Scrivo questo mio piccolo stralcio di vita familiare e soprattutto del rapporto madre-figlio, perché molte persone vedenti o non vedenti che leggono i miei scritti o che mi incontrano, mi hanno espressamente chiesto di esprimere per iscritto ciò che prova una madre non vedente nel rapporto con il proprio figlio.
Ho sempre pensato che nella vita bisogna vivere ogni attimo, ogni piccolo istante ed ho sempre creduto che dovremmo godere pienamente di ogni cosa che facciamo e che dobbiamo positivamente trasformare in gioia.
Così, quotidianamente, il vivere in famiglia, nel lavoro, quando telefonicamente sono in contatto con i miei amici, o quando durante la settimana vado in palestra per mantenermi fisicamente nel miglior modo possibile, trovo la gioia in me stessa.
Nel fare gli esercizi con la cyclette, il tapis roulant ed altri attrezzi, immagini del mio passato mi tornano nella mente provocando strepitose emozioni ma non posso mettere da parte il presente, dato che più volte racconto a chi mi è vicino che nonostante la mia disabilità visiva, la vita mi ha comunque riservato un’infinità di eventi positivi tra i quali la straordinaria gioia di divenire madre di un bellissimo figlio, Gianluca.
Le persone, incuriosite spesso mi chiedono nella mia situazione, di descrivere quale rapporto vivo con lui allora ho cercato di trovare le parole più giuste per raccontarlo ma, soprattutto, ho cercato il più possibile di descrivere le emozioni che provo in modo che chiunque legga possa in qualche maniera immedesimarsi e, seppur solo attraverso uno scritto, viva anche per un attimo tali emozioni.
Questo è il mio racconto premettendo che innanzitutto, il mio rapporto familiare con mio marito e con mio figlio è ugualea quello di tutte le buone e brave famiglie.
L’arrivo di Gianluca è stato un momento meraviglioso, dal giorno della sua nascita il mio cuore ha cominciato a battere sempre più forte facendomi provare sentimenti strepitosi mai provati prima.
Anche non potendolo vedere, il solo poterlo abbracciare, stringere al seno, il poterlo allattare, accudire, coccolare ed udire anche piangere, è stata la gioia più immensa che io abbia mai potuto provare.
Con l’aiuto dei miei genitori, ho sempre accudito mio figlio curandolo nei suoi bisogni essenziali come il vestire, il mangiare, la pulizia personale e della casa, ho seguito personalmente la crescita del piccolo Gianluca e man mano che cresceva, ho sempre personalmente avuto rapporti con gli insegnanti sia delle elementari sia delle medie per essere sicura che il bambino avesse un ottimo sviluppo sia intellettuale oltre che fisico.
Gianluca oggi ha sedici anni e frequenta con profitto il terzo liceo scientifico, è un ragazzo tranquillo, educato e riservato ma ogni qualvolta incontra i suoi migliori amici, diventa in loro compagnia espansivo ed estroverso.
Il giorno della sua nascita, avevo da poco compiuto 31 anni, devo confessare che interiormente mi sentivo poco più che una ragazzina ma è stato bellissimo poter crescere insieme a lui ed in particolar modo, oggi è meraviglioso poter apprezzare in lui un ragazzo eccezionale.
Gianluca sicuramente ogni giorno impara tanto da me ma anch’io in ogni minuto, attraverso le sue esperienze imparo molto da lui.
E’ tranquillo, a volte anche un po’ pigro, gli piacciono molto i videogiochi e con questi naturalmente dopo aver studiato, trascorre la maggior parte delle sue giornate.
E’ inoltre sensibile e molto attento a non ferire chi gli stà accanto, sa dare tanto senza chiedere nulla in cambio, la spontaneità fa parte di sé, quando noi genitori siamo insieme a Gianluca ci sentiamo accarezzare da una piacevole aria fresca, pulita e viviamo invasi da una tempesta di assoluta dolcezza.
Insieme ci divertiamo tanto a suonare il pianoforte, in quanto questo è uno strumento che ho studiato per diversi anni, ad ascoltare musica, a seguire su youtube i suoi video preferiti ecc.
Vorrei poter trovare una parola che possa descrivere tutto l’amore che provo per lui ma non esiste, bisognerebbe inventarne una nuova.
Cerco di proteggerlo ogni giorno da un mondo difficile, confuso, a volte purtroppo anche cattivo, cerco di insegnargli che siamo tutti uguali, che le diversità devono essere considerate un valore aggiunto dal quale imparare e, soprattutto, non devono essere considerate un difetto, che è sbagliato usare la violenza, che nessuno va discriminato ma apprezzato perché siamo tutti diversi ed unici, cerco di insegnargli il senso del dovere anche se questo per lui è spesso faticoso, gli insegno quindi che non tutto è dovuto, che se ci si impegna si ottengono i migliori risultati e che se crede fermamente nei suoi sogni è già un primo passo verso la loro realizzazione.
Quando insieme ci sediamo sul suo divano letto e parliamo, è per me un’emozione indescrivibile sentirgli raccontare la giornata trascorsa a scuola, le sue serate vissute con gli amici, le piccole marachelle compiute fra ragazzi, quindi spesso, lo ascolto commuovendomi e ringraziando la vita per avermi donato una così grande gioia.
Un rammarico però pervade costantemente la mia mente, poiché, anche se so che ciò non sarà mai possibile, vorrei avere la gioia di poter vedere almeno per un minuto il viso di mio figlio ma la felicità di averlo accanto e di accarezzarlo ogni giorno, mi fa comprendere che le emozioni interiori che quotidianamente viviamo ci portano a vivere straordinarie sensazioni che non saranno mai consumate dal tempo.
Da tutto questo, si potrebbe immaginare che io sia una madre molto possessiva ma questo non è, infatti pur volendolo proteggere come è giusto che una buona madre faccia, ho sempre cercato di dargli la maggiore autonomia possibile.
Non appena si è presentata a scuola l’occasione prospettatami dalla sua insegnante di inglese di fargli frequentare il quarto anno del liceo scientifico in America, non me lo sono fatto dire due volte ed ho stimolato mio figlio che era titubante ad accettare questa occasione che gli permetterà, oltre ad imparare bene la lingua, di vivere un’esperienza in una nuova famiglia e di relazionarsi in un mondo completamente diverso dal nostro e credo che tutto ciò lo arricchirà dandogli sicurezza e sprone per il futuro.
Gianluca è la cosa più bella che la vita mi ha regalato, ha quella meravigliosa magia di sapermi ripagare con un semplice sorriso per ogni dolore, è la parte di me che continuerà a vivere oltre me.
Patrizia Onori
“Vita familiare”, di Patrizia Onori
Autore: Patrizia Onori