Torino- UICI/011 dicembre 2015

Facciamoci vedere

“Facciamoci vedere” è il titolo di una mostra sulla storia dell’Unione Ciechi che è stata allestita a Chianciano nei giorni del Congresso Nazionale, uno tra i momenti più significativi per la vita della nostra associazione. Ci è sembrato uno spunto interessante. Spesso infatti la nostra sfida sta proprio in questo: uscire dal cono d’ombra per entrare in dialogo con chi vede. Noi cerchiamo di farlo con la tecnologia e i canali di comunicazione, attraverso le sacrosante rivendicazioni per un mondo più attento alle persone disabili, ma soprattutto impegnandoci in prima persona per abbattere gli ostacoli, fisici o culturali che siano.
Comitato di Redazione
UICI/011

Direttore Responsabile
Franco Lepore

Redazione
Francesco Fratta
Sandra Giovanna Giacomazzi
Flavia Navacchia

Hanno collaborato
Cristina Azzonino
Angela Lacirignola
Alessio Lenzi
Titti Panzarea
Caporedattore: Lorenzo Montanaro

L’Editoriale
Congresso di Chianciano: un momento storico

“Cittadini innanzitutto! La parola ai diritti”. Ecco il titolo del XXII Congresso Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che si è tenuto a Chianciano dal 5 all’8 novembre. Questo era il mio primo Congresso ed ero partito da Torino un po’ scettico sull’effettiva concretezza nella trattazione dei temi cari alla nostra Unione. Invece, al mio ritorno, ho potuto raccontare entusiasta di aver partecipato ad un grande evento associativo esaltante e coinvolgente.
Senza voler esagerare, il Congresso appena concluso si può definire storico: la massiccia partecipazione di delegati, l’invito alle altre associazioni a formare un fronte comune per meglio tutelare i disabili tutti, la mostra delle eccellenze associative “Facciamoci vedere”, la prima volta di un Presidente dell’assemblea donna, la qualità dei documenti redatti dalle commissioni di lavoro, la sperimentazione del voto elettronico, l’approvazione di due mozioni fondamentali, l’introduzione di un nuovo Statuto, l’elezione del Presidente dell’UICI e la composizione del Consiglio Nazionale a forti tinte rosa. Non sono mancati ovviamente i momenti di confronto con gli altri dirigenti associativi, appartenenti a vari livelli e a diverse regioni, dai quali ho raccolto preziosi spunti che spero possano essere utili per la nostra realtà provinciale.
Il Congresso ha riconfermato a stragrande maggioranza Mario Barbuto come Presidente Nazionale. A lui spettano 5 anni di lavoro intensi e stimolanti. Il nuovo Consiglio Nazionale risulta profondamente rinnovato nelle persone ed è finalmente connotato da una presenza femminile (9 consigliere su 20 eletti). Inoltre si ravvisa la presenza di alcuni giovani.
L’associazione si è dotata di un nuovo Statuto moderno e snello, composto da soli 29 articoli, formulati in modo chiaro e comprensibile. Lo Statuto avrà il compito di definire i princìpi fondamentali e le regole essenziali che saranno alla base della vita e dell’azione associativa, mentre le definizioni di dettaglio saranno demandate al regolamento.
Il Congresso ha sancito la nascita dell’Ufficio per la Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità. L’ufficio, creato grazie ad una mozione avente come firmatari anche il Presidente UICI Torino Franco Lepore e il riconfermato consigliere nazionale Francesco Fratta, si occuperà tra l’altro di fornire pronta ed approfondita consulenza riguardo al quadro legislativo esistente, sia alle sezioni territoriali che a singoli soggetti; suggerire la proposta di nuove norme a tutela dei disabili visivi; valutare l’eventuale opportunità di intervento diretto sul soggetto che si sia reso responsabile dell’inottemperanza della legge; mettere in atto eventuali azioni di supporto psicologico e di intervento mediatico.
Infine è stato proclamato lo stato di mobilitazione generale a difesa del diritto allo studio di ciechi e ipovedenti, raccogliendo le preoccupazioni e interpretando le ansie delle famiglie che hanno diritto a un percorso scolastico di pari opportunità per i propri figli.
Ora tocca ai Presidenti delle sezioni territoriali mettere in pratica quanto di buono emerso dal Congresso e a lavorare insieme per rappresentare al meglio gli interessi dei ciechi e degli ipovedenti italiani a tutti i livelli della società.

