(Da Messaggero Veneto 28 marzo 2023)
Lo zio cantautore, Pablo Perissinotto, ha ideato uno spettacolo in cui la sua voce ispirerà i ragazzi.
Ieri ha compiuto 23 anni e la sua foto, scattata un anno fa, il giorno della laurea in psicologia conseguita con il massimo dei voti, mostra una ragazza bella e felice, consapevole di quel traguardo e pronta a mordere la vita.
Ma dietro gli occhiali da sole c’è anche la storia di una bambina che è dovuta crescere con una condizione – la cecità – che nel suo caso l’ha resa l’oggetto dei bulli, dell’omertà dei compagni delle medie e dell’indifferenza di troppi adulti.
La storia di Aurora Borgolotto, sacilese, affetta da cecità per una rara malattia genetica che si chiama sindrome di Alstrom, diventa ora pubblica grazie al coraggio della giovane e all’arte di uno zio altrettanto speciale, il cantautore Pablo Perissinotto, che della vicenda di sua nipote e di altri ragazzi pordenonesi vittime dei bulli ha deciso di farne il cuore di un nuovo spettacolo. La data zero sarà domani con i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Salvo D’acquisto di Fonate Ceppino a Crinite in provincia di Varese. L’arte di Perissinotto – monologhi, canzoni e in questo caso proprio gli audio di Aurora che si racconta – sarà poi pronta a contagiare tutte le scuole e i teatri che avranno voglia di ascoltare. Ascoltare per cambiare le cose.
«Ho due nipoti speciali -racconta il cantautore -, Aurora e Matteo, sette anni più grande di lei. Entrambi affetti da sindrome di Alstrom ed entrambi eccezionali: lui, laureato in giurisprudenza, lei in psicologia e piena di passioni. Ma nella storia di Aurora, purtroppo, c’è una vicenda di bullismo, iniziata verso la fine delle elementari e diventata un incubo alle medie. Di bullismo mi occupo da tempo. Era un po’ che pensavo di coinvolgerla, ma non volevo riaprire ferite. Invece lei ha accolto la proposta con coraggio.
A rendere l’allora bambina una preda è stato il deficit visivo unito alla bravura nello studio:- Prende bei voti – dicevano – solo perché è cieca e la aiutano-. Le voci alle spalle, le palline di carta lanciatele contro, il pacchetto dei crackers rovesciato in testa, i disegni volgari fatti in corriera e le risatine, salvo poi dirle “ma no, hai capito male”. E ancora la gomma da masticare attaccatale ai capelli per una sfida tra bulli e la solitudine in classe, a ricreazione, dentro di sé. Dietro una escalation di episodi, che porteranno la ragazzina a cambiare classe in terza media, ci sono la bulla “che pensavo essere la mia migliore amica”, il bullo che cerca di farsi notare dagli altri e un gruppo che non vede, pur avendo la vista buona, non sente, non sa.
«In quegli anni anche i genitori degli altri ragazzi minimizzavano», racconta Perissinotto, «solo gli insegnanti e la famiglia le sono stati vicini». In quel gruppo, che mai sentirà il bisogno di scusarsi, c’è però una ragazzina che non si omologa e che le sta vicina. «Oggi è la mia migliore amica» racconta Aurora negli audio creati per lo spettacolo. Audio che lanciano un messaggio di speranza: «Questa vicenda ha lasciato ferite che non si rimargineranno mai del tutto ma mi hanno reso più forte”.
Pubblicato il 31/03/2023.