“Non servono immagini per descrivere il buio. La vista è un bene prezioso. Siamo al tuo fianco per custodirla.”
La Sezione territoriale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS di Brescia, in collaborazione con la Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità IAPB Italia onlus, in occasione della Giornata Mondiale della Vista, che verrà celebrata Giovedì 12 Ottobre, aderisce attuando iniziative di informazione perché “Le malattie che minacciano la vista interessano milioni di persone in Italia.
” La prevenzione è il modo migliore per conservare al meglio la tua vista per tutta la vita”, lo conferma la Dott.ssa Zinzini Enrica, responsabile del centro ipovisione dell’Asst degli Spedali Civili di Brescia, intervistata nella nostra sezione e da sempre vicina e sensibile alle attività promosse dall’UICI (Unione italiana ciechi e ipovedenti) di Brescia.
La dottoressa è stata protagonista, lo scorso anno sempre per questa ricorrenza che cade il secondo giovedì di ottobre, di un interessante convegno organizzato proprio dalla sezione con il titolo: “Occhio alla vista! Prevenzione come e quando”.
L’abbiamo incontrata nella nostra sede insieme alla nostra consigliera e referente per l’ipovisione Monica Taffi e le abbiamo posto alcune domande.
Dottoressa che cosa significa in concreto fare prevenzione?
E.Z: Significa cogliere per tempo lo stato di malattia che si sta evolvendo. Sono tre le tipologie di prevenzione:
1- primaria: ovvero quella che riguarda le informazioni e la sensibilizzazione. Le informazioni possono provenire da più fonti ma è importante attingere a quelle veicolate dai canali qualificati, come i media. Quindi non fidarsi delle risposte che si trovano genericamente sul web, perché spesso sono subdole e nascondono, a volte anche molto bene, fini commerciali. Se ci sono dubbi, domande, timori, passare sempre al confronto diretto con il proprio medico.
2- secondaria: è la prevenzione che si pratica su una persona potenzialmente a rischio, quindi è una tipologia più mirata; strumento cardine per questa fase sono gli screening, che, quando strutturati in maniera adeguata, possono incidere sui comportamenti di medici e pazienti.
3-terziaria: si rivolge alle conseguenze della malattia e mira al contenimento dei danni che questa porta con sé. Un tipico cardine di questa fase è la riabilitazione visiva che consente alla persona di usare al meglio il suo residuo visivo e che va dalla semplice spiegazione di come rapportarsi con questo ausilio alla foto-stimolazione nelle maculopatie, senza dimenticare l’orientamento alla mobilità e altre azioni. Perché una disabilità visiva ha risvolti anche psico-sociali sulla persona e su chi le sta intorno: entrambi i soggetti vanno educati ad una vita adeguata, in modo da stimolare l’integrazione e l’autonomia.
Quanto è alta l’attenzione alla prevenzione?
E.Z: In Italia non molto. Il fatto è che vedere sembra essere un diritto precostituito e immutabile ma non è così: certe patologie sono insidiose, silenti, a sviluppo lento, quindi la prevenzione è fondamentale. La Società Oftalmologica Italiana ha dato alcune indicazioni, tra cui spicca quella di effettuare la prima visita a due mesi dalla nascita, anche perché i bambini sono molto più capaci degli adulti di sviluppare capacità compensatorie, perché si attaccano con molta forza al residuo visivo.
Il mio consiglio è di seguire una cadenza regolare di visite, a seconda del follow up che, di volta in volta, il medico specialista propone: una vista alle elementari, poi, se tutto procede bene, una durante l’età adolescenziale, poi alla patente, quindi verso i 35/40 anni e così via, in maniera sempre più frequente con l’aumentare dell’età. Noi oculisti dovremmo avere una rete di alleati, a partire dagli ottici e dagli optometristi: la visita da un medico specialista è diversa dalla misurazione della vista e dalla prescrizione dell’occhiale, perché un medico può trovare eventuali patologie silenti, individuare i fattori di rischio e dare indicazioni sia sui comportamenti sia sul follow up. Certo, capisco la difficoltà pratica nell’accedere alle visite con il sistema sanitario, ma questa è… un’altra storia!
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Pubblicato il 12/10/2023.