Franco Lepore
Presidente UICI Torino

Tecnologia in aula

Sembrerebbe una specie di variazione della Legge di Murphy: le cose che tanto desideri ti arrivano quando già non puoi più trarne beneficio.
L’anno scorso nel liceo dove insegno hanno installato computer e lavagne luminose in ogni aula. Era da anni, da quando ancora vedevo, che pensavo alle scuole ben equipaggiate degli Stati Uniti e a come avrei potuto rendere più creative e dinamiche le mie lezioni, se solo avessimo avuto anche qui dei computer e una connessione alla rete.
Consapevole del fatto che sarebbe stato impossibile rendere il tutto accessibile per una persona non vedente, ho pensato con invidia ai miei colleghi che invece avrebbero potuto sfruttare tutte queste novità tecnologiche per rendere le loro lezioni più interessanti.
Non era la prima volta che un miglioramento tecnologico giungeva in Italia troppo tardi perché io potessi trarne vantaggio. Decenni fa, appena arrivata, ero inorridita dalle code disordinate che si era obbligati a fare ogni volta che ci si recava in un ufficio postale, in un ospedale o in un qualunque altro posto pubblico o privato. Avevo scritto alla mia banca e ad alcuni ministeri suggerendo i sistemi a numerazione che ormai sono ubicati ovunque. Ora che, appunto, io non posso più avvantaggiarmene. Potrei mettermi a scrivere di nuovo lettere ai ministeri e sperare che fra qualche decennio, quando non ci sarò più e quando magari avranno trovato un modo di curare tutte le forme di cecità, arrivino anche le macchine a numerazione con segnale acustico.
Nel frattempo, invece, mi piglio il mio numero, approfitto dei posti a sedere e se nessuno si offre di tener sotto controllo il numero per me, lo chiedo io. Di solito da lì parte una conversazione che, quando vedevo, non avrebbe mai avuto luogo e i Torinesi si rivelano molto più disponibili di quanto non si fossero dimostrati prima.
Con lo stesso spirito ho deciso che avrei trovato un modo di approfittare di tutta la nuova tecnologia in aula, invocando la collaborazione dei miei studenti. Così ho creato delle presentazioni Powerpoint per le cosiddette lezioni frontali: le preparo a casa con l’aiuto della sintesi vocale, le copio su chiavetta e poi le faccio maneggiare da qualche studente mentre conduco la lezione. Quando, invece, trovo del materiale audiovisivo su You Tube, con il mio I-pad mando il link a uno di loro tramite una mail. Poi, in classe, accedono alla loro posta elettronica e fanno partire il video.
Altre volte dopo la visione di un film o la lettura di un articolo in lingua, chiedo loro di mettersi in piccoli gruppi a scrivere un breve riassunto o rispondere a qualche domanda. In seguito raccogliamo il frutto del loro lavoro usando la lavagna luminosa. In questo modo tutti possono beneficiare dei risultati di ognuno, imparando sia dalle eccellenze che dagli errori.
Così, dal credere che sarei stata obbligatoriamente esclusa dall’utilizzo delle nuove tecnologie in aula, sono diventata, a detta dei miei studenti, una tra i docenti che più le sfrutta. Questo non tanto “nonostante” ma piuttosto “grazie” al mio handicap. Forse questa è per loro una lezione più utile di tutte le nozioni della materia che insegno messe insieme.

Sandra Giovanna Giacomazzi

Facciamoci vedere… anche in rete
Facebook, Twitter e una mail dedicata: così dialoghiamo col mondo

E’ sempre molto difficile raccontare i cambiamenti “da dentro”. Noi stessi non siamo completamente consci di quello che sta accadendo: impariamo (magari con fatica) a usare uno strumento e non appena ci sembra di aver preso un po’ di dimestichezza il mercato ci propone nuovi stimoli. C’è chi risponde con entusiasmo, chi rimane disorientato. Di sicuro quella che stiamo attraversando è una rivoluzione tecnologica senza precedenti, destinata a cambiare in modo radicale le nostre abitudini.
Anche noi dell’UICI Torino, nel nostro piccolo e compatibilmente con alcune esigenze particolari, stiamo cercando di tenere il passo e di non restare indietro. Già nel 2013 avevamo deciso di attivare un profilo Facebook (www.facebook.com/uicitorino), per far conoscere le nostre attività e condividere articoli, filmati, immagini. La comunità delle persone che ci seguono è ancora abbastanza ristretta: al momento i “likers” (cioè le persone a cui la pagina piace) sono circa 300, ma il numero si aggiorna di settimana in settimana. Negli ultimi mesi abbiamo anche notato una certa vitalità di condivisioni e commenti, il che rappresenta un positivo segnale d’interesse.
Da inizio settembre, su impulso del presidente Franco Lepore, è stato inaugurato un profilo Twitter (@uicitorino). Questo strumento, che si basa su messaggi istantanei e molto brevi, dischiude numerose possibilità: ad esempio permette di raggiungere abbastanza facilmente alcuni interlocutori istituzionali come il Comune e la Regione, oppure contattare altre realtà che condividano le nostre problematiche e i nostri progetti.
Con l’autunno è arrivata anche un’altra novità: l’indirizzo e-mail dilloalpresidente@uictorino.it. La casella di posta è dedicata a soci e amici che vogliano porre quesiti, segnalare iniziative, avanzare suggerimenti o critiche (purché costruttive) relative alla vita associativa della nostra sezione di Torino e più in generale alla condizione dei disabili visivi. Le e-mail verranno lette personalmente dal Presidente, che risponderà nel più breve tempo possibile, compatibilmente con gli impegni lavorativi e istituzionali. L’idea è proprio quella di un contatto diretto, immediato, personale e informale: ci auguriamo che incontri l’interesse dei soci.
I nuovi strumenti si sommano ai canali di comunicazione già esistenti: questa pubblicazione, la memoria storica di decenni di impegno, il sito internet, per il quale stiamo studiando un articolato rinnovamento, il notiziario settimanale 011News, che viene pubblicato sul sito ma che i nostri soci ricevono anche via e-mail.

Lorenzo Montanaro
Addetto Stampa UICI Torino

Spazio Tecnologia
Audiophone per Android: come utilizzare uno smartphone in modo semplice

Come ampiamente scritto negli scorsi numeri di UICI/011, ormai gli smartphone sono entrati a pieno titolo nella dotazione quotidiana di ipovedenti e non vedenti. La loro utilità è indubbia: basta pensare a quante funzioni sono in grado di svolgere e quanto possano esserci d’aiuto nelle situazioni pratiche.
Sappiamo che chi non vede può facilmente utilizzare i normali smartphone prodotti per persone vedenti come iPhone o, con qualche piccola difficoltà in più, anche modelli con sistema Android come i Samsung o Nexus di Google.
Tuttavia, per molti di noi, per pigrizia o difficoltà oggettive, l’utilizzo degli smartphone rimane ancora un’esperienza tutt’altro che piacevole. Per aiutare questa tipologia di utilizzatori, la ditta Audiologic di Padova ha sviluppato un software per telefoni Android che ne semplifica di molto l’utilizzo, pur mantenendo invariate quasi tutte le caratteristiche di uno strumento di questo tipo.
Il prodotto, presentato anche nella nostra sezione nel mese di novembre, si chiama Audiophone e permette di impiegare uno smartphone Android per tutte quelle funzionalità che generalmente un non vedente richiede.
Più in dettaglio, con Audiophone possiamo effettuare telefonate, leggere e scrivere sms, consultare la rubrica telefonica, gestire un’agenda appuntamenti e consultare la nostra posta elettronica. Vi sono anche funzionalità più interessanti che fanno di questo programma uno strumento ancora più versatile. E’ possibile, per esempio, navigare in internet, leggere i giornali messi a disposizione con il servizio Evalues dell’Unione, scattare una foto ad un documento e leggerlo direttamente come se fosse scannerizzato con un computer, leggere testi, ascoltare musica e così via.
Sono tutte funzionalità che possono rendere ad un non vedente la vita più facile, permettendogli di acquisire autonomia nelle più semplici funzioni quotidiane.
Audiophone è disponibile in tre versioni, a seconda di quello che vogliamo ottenere. Nella versione più completa dispone anche di una funzionalità di video ingranditore che permette agli ipovedenti di leggere materiale cartaceo, sfruttando la fotocamera come lente.
Per utilizzare lo smartphone, Audiologic ha pensato di ricostruire, attraverso una pellicola forata, una tipica tastiera telefonica, facilitando notevolmente le operazioni a coloro che non se la sentono di affrontare interamente l’utilizzo di un touchscreen. Altra possibilità è quella di utilizzare ogni funzionalità del software mediante comandi vocali, così da non dover quasi mai interagire direttamente con il telefono.
Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, può contattare la nostra sezione per avere una dimostrazione pratica, visto che la ditta ci ha fornito un modello di Audiophone, da mostrare a chiunque voglia conoscere meglio questo tipo di tecnologia.

Alessio Lenzi
Responsabile Comitato Informatico UICI Torino

In visita a EXPO Milano 2015
Comprendere l’importanza dell’alimentazione e della biodiversità

Martedì 8 Settembre un gruppo di ciechi, ipovedenti e persone con pluriminorazioni dell’UICI di Torino è partito alla volta di Milano, per una visita all’Expo.
Come noto, la manifestazione, che è durata dal 1 maggio al 31 ottobre di quest’anno, aveva come tema fondamentale “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Si è cercato di trattare, nei diversi padiglioni, tutto ciò che riguarda l’alimentazione: dall’educazione alimentare alla grave mancanza di cibo e di acqua che affligge molte zone del mondo.
Milano era già stata sede di un esposizione internazionale nel 1906 che aveva come tema “i trasporti”. A più di un secolo di distanza l’Expo ha rappresentato per l’Italia una vera e propria sfida che fortunatamente si è conclusa in modo più che positivo.
All’interno del sito espositivo, erano presenti quattro aree tematiche alle quali si aggiungeva il padiglione urbano della Triennale di Milano.
Siamo giunti alle 9 e, alle 10, siamo finalmente entrati nell’area dell’Expo, fruibile ed accessibile ai disabili, con particolare attenzione per i disabili visivi, data la presenza di percorsi tattili.
I padiglioni erano numerosi e non c’era certo il tempo di visitarli tutti: il gruppo si è quindi diviso, per permettere ai gruppi più ristretti di visitare ciò che più li attraeva e di fare le proprie esperienze in piena libertà.
La maggior parte dei padiglioni offriva ai visitatori una comunicazione prevalentemente visiva: un ostacolo che, tuttavia, il disabile visivo poteva superare, almeno in parte, se accompagnato da una persona in grado di descrivergli con attenzione e sensibilità tutto ciò che vedeva attraverso i grandi schermi luminosi.
Fra le visite più suggestive va senz’altro segnalata quella del padiglione del Marocco, nel quale era stata ricostruita la tipica atmosfera di un mercato di spezie arabo: un’esperienza estremamente interessante e coinvolgente dal punto di vista olfattivo.
Altre esperienze olfattive sono state possibili nel padiglione della Colombia allestito su diversi piani, ciascuno dei quali ospitava piante appartenenti alle diverse fasce climatiche della nazione, mentre l’allestimento botanico del Kuwait ci ha consentito di toccare piante del tutto sconosciute in quanto crescono soltanto nel continente asiatico.
E’ stato molto piacevole immergersi nel bosco del padiglione austriaco: siamo stati avvolti da un senso di frescura che non derivava della climatizzazione ma dal microclima prodotto delle piante stesse. Alcuni, poi, sono stati attratti dalla particolarità del padiglione del Brasile, una rete interattiva che collegava tre piani: camminando su di essa, i visitatori, mediante appositi sensori, potevano interagire con ciò che li circondava, modificando anche i suoni e le luci. Così si voleva alludere alla possibilità di coniugare lo sviluppo tecnologico con quello agricolo, per produrre sempre meglio e sempre di più, nel rispetto della natura, riuscendo così a sfamare anche tutti coloro che ora vivono nelle misere Favelas a ridosso delle grandi città.
Infine un cenno particolare va dedicato al padiglione Italia, che ha evidenziato la cultura e le tradizioni nazionali legate al cibo e all’alimentazione, caratterizzate dall’alta qualità delle materie prime e dei prodotti finali. Il Padiglione Italia era composto dal Palazzo Italia, dai quattro edifici sul Cardo e dalla Lake Arena. Nelle quattro piazzette commerciali, all’interno del Cardo, abbiamo potuto gustare alcuni tipici prodotti italiani, preparati in modo eccellente: gelato, pizza, latticini e salumi e soprattutto pane e del buon vino.
Che dire dell’albero della vita? E’ un opera senza dubbio maestosa e affascinante, situata all’interno della Lake Arena, circondata da uno specchio d’acqua intorno al quale sono collocate delle gradinate.
Lo spettacolo è magnifico e tutti i nostri accompagnatori ne sono rimasti entusiasti: l’albero (che quasi certamente resterà nel sito permanentemente, a memoria di Expo 2015) si innalza fino a 37 metri di altezza ed è costituito da un complesso intreccio di legno e acciaio che la sera si illumina creando magiche suggestioni sullo specchio sottostante.
Alle 22 ci siamo nuovamente riuniti per il rientro. Tutti i partecipanti hanno espresso giudizi positivi, sottolineando soltanto che il tempo a disposizione era stato troppo breve e non ci aveva consentito di approfondire le visite, costringendoci a tralasciare padiglioni che, senz’altro, sarebbero stati molto istruttivi al fine di una migliore conoscenza della cultura, della tecnologia e dell’alimentazione di molti altri Paesi.
Si è trattato comunque di una visita indimenticabile e di una sfida importante per la nostra sezione: un esempio di intraprendenza e di vitalità culturale.

Titti Panzarea

Alla Banca d’Italia per scoprire le nuove banconote
Un prezioso momento di informazione e formazione

Giovedì 22 ottobre una delegazione UICI Torino, insieme con altre associazioni di categoria, è stata invitata presso la sede torinese della Banca d’Italia per partecipare a un’interessante iniziativa. Si è trattato di un momento formativo, incentrato sulle banconote attualmente in circolazione, con particolare attenzione a quelle della nuova Serie Europa, che stanno gradualmente sostituendo le prime emissioni. L’intento principale della giornata era quello di fornire alle persone disabili alcuni elementi per riconoscere i vari tagli delle banconote e individuarne le caratteristiche di sicurezza, mettendosi (per quanto possibile) al riparo da truffe.
Arrivati nella storica sede di via Arsenale, siamo stati accolti da alcuni responsabili della Banca d’Italia che ci hanno guidato alla scoperta della cartamoneta, con le sue tante caratteristiche. E’ stato possibile avere tra le mani, in anteprima, la nuova banconota da 20 Euro della Serie Europa, che è entrata ufficialmente in circolazione a fine novembre. Rispetto alla “vecchia” banconota diffusa finora, essa ha caratteristiche innovative utili per i disabili visivi: sui margini destro e sinistro sono presenti delle serie di trattini in rilievo, realizzate con una particolare tecnica di stampa, detta calcografica. In rilievo sono anche la cifra, le iscrizioni e le immagini principali. Inoltre è presente una “finestrella” trasparente, facilmente individuabile con l’esplorazione tattile. Caratteristiche simili erano già state introdotte nei tagli della Serie Europa da 5 e 10 Euro. Questi accorgimenti, frutto di un confronto tra associazioni di categoria e Banca Centrale Europea, sono il segno di una crescente attenzione verso le esigenze e le problematiche dei disabili visivi.
Gli operatori della Banca d’Italia ci hanno anche dato la possibilità di maneggiare alcune banconote false e di confrontarle con quelle autentiche. Spesso i falsi vengono realizzati con tecniche non eccessivamente sofisticate e dunque un’analisi attenta (che sappia quali elementi ricercare) permetterebbe di smascherarli con relativa facilità (anche per i non addetti ai lavori). I truffatori, purtroppo, fanno affidamento sulla fretta, tipica della vita quotidiana, che solitamente non consente di porre molta attenzione ai dettagli. Ecco perché un momento di formazione può risultare molto utile. L’incontro, il primo di questo genere a Torino, è stato apprezzato dai partecipanti. Ci auguriamo che iniziative del genere possano ripetersi in futuro.

Il disegno per le mani: castello del Valentino in rilievo
Una mostra per “vedere” uno dei monumenti simbolo della città

La sala Feste e Fasti del Castello del Valentino ha ospitato dal 17 al 19 settembre 2015 la mostra “Il disegno per le mani. Castello del Valentino in rilievo”.
Sono state presentate al pubblico le tavole tattili realizzate, con la tecnica di stampa in rilievo stereoplastica, comunemente chiamata “Minolta”, dagli studenti dei Corsi di Laurea in Architettura nell’ambito del workshop organizzato dagli architetti Cristina Azzolino e Angela Lacirignola con il coordinamento scientifico delle professoresse Anna Marotta e Annalisa Dameri del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e la collaborazione dell’architetto Rocco Rolli di Tactile Vision Onlus.
Il workshop è stato per gli studenti un momento di riflessione sulle differenti modalità percettive dello spazio e una occasione di incontro e confronto con coloro che utilizzano in modo prioritario o esclusivo i sensi che compensano le difficoltà visive per conoscere il mondo che li circonda. La sfida è stata quella di mettersi in gioco in prima persona e cambiare il punto di vista per accrescere le proprie sensibilità e allargare le capacità di pensiero personali e professionali.
Partendo dall’analisi delle esigenze specificatamente legate alle malattie della vista e alle modalità di percezione, gli studenti hanno affrontano il tema della rappresentazione dello spazio costruito alle persone non vedenti attraverso un laboratorio sperimentale. Il caso studio individuato è stato il Castello del Valentino, residenza sabauda e patrimonio dell’Unesco, oggi sede della Scuola di Architettura del Politecnico di Torino.
Il racconto degli studenti parte dalla narrazione dell’evoluzione storica e propone una selezione delle tappe principali della cronologia costruttiva mettendo in evidenza le trasformazioni e gli ampliamenti che si sono succeduti a partire dal Cinquecento. Giunti alla conformazione attuale dell’edificio si illustrano: la collocazione del castello e il suo rapporto con il fiume, il parco, la collina e la città; l’articolazione dei volumi e la loro composizione: corpo principale, maniche laterali, torri, avancorpi, portici, logge, corte; le altezze, le forme principali, i cambi di quota. Seguono le tavole di descrizione dei prospetti e delle sezioni principali, della zona aulica, delle torri, fino al dettaglio di alcuni elementi principali: il loggiato, la composizione della aperture, le incavallature delle coperture, gli apparati decorativi delle sale auliche.
Ogni tavola riporta in alto a sinistra il titolo in nero e in Braille e nell’angolo in basso a destra il QRcode che rimanda alla descrizione audio e al testo di lettura per le mani.
Il workshop e la mostra sono stati realizzati grazie ai Fondi per progetti di miglioramento della didattica 2014 del Politecnico e patrocinati dalla sezione di Torino dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Con l’UICI è stata possibile, attraverso una visita guidata dedicata, una verifica dell’efficacia del materiale elaborato dagli studenti, sia per gli aspetti formali sia nei contenuti, e della sua replicabilità al castello o in altri luoghi di interesse storico e culturale.
L’esperienza condotta, riteniamo abbia una valenza fortemente formativa, oltre che etica, per gli studenti che scoprono, talvolta per la prima volta, l’esistenza di altri modi di percepire e vivere il mondo rispetto a quelli a cui siamo convenzionalmente abituati e che diamo per scontato essere universali. Entrando in relazione sincera con questi mondi si imparano molte cose, che vanno al di là dell’apprendimento di una tecnica.

Cristina Azzolino, Angela Lacirignola
Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino
Quando il cinema è per tutti
Due giorni di proiezioni accessibili

Martedì 1 e mercoledì 2 dicembre si è svolta a Torino la rassegna CinemAccessibile, una preziosa manifestazione che ha esplorato i rapporti tra film e disabilità, in vari contesti e sotto diversi aspetti. Promossa dall’Università di Torino, l’iniziativa ha visto il coinvolgimento diretto della nostra sezione UICI Torino, che ha partecipato come ente co-finanziatore e ha avuto un ruolo centrale nel rendere i contenuti accessibili alle persone cieche e ipovedenti. I disabili visivi, infatti, hanno assistito alle proiezioni con l’ausilio di auricolari, mentre una voce narrava loro le scene senza dialoghi.
Per la rassegna sono stati scelti tre film