La Giornata nazionale del Braille ha vissuto in Trentino un appuntamento di particolare solennità per almeno un paio di motivi. Primo: un vero parterre de roi è intervenuto nella sede dell’Associazione progresso ciechi. Secondo: l’intitolazione della struttura ad una persona che ha dato molto all’alfabetizzazione informatica dei ciechi, alla loro integrazione nei mondi dell’istruzione e del lavoro grazie alle tecnologie.
Partiamo dalla persona. È Lucia Guderzo, trentina di nascita, veneta d’adozione, scomparsa troppo presto (è sempre troppo presto per lasciare le cose terrene, ma Lucia le ha lasciate davvero troppo presto) undici anni fa. Era l’anima tecnologica e operativa della Tiflosystem, azienda con sede a Piombino Dese (provincia di Padova) specializzata nella commercializzazione delle tecnologie inclusive. Anima che in verità è riuscita a piegare la tecnologia all’umanità: impeccabili le sue assistenze a fianco di utenti ed aziende.
Quale momento migliore per l’intitolazione a Lucia della sede dell’Associazione progresso ciechi? La sala era piena di autorità: assessori della Provincia di Trento, una senatrice, sindaci e vicesindaci, presidenti nazionale ed europeo dell’Unione ciechi, presidente della Lega del Filo d’oro, governatore dei Lions e presidente del Consiglio della Regione Veneto. Qualche spruzzo di retorica non è mancato (d’altra parte è inevitabile in simili avvenimenti), ma non sono mancati i contributi propositivi. In particolare ci piace citare (senza far torto agli altri) l’intervento del presidente nazionale dell’Unione, Mario Barbuto, che dopo aver espresso “la gioia personale ed affettiva di ricordare Lucia”, si è intrattenuto prima sull’importanza di celebrare la giornata in cui ricordiamo il Braille, per poi entrare nel merito delle problematiche dei non vedenti. “Ritengo – ha sottolineato – che ogni luogo in cui vi siano persone non vedenti che lavorano per l’emancipazione e per l’inclusione di ciechi, ipovedenti e persone con ulteriori disabilità sia da presidiare. Oggi ci sarebbero tanti appuntamenti, ma io sono qua, e colgo l’occasione per richiamare l’attenzione sull’eccesso di frammentarietà e divisioni. In questo modo – ha scandito – ci fregano”, tanto per parlare chiaro. In conclusione Barbuto ha sostenuto che “celebriamo questo giorno, ma non si può transigere. Al bambino il secondo giorno di scuola danno in mano una matita e un foglio di carta per scrivere e leggere. Pretendo che ai bambini ciechi sia riservato lo stesso trattamento, perché cinquant’anni fa era così”.
Veniamo agli ospitanti. Borgo Valsugana, ad una quarantina di chilometri da Trento. Qui, come detto, opera l’Associazione progresso ciechi da trent’anni: dal 2010 si è trasferita in questa struttura da 800 metri quadrati. Oggi può contare (grazie all’intervento generoso della Provincia autonoma di Trento) su attrezzature modernissime per la stampa: “le più veloci e performanti del mondo”, ha sprizzato goccioloni d’orgoglio Ferdinando Ceccato, presidente dell’Apc, che ha sottolineato: “Non servono solo risorse economiche, ma anche passione”, offerta da tre lavoratori dipendenti, un collaboratore esterno e venti volontari. Che pubblicano diecimila periodici al mese, una rivista trimestrale, settanta volumi al mese su richiesta dei singoli utenti ciechi, targhe in rilievo e in Braille.
Tutto questo ben di Dio dal 21 febbraio 2022 è intitolato a Lucia Guderzo, ed è un bel messaggio in favore di una persona che era abituata a fare, più che a parlare.
Giuliano Beltrami
Pubblicato il 23/02/2022.