U.I.C.I. Pordenone – Quando il Servizio Civile è una riprova sociale

Autore: Giorgio Piccinin

Capita, non di rado, che ragazzi che hanno terminato il loro anno di Servizio Civile presso la nostra sede territoriale tornino, di tanto in tanto, a salutarci. Ebbene, questo gesto di cortesia vuol dire molto, a mio avviso. Significa che all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti male non sono stati, che, probabilmente, hanno trascorso un periodo piacevole e di crescita e che, forse, aleggia in loro un pizzico di nostalgia.

Proprio di recente tre ragazzi, ormai ex, sono venuti tutti insieme a trovarci in sede: è stato bello e abbiamo condiviso momenti che si sono cementati nel loro vissuto in maniera indelebile.

Questi gesti a mio modesto avviso rappresentano una riprova sociale, un importante ritorno rispetto al lavoro svolto e, soprattutto, al rapporto costruito con giovani che nei primi giorni di servizio manifestavano evidente smarrimento rispetto ad un ambiente nuovo e ad una realtà inedita e misteriosa quale la nostra.

Ciò ripaga la fatica, sempre maggiore, di trovare e reclutare ad ogni bando, forze nuove e disposte a mettersi in gioco, scoprendo la disabilità visiva, limandone molti luoghi comuni e pensieri stereotipati.

Se si riuscirà ancora in futuro a ricevere queste piccole soddisfazioni avremo anche noi nuovo vigore e coraggio nel cercare nuove leve, senza le quali molte delle nostre attività sarebbero compromesse.

Respiriamo dunque, a pieni polmoni, questo anelito di gioventù dall’animo positivo e dalla faccia pulita. Questo può essere la sintesi di un lavoro costruito in un anno, a volte non facile, ma dai riscontri confortanti e significativamente ricchi di speranza.

Continuiamo a seminare, con pazienza e costanza e goderemo ancora di un domani.