Anche quest’anno in occasione della Giornata Nazionale del Braille è stato indetto dalla Sezione Territoriale UICI di Enna il Concorso che vede studenti e studentesse della scuola coinvolta impegnati nella produzione di un testo che può avere forma di tema, di relazione, di elaborato, di poesia. L’istituto che ha ospitato l’incontro il 12 febbraio scorso è la scuola secondaria di primo grado “Savarese” di Enna. Cinque le sezioni che hanno partecipato, cinque prime: I A, I B, I C, I D e I E, per un totale di 80 elaborati. Si è registrata un’ottima partecipazione e si sono rilevate un’attenzione e una disponibilità all’ascolto decisamente rilevanti e certamente non scontate per ragazzi e ragazze di 11 anni.
Il Concorso prevede tre premi. La Commissione impegnata a individuare i migliori, costituita da docenti della scuola e collaboratori dell’UICI di Enna, ha ritenuto di fare una deroga e ha individuato cinque vincitori:
I Posto, Relazione Giornata Nazionale del Braille di Matilde Benedetta Bellomo, I C, per la precisione, la correttezza e la maturità nella restituzione di quanto è stato detto e mostrato nell’incontro a scuola;
II Posto ex-aequo, Poesia Io vengo dalla cecità di Carlo Anicito, I E, per la freschezza e la spontaneità con cui affronta il tema della cecità; Relazione Giornata Nazionale del Braille di Giorgia Muzzicato, I A, per la capacità dimostrata nell’aver compreso l’importanza dell’intervento didattico per l’autonomia dello studente con disabilità visiva;
III Posto ex-aequo, Riflessioni incontro sul Braille di Emilia Gargaglione, I D, per l’attenzione mostrata a quanto è stato detto durante l’incontro e per la maturità delle riflessioni che ha sviluppato con la finale esortazione a “Mai arrendersi”; Elaborato La vista di Filippo Licenziato, I E, per aver dimostrato di saper affrontare l’argomento senza pregiudizi e con una apprezzabile consapevolezza della specificità della disabilità visiva.
Messi di fronte alla responsabilità di dover affrontare un argomento come la disabilità visiva a partire dal Braille e avendo nella loro esperienza di vita scolastica la frequentazione con una compagna con disabilità visiva, ragazzi e ragazze hanno dimostrato di saper resistere a facile retorica e buonismo e di voler capire cosa li rende diversi e cosa li fa essere uguali, come è possibile fare le stesse cose a volte dovendo ricorrere a strumenti particolari e a modalità mirate.
È infatti decisamente interessante leggere quello che scrivono.
Nella Relazione di Matilde Bellomo si riflette: Nella nostra società, la diversità può far paura, può essere vista come pericolosa e perciò determinare azioni come isolamento, pregiudizi, aggressività. La persona disabile è una persona diversa tra i diversi che ha il diritto di trovarsi in un ambiente che gli consenta di essere se stessa. La persona non vedente, come ogni individuo che presenta una difficoltà, prima di essere cieca, è una persona con i suoi pensieri, con il suo carattere, con la sua storia, con i suoi sentimenti, anche se la cecità costringe a interagire con l’ambiente tramite strategie generalmente diverse, come ad esempio la modalità di deambulazione, di scrittura e di lettura. La scuola inclusiva dovrebbe essere un luogo sicuro dove ciascun alunno può interagire con gli altri, imparare a gestire e affrontare i problemi, ed un luogo in cui migliorare le proprie abilità e capacità.
Nella Poesia di Carlo Anicito, i primi due versi recitano: Io vengo dalla cecità/che mi fa vivere il mondo a metà.
Nella Relazione di Giorgia Muzzicato, si sottolinea e si rileva l’esigenza di una proposta didattica che faccia acquisire la padronanza della percezione tattile.
Nella Riflessione di Emilia Gargaglione, punto di partenza e stimolo sono l’incontro con una ragazza ipovedente e l’aver assistito ad una conversazione tra due ipovedenti, l’aver osservato che vengono utilizzati tatto, udito e olfatto per conoscere e che il bastone ha un duplice ruolo: serve per camminare da soli e fa capire agli altri che si è in presenza di una persona che ha una disabilità visiva.
Nell’Elaborato di Filippo Licenziato, si osserva che in tutto il mondo ci sono persone che non vedono, ma non sono tutte uguali.
E tutto questo è ancora una volta il risultato di un lavoro quotidiano fatto di professionalità e di tenace pazienza, supportate dalla consapevolezza che gli obiettivi da raggiungere sono a breve, a medio e a lungo termine, che cultura e conoscenza si costruiscono nel tempo e con il tempo, tenendo in considerazione gli stili cognitivi di ognuno e anche e soprattutto nel confronto e nel rispetto, con vero spirito di collaborazione con famiglie e scuola, cercando le strategie più efficaci di comunicazione, azioni che la Sezione Territoriale di Enna mette in campo quotidianamente a partire dal Presidente Santino Di Gregorio fino a tutti i dipendenti e collaboratori che a vario titolo lavorano sul campo.