U.I.C.I. Catania – “Una danza senza tempo”

Autore: Simonetta Cormaci

Giovedì 30 gennaio il teatro del Centro Zo -Culture contemporanee ha visto il “tutto esaurito” per la prima della pièce “Una danza senza tempo” della regista Tiziana Giletto interpretata dal gruppo teatrale dell’UICI di Catania. Con un interessante intreccio di forme espressive è stata messa in scena una allegoria della nostra città che, attraverso un viaggio nel tempo e nello spazio ha trasportato i presenti in atmosfere ricche di suggestioni.

Ma veniamo alla storia. Un vecchio scrittore cieco affida il suo ultimo lavoro ad un amico regista, anch’egli non vedente, ritenendolo l’unico in grado di comprendere profondamente il racconto e portarlo in scena. La storia narra il grande amore per Catania, città multiforme dalle molte anime. Proprio quattro anime della città saranno rappresentate in altrettanti quadri interpretati dagli attori e attrici che si avvicenderanno nei vari ruoli.

Nella scena – unica per l’intera rappresentazione – troviamo un tavolo dove sono poggiati una dattilo braille e l’occorrente per scrivere; attori e attrici, vestiti in nero a simboleggiare il colore della lava, sono disposti a semicerchio. Durante la rappresentazione scorreranno immagini di Catania ripresa nei suoi molteplici paesaggi (dal mare alla citta, all’Etna). Per l’intera pièce una danzatrice danzerà creando una liaison tra i quattro quadri che si susseguiranno nella rappresentazione delle anime della città: saggia, popolare, romantica, rivoluzionaria; inoltre con movimenti fluidi e armoniosi accompagnerà, di volta in volta, attrici e attori impegnati nei quattro quadri riportandoli poi alla posizione iniziale. Simbolicamente la danzatrice raffigura la città immaginata come una donna sempre mutevole e sempre uguale a se stessa. Una voce fuori campo sarà di volta in volta la voce della “donna Catania” e descriverà le varie scene rendendo l’insieme più comprensibile al pubblico non vedente.

E adesso qualcosa sui quattro quadri. Nel primo, che ci porta indietro nei secoli conosceremo la “Midichissa” Virdimura, donna ebrea che curava con sapienza e senza interesse tutte le persone che a lei si rivolgevano riuscendo a scorgere con amore le sofferenze dell’anima e del corpo. Il secondo, più vicino nel tempo mostra l’anima popolana un po’ fanfarona e allegra. Così ci ritroviamo nel mercato storico della città dove un imbonitore richiama l’attenzione di alcune ciarliere comari millantando i prodigi di una sonnambula che legge il futuro. Nel terzo la protagonista è Maria, costretta a diventare monaca suo malgrado, che si strugge al ricordo dell’unico amore di gioventù naufragato nel nulla per l’imposizione di restare in convento. Infine nel quarto quadro ambientato durante il dominio borbonico, assistiamo alla ribellione dei catanesi tra cui spicca la coraggiosa e battagliera Peppa la cannoniera.

Nello scorrere dei quadri, accompagnati da suggestivi scorci panoramici e armoniose coreografie, si succedono le storie, i ricordi e soprattutto l’amore per “donna Catania”. Donna indimenticabile, eterna e sfuggente, forte e tenera, malinconica e allegra. Un omaggio pieno di passione che la regista e attrice Tiziana Giletto ha messo in scena proseguendo l’impegno del laboratorio teatrale dell’UICI che ha già realizzato diversi lavori. Impegno e passione che è condiviso dal gruppo di attrice e attori non vedenti e ipovedenti che anche stavolta si sono messi in gioco e hanno dato il massimo.

Nei saluti e ringraziamenti finali l’omaggio commosso a Jenny Leotta, socia dell’UICI, scrittrice, la cui giovane vita si è spenta da recente. Jenny in ogni momento ha affrontato la sua malattia con coraggio e determinazione; non ha rinunciato a seguire la sua passione e ha scritto tre romanzi ricordandoci, silenziosamente, che forza e volontà abitano dentro di noi.

Il pubblico partecipe ha puntellato con applausi, ora commossi, ora divertiti, i momenti salienti dello spettacolo e nel finale non ha risparmiato generosi apprezzamenti oltre gli applausi ad ogni uscita dei singoli interpreti. Brave e bravi attrice e attori come pure la danzatrice. Brillante e sapiente la regista artefice di una architettura complessa che ha funzionato perfettamente. Ringraziamenti alla Presidenza, il consiglio, il personale e il Servizio civile: l’impegno condiviso e congiunto ancora una volta ha dato i suoi frutti. Infine non possiamo che auspicare che “Una danza senza tempo” trovi altri spazi per essere rappresentata nuovamente.