Vivere l’Unione attivamente, di Francesca Misseri

Autore: Francesca Misseri

Sebbene sono iscritta all’Unione dal ’69, solo da una quindicina di anni sono attivista. Premetto che ho sempre seguito la politica Unionale, proprio per questo ho sempre riscontrato tante criticità, cosa importante che non mi faceva decidere ad impegnarmi attivamente. Sono sempre stata molto critica, onestamente non per il gusto di farlo, ma di una critica costruttiva. Questa Unione così burocratizzata, pesante come un pachiderma. Questo Statuto capestro, soggetto apparentemente a frequenti cambiamenti di congresso in congresso, ma di fatto sempre capestro! Associazione tanto, troppo centralizzata, con un presidente troppo rappresentante legale, fino al punto di non fidarsi dei propri tecnici facenti parte delle commissioni di categoria. In questi quindici anni ho vissuto l’Unione da dirigente, ho cercato di spingere per il cambiamento, purtroppo con un solo risultato, quello di essere stata considerata scomoda, onesta, ma pur sempre scomoda!  La realtà Unionale vissuta da me a livello locale, ha quasi sempre costituito potere frenante per le mie attitudini. Ciò nonostante, ho cercato, non con poco sforzo,  di dare priorità all’Unione alla causa di questa nostra associazione, che tanti dicono di servire, mentre nella realtà  spesso accade il contrario! Negli ultimi 5 anni ho ricoperto il ruolo di Consigliere delegato nella sezione di Ragusa, non solo sulla carta, come purtroppo fanno tanti dirigenti, ma ho cercato di addentrarmi studiando e documentandomi  su come si amministra un’azienda, che ovviamente non si differenzia molto dall’amministrare un’associazione come la nostra. Con spirito di servizio mi sono predisposta ad imparare ciò che ho potuto su questa materia ostica, almeno per me, visto che svolgo un lavoro totalmente diverso, dove neanche lontanamente si tratta di amministrazione come quella di un CDA. Ho deciso di candidarmi per puro spirito di servizio, per contribuire e restituire all’Unione ciò che mi ha permesso di imparare, per la gratitudine per avermi permesso di diventare cittadina tra i cittadini attraverso la formazione tramite lo studio ed il lavoro. Chi mi conosce sa quanto  io non sia avvezza a portare avanti ruoli figurativi, non amo collezionare incarichi, solo per il gusto di fregiarsi   di ciò per puro narcisismo. Fino ad oggi l’Unione ha sempre cercato di bloccare le teste troppo pensanti, con il risultato di mettere in fuga  persone  che avrebbero voluto e potuto rappresentare l’associazione rafforzandone l’immagine, probabilmente  si sarebbe potuta evitare questa ingente emorragia di soci, anche perché la concezione di vivere l’associazione da dirigenti, che via, via, è andata radicandosi e stata quella del feudalismo. Mi si conceda questo dire, non me ne vogliate per questa  crudezza. Auspico pertanto, un vero ed autentico cambiamento, lasciamo che avvenga questa svolta epocale; occorre l’impegno di tutti per chiudere seriamente questo trentennio.

Francesca Misseri