Nella mattinata di giovedì 13 ottobre 2022, presso la sala ex Cinema Corso in via di Roma, a Ravenna, gli studenti e le studentesse della Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Tavelli hanno assistito alla proiezione del docufilm “Un giorno la notte”, cui ha fatto seguito un importante momento di condivisione e di riflessione.
L’iniziativa, cui erano presenti Michele Cattani, co-regista del docufilm, e Pasquale Di Flaviano, uno dei protagonisti, era volta a sensibilizzare gli studenti sui temi dell’ipovisione e della cecità. Lo ha ben sottolineato Giampaolo Scarpa – che ha distribuito materiale informativo dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – nel celebrare la ricorrenza della 22a Giornata Mondiale della Vista.
Dopo i saluti iniziali, è stato proiettato il docufilm. Come si legge nella sinossi del documentario, “Un giorno la notte” racconta la storia di Sainey Fatty, “un ventenne di origine gambiana arrivato in Italia con la speranza di trovare una cura per la sua retinite pigmentosa, una malattia degenerativa della retina. Dopo aver scoperto che la cura non esiste e che in futuro diventerà cieco, Sainey decide di accendere la sua videocamera e raccontarsi”: nasce così il docufilm, che segue il suo difficile percorso – che passa anche attraverso lo sport – verso l’accettazione di quella che diventerà la sua nuova ‘normalità’.
Uno dei messaggi che il documentario intende veicolare – come è emerso anche nel successivo momento di domande degli alunni e dibattito degli stessi con gli ospiti presenti in sala – è quello di diffondere l’idea che le persone affette da ipovisione o da cecità non siano una sorta di ‘supereroi’ con dei sensi ‘super’ sviluppati. Anzi, il docufilm intende mettere l’accento sull’esperienza quotidiana di Pasquale e Sainey, mostrandola nella sua essenza più vera. Per riprendere le parole del co-regista Michele Cattani, molto spesso si tende a ricordarsi delle persone affette da ipovisione o da cecità solo in particolari occasioni, come ad esempio gli eventi paralimpici. Tuttavia, come emerso durante il dibattito e come mostrato, appunto, anche dal documentario, la quotidianità delle persone ipovedenti o cieche non le relega necessariamente in un mondo ‘altro’ rispetto a quello della cosiddetta ‘normalità’. Il mondo è lo stesso: si tratta solo di assumere un’altra prospettiva, affinché il significato di “vedere” non contempli più solamente l’uso della vista, ma tutte le capacità e i doni che rendono l’essere umano ciò che è.
E così, i veri protagonisti del documentario non sono la retinite pigmentosa e le cure mediche, bensì lo sport (Pasquale e Sainey giocano a baseball… e vincono campionati!), l’amicizia (Pasquale diventa, vincendo le iniziali resistenze di Sainey, come un padre o un fratello maggiore per lui) e l’amore per la vita, in tutte le sue forme.
In fondo, come ci insegna Antoine de Saint-Exupéry ne Il piccolo principe, “non si vede bene che col cuore. L’ essenziale è invisibile agli occhi”.
Pubblicato il 21/10/2022.