Un incontro per chi non vede e, presto, nuovi supporti accessibili al Museo
Prosegue la collaborazione tra CISS (Centro Internazionale di Studi sulla Sindone) e UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti). Da tempo le due realtà sono al lavoro, insieme, per consentire a chi non vede o ha gravi deficit visivi di conoscere il sudario custodito nel Duomo di Torino. La sfida è tutt’altro che semplice, ma molto affascinante: si tratta di “tradurre” un contenuto visivo per definizione – l’impronta impressa sul lino, appunto – in qualcosa di diverso, che possa essere percepito e compreso dalle persone con disabilità visiva. Il lavoro, però, non si limita a una semplice trasposizione dell’immagine, ma intende anche fornire a chi non vede indicazioni sulla travagliata storia del Lino, sulle problematiche scientifiche che solleva e sugli interrogativi profondi che pone a credenti e non.
Già nel 2021 il prof. Gianmaria Zaccone e il prof. Nello Balossino (rispettivamente direttore e vicedirettore del CISS) avevano tenuto due conferenze rivolte a soci e amici dell’Unione Ciechi di Torino. Si trattava in realtà di appuntamenti aperti a tutti, ma studiati con particolare attenzione per un pubblico di persone non vedenti o ipovedenti. L’interesse suscitato da quei due primi incontri ha incoraggiato i relatori a proseguire con nuove proposte. Così, nei giorni scorsi (cogliendo l’occasione della festa liturgica della Sindone, che si celebra ogni anno il 4 maggio) si è tenuta una nuova conferenza, questa volta non limitata ai soci UICI di Torino, ma estesa a tutte le sezioni d’Italia, i cui membri hanno avuto la possibilità di seguire l’incontro a distanza, collegandosi attraverso la piattaforma informatica Zoom. I relatori si sono concentrati sul tema dell’autenticità, una parola che, nel caso della Sindone, si rivela problematica e che rischia di dare adito a idee preconcette. Per questo, come da tradizione del CISS, Zaccone e Balossino hanno condotto l’incontro con grande equilibrio, fornendo un inquadramento storico e alcuni riferimenti scientifici, ma lasciando poi ciascuno libero di formarsi la propria idea e di esprimere la propria opinione. Come sempre, da parte del pubblico sono emerse domande, riflessioni, memorie personali.
Ma l’impegno congiunto di CISS e UICI Torino va anche oltre. In questi mesi, infatti, il Museo della Sindone è al lavoro per ampliare e migliorare l’accessibilità alle persone con disabilità visiva. Va detto che non si parte da zero. Già nel 2000, su impulso di Angelo Costantino Sartoris (volontario del Museo e persona ipovedente), il prof. Balossino aveva lavorato a una trasposizione tridimensionale dell’immagine sindonica, che era servita per realizzare un plastico in rilievo. Questo strumento è stato un prezioso aiuto per tanti pellegrini ciechi e ipovedenti durante le ostensioni del 2000, del 2010 e del 2015. Negli ultimi vent’anni, però, la tecnologia al servizio dell’accessibilità si è molto evoluta: oggi infatti esistono nuovi metodi di stampa tridimensionale e supporti più maneggevoli. Il museo, con l’aiuto dei volontari UICI e la consulenza dell’associazione Tactile Vision Onlus, intende cogliere queste opportunità, sviluppando strumenti innovativi da esporre nel percorso di visita, ma anche materiali “portatili”, da usare, ad esempio, come supporto durante le conferenze o che, in alcuni casi, possano perfino essere stampati a distanza da chi ne fa richiesta. Il tutto anche in vista di una possibile nuova ostensione della Sindone nel 2025, anno del Giubileo.