La dimensione esistenziale, quella attinente alla condizione umana, non può prescindere da fattori quali dignità, felicità, pari opportunità: fattori che sono diritti, diritti che si trasfigurano in stati d’animo, in sentimenti, in attimi che il cuore scalda. Diritti, stati d’animo, sentimenti, attimi troppo spesso ignorati, diluiti in quell’oceano di indifferenza su cui naviga una contemporaneità priva di riferimenti morali condivisi, incapace di guardare il cielo per cercarvi una stella polare promante valori, poco volenterosa di affidarsi agli strumenti attraverso cui conoscere la propria posizione e orientarsi verso una direzione consona alla natura sociale della nostra essenza. Navighiamo a vista, insomma, senza una metà precisa, senza neanche guardare verso l’orizzonte, senza la speranza di scorgere un approdo. Ma, ecco, in questo vagare senza meta, a volte si stagliano dei barlumi luminosi, che inducono a destarci, a scuoterci ad alzare lo sguardo e a vedere oltre la bonaccia del nostro individualistico conformismo: barlumi come la Giornata di oggi. In effetti, le ricorrenze celebrative, che brillano sopra l’umano peregrinare, sono dei bagliori attiranti l’attenzione delle persone, sono catalizzatori per il loro sguardo, sono punti che svelano l’immensa bellezza dell’orizzonte che esse celano alla propria vita. Un orizzonte che la Giornata internazionale delle persone con disabilità indetta dall’ONU nel 1981 e celebrata il 3 dicembre di ogni anno, vuole rendere visibile al consesso universale, abbracciando idealmente ogni volto, ogni sorriso, ogni emozione e conducendoli a scorgere porti, approdi, lidi ove trovare nuove speranze, nuovi sogni, nuovi sentieri lungo cui costruire i ponti di una vera inclusione, di una definitiva integrazione, respirando la condivisa gioia di vivere pienamente la nostra dimensione esistenziale.
Dottoressa Annamaria Palummo
Consigliere Nazionale UICI
Pubblicato il 03/12/2021.