Negli ultimi 25 anni ho ricoperto un po’ tutte le cariche, dalla presidenza in giù, presso la Sezione di Treviso ed il Consiglio Regionale Veneto. In occasione delle assemblee elettive della scorsa primavera, ho ritenuto che in questo ambito fosse il momento di passare la mano, per favorire l’ingresso di forze nuove, pur continuando a dare il mio concreto contributo in diversi settori, nella mia Sezione. Dopo alcuni mesi di riflessione, anche su invito di alcuni cari amici, ho pensato che potesse essere di qualche utilità mettere a disposizione la mia esperienza ad un diverso livello del nostro sodalizio, considerato anche il clima di apertura e compartecipazione, venutosi maggiormente a creare nell’ultimo periodo; ho così deciso di candidarmi al Consiglio Nazionale.
Non intendo qui esporre un programma organico, in quanto l’Unione è retta da organi collegiali, ad iniziare dal Congresso, ed è in tali sedi che si approvano obbiettivi e strategie per gli anni a venire; desidero però condividere alcuni spunti che derivano dall’esperienza maturata in tanti anni di impegno nell’Associazione.
In primo luogo, dobbiamo fare ogni sforzo perché personale e dirigenti sezionali possano dedicare la quota maggiore di tempo e risorse possibile, ai soci e agli altri non vedenti del territorio, mediante la semplificazione più spinta degli adempimenti amministrativi e contabili. Dovremo quindi compiere una scelta decisa in favore della contabilità semplificata, individuando lo strumento più semplice ed adeguato alle nostre esigenze, che garantisca però certezza e trasparenza dei dati e la possibilità di rendicontare agevolmente l’attività svolta, quando ce ne sia bisogno, come ad esempio alla conclusione di un progetto finanziato da una istituzione esterna. Si dovrebbe poi scegliere un programma gestionale per tutte le nostre strutture, che permetta di condividere ed elaborare con sicurezza e semplicità, la mole di dati con cui ci confrontiamo quotidianamente, in modo da snellire al massimo gli adempimenti amministrativi e permettere un vicendevole supporto. Se vogliamo ad esempio, che i Consigli Regionali possano sollevare da molti impegni le Sezioni in maggiore difficoltà, gli stessi devono poter accedere con facilità alle informazioni necessarie e poter interagire rapidamente con le Sezioni e la Presidenza Nazionale. Naturalmente poi, personale ed almeno in parte i dirigenti, dovrebbero essere formati al miglior utilizzo degli strumenti adottati.
Quanto sopra dovrebbe servire a liberare risorse, umane e strutturali, per affrontare i principali problemi della categoria; come ad esempio quello del lavoro. In questo ambito è necessario sfruttare fino in fondo le possibilità fornite dal collocamento obbligatorio; quindi dovremo insistere per il completamento dell’iter di riforma della L. 113; ma è sempre più indispensabile percorrere strade alternative, con dei percorsi sostanzialmente personalizzati che valorizzino le attitudini individuali. Di questo difficilissimo compito dovrebbe occuparsi principalmente l’I.RI.FO.R., facendo tesoro anche di alcune importanti esperienze, come quelle dell’Istituto Chiossone. L’I.RI.FO.R. dovrebbe impegnarsi anche nella qualificazione e riqualificazione di ciechi ed ipovedenti già occupati, ma relegati in posizioni marginali, come accade ad esempio in alcuni enti importanti, come l’INPS e l’Agenzia delle Entrate.
In questi anni mi sono occupato molto anche dei pluridisabili, trovandomi spesso in difficoltà nel fornire indicazioni veramente puntuali ed efficaci. L’I.RI.FO.R. può essere fondamentale anche in questo settore; dobbiamo creare un nucleo di esperti che si possano muovere sul territorio per fornire consulenze davvero all’altezza, attingendo anche alle competenze maturate da altre istituzioni, come la Lega del Filo d’Oro. Importantissima è poi la formazione degli operatori delle strutture dove i nostri amici meno fortunati sono inseriti. Appare realistico ora pensare che potremo avere un punto di riferimento nel Centro Nazionale di Alta Specializzazione; ma non dobbiamo dimenticare di valorizzare gli esempi positivi sul territorio.
Dalla mia esperienza ho tratto inoltre la convinzione che nei confronti delle istituzioni, nazionali e locali, per ottenere dei risultati concreti, è necessario presentarci unitamente alle altre associazioni di disabili ogni volta che sia possibile. Non è sempre facile gestire determinati rapporti, ma è indispensabile; ho potuto riscontrarlo soprattutto nel mio ruolo di Presidente Regionale, anche di recente, nelle battaglie per garantire la continuità del servizio di integrazione scolastica, argomento di drammatica attualità, che ci toglie il sonno.
Ancora l’I.RI.FO.R. dovrà servirci come strumento per la formazione permanente ed aggiornata in materia previdenziale e della legislazione socio-sanitaria. Se vogliamo saper consigliare i soci nelle loro scelte, creare una rete di contatti qualificati tra i funzionari degli enti pubblici, difendere i diritti dei non vedenti nelle sedi deputate, dobbiamo essere credibili nell’esposizione delle nostre competenze e conoscenze.
Ho imparato poi, che è fondamentale rafforzare lo spettro dei servizi da offrire ai nostri soci anziani, cioè la maggioranza della compagine associativa; persone che dobbiamo saper coinvolgere, con i loro famigliari nella vita delle Sezioni. L’aspetto formativo è anche in questo caso importante: al nostro esterno, dobbiamo saper fornire agli operatori delle case di riposo e a domicilio, le nozioni e metodologie per assistere nel modo migliore un non vedente; al nostro interno dobbiamo saper dare le giuste informazioni su diversi argomenti, come solo per fare un esempio, l’amministratore di sostegno, o la capacità di testare; Abituarli con la dovuta calma ad usare gli ausili più utili e sostenerli psicologicamente.
Molti sarebbero ancora gli argomenti da toccare, ad iniziare dall’istruzione, all’accessibilità in senso lato, alla mobilità, all’aggiornamento tecnologico, alle esigenze specifiche degli ipovedenti e via dicendo; però per adesso mi fermo qui. Tuttavia credo sarebbe molto utile riuscire a realizzare una raccolta delle risposte ai quesiti che ci vengono più di frequente sottoposti, uno strumento attendibile ed agile da consultare, da ampliare mano a mano e da tenere costantemente aggiornato.
Concludo queste brevi ed incomplete riflessioni, sottolineando che, qualora non dovessi essere eletto, il mio impegno, specie in Sezione, o in altro ruolo che risultasse utile, non verrebbe meno di sicuro.
Mario Girardi