Un’occasione per provare a restituire quanto ho ricevuto dall’Unione di Elena Ferroni

Autore: Elena Ferroni

Le righe che seguono sono rivolte in modo particolare ai partecipanti al prossimo Congresso U.I.C.I. che si terrà ad inizio novembre a Chianciano Terme, in senso stretto, ma vogliono parlare di me a tutti i soci dell’Unione.
Sono Elena Ferroni, vivo in provincia di Siena, ho 32 anni e sono iscritta all’Unione Italiana dei Ciechi ed degli Ipovedenti dal 1989. Sono stata sempre lontana e disinteressata delle attività dell’associazione, fino a che otto anni fa ha fatto irruzione nella mia vita la perdita inaspettata e totale della vista. Questo evento mi ha costretta a confrontarmi con tante nuove difficoltà che da ipovedente non esistevano neppure e a cercare supporto e informazioni alla sezione U.I.C.I. di Siena. Insieme all’elaborazione di questa mia nuova vita “con quattro sensi”, ho iniziato ad avvicinarmi all’Unione, a conoscere le sue azioni e i suoi scopi e a contribuirvi in prima persona. Dopo 5 anni trascorsi nel Consiglio regionale U.I.C.I. della Toscana, incarico che si è rinnovato lo scorso marzo e 2 anni di presenza intensa presso la sezione di Siena, desidero condividere con voi tutti la mia intenzione di candidarmi al Consiglio Nazionale della nostra Unione in occasione del prossimo Congresso di novembre.
Sono ormai diversi mesi che ci sto pensando e una riflessione estiva più approfondita, dopo l’assemblea precongressuale che si è tenuta lo scorso maggio a Roma, mi ha portato a decidere di candidarmi davvero.
Con i miei dirigenti toscani ho condiviso gli ultimi 5 anni di vita associativa a livello regionale e ho potuto fare esperienze e attività in particolare nella commissione ausili e nel settore dei cani guida. Quest’ultimo argomento mi appassiona e mi porta a nuove riflessioni ogni giorno, visto che mi trovo a condividere la vita e il passo con Vanda, la mia splendida femmina di labrador che ha l’ingrato compito di guidarmi dal 12 maggio del 2009. Incontrare ed affrontare insieme a lei le varie difficoltà che la cecità porta con sé ogni giorno, nella quotidianità delle attività e del tempo libero, rappresenta forse per me la scuola più formativa ed efficace.
In questi anni nell’Unione ho imparato che l’associazione è fatta di incontri, attività che a volte riescono e a volte purtroppo no. Ho potuto gioire per alcuni risultati raggiunti e imparato quanto sia importante avere pazienza nelle difficoltà e cercare collaborazione per conseguire i vari obiettivi.
Ho imparato soprattutto che dire sì all’Unione è mettere a disposizione tempo ed energia, specialmente fuori dagli appuntamenti fissi delle nostre riunioni, perché le cose da fare arrivano nei momenti più inaspettati e l’ascolto ai soci spesso non ha orari. Questo l’ho sperimentato soprattutto nel contatto con i soci in sezione a Siena, nel lavoro diretto con i bambini e i genitori a scuola, nelle loro tante piccole e grandi emergenze, nei mesi in cui ho coordinato i servizi di accompagnamento ai soci, giocandomi in prima persona nella gestione dei volontari.
Se ripenso a questi anni di vita associativa, mi rendo conto che è stato prezioso e continua ad esserlo l’esempio e il confronto in primis con il mio presidente Massimo Vita, che è il mio maestro più diretto e con cui ovviamente ho maggiore contatto quotidiano. E poi a cascata c’è il rapporto con molti dirigenti della mia Toscana, che sono fonte di consigli e rassicurazioni su cui so sempre di poter contare quando devo prendere qualche decisione o fare delle scelte.
Sono consapevole che la mia esperienza all’interno dell’Unione non è temporalmente lunga e che sicuramente ho ancora tanto tanto da imparare. Però posso assicurarvi che questa mia intenzione di candidarmi nasce con molta buona volontà di impegnarmi e fare per quel che sono capace, di acquisire nuove competenze e di essere utile a chi non vuole o non può mettersi in gioco in prima persona per i più svariati motivi.
Le risorse che porto con me sono l’esperienza personale della vita di bambina e ragazza ipovedente prima e non vedente poi, che ha vissuto le difficoltà dell’istruzione fino al conseguimento della laurea specialistica in psicologia e che inizia ad affacciarsi al mondo del lavoro, insieme alla voglia di esserci e fare con la conoscenza delle attività dell’associazione acquisita negli anni.
Spero che tutti voi delegati potrete sostenere questa mia candidatura al Consiglio nazionale nel prossimo Congresso e mi auguro che, nei cinque anni che seguiranno, indipendentemente dalle cariche più o meno formali, grazie anche agli stimoli di voi tutti, potremo fare azioni significative e durature per migliorare la qualità della vita delle persone non vedenti e ipovedenti come noi.