo persino a creare pure un ponte di dialogo e di “inclusione” tra la realtà esterna ed il carcere.
Il progetto “Leggere con le mani” è stato accolto con entusiasmo, interesse e disponibilità, dalla Direttrice dell’Istituto di pena nuorese, Dottoressa Luisa Pesante e dal suo staff di educatrici. Le attività si sono svolte durante un incontro settimanale pomeridiano della durata di due ore ciascuno, a partire dal mese di febbraio 2017.
I detenuti partecipanti al progetto si sono mostrati entusiasti della proposta e motivati al lavoro e alla ricerca di soluzioni per la realizzazione delle storie, delle illustrazioni e delle rilegature dei libri, organizzandosi autonomamente in gruppi di lavoro coordinati dalla Dott.ssa Pomata e dalla Prof.ssa Berardi.
L’accesso dei vari materiali (necessari per la realizzazione dei libri tattili illustrati) all’interno di una struttura carceraria non è cosa scontata (non sono consentiti: metalli vari, forbici appuntite, tubetti di latta come quelli dell’attaccatutto e altri materiali ancora). Pertanto, ogni settimana è stato necessario presentare in anticipo al reparto di sicurezza del carcere, l’elenco dei materiali da introdurre, perché fossero autorizzati.
Per la trascrizione dei testi in braille le due responsabili del progetto si sono rivolte all’UICI di Nuoro, che con dedizione e tempismo, ha provveduto a tradurre i testi dei tre libri prodotti dai detenuti del carcere locale.
I tre libri che hanno partecipato al Concorso “Tocca a te” sono stati:
L’Italia e le sue 20 regioni
Gli animali della savana
La giornata di Mario.
In particolare, il primolibro, “L’Italia e le sue 20 regioni” durante la giornata conclusiva del “Tocca a te” dello scorso 18 giugno, è stato premiato ad Assisi con la menzione speciale “Libro del cuore” dalla giuria che lo scrivente ha avuto l’onore di presiedere.
“Le mani ruvide che lavorano, quelle lisce che accarezzano, le mani grandi che stringono quelle piccole”: è questo il forte messaggio “inclusivo” e di libertà che, grazie al “Tocca a te!” 2017, hanno trasmesso a noi tutti i detenuti dell’Istituto di pena di massima sicurezza “Badu e Carros” di Nuoro.
A tutti loro va il nostro più sentito e profondo ringraziamento per averci dimostrato, mediante alcuni semplici ma “preziosissimi” libri tattili, che la lettura è un diritto di tutti, capace di promuovere l’incontro tra persone con origini e abilità diverse.

Di seguito le significative riflessioni delle responsabili del progetto Cristina Berardi e Daniela Pomata:
Entrare per la prima volta in una realtà carceraria ci ha fatto vedere un mondo escluso. Un mondo di sofferenza in cui le persone che abbiamo incontrato ci hanno mostrato grande rispetto, sensibilità umana e desiderio di fare. Fare delle cose, dedicarsi, essere motivati a fare per restituire qualcosa al mondo di fuori. Quest’esperienza, che speriamo di poter replicare in futuro, ci fa pensare che il carcere debba dare delle opportunità di riscatto ai suoi ospiti. In mezzo al freddo di tutto quel ferro cigolante e arrugginito.
Per un fatto di riservatezza e rispetto dei detenuti, negli elaborati e nei moduli di partecipazione al Concorso “Tocca a te!” abbiamo indicato solamente i loro nomi senza i cognomi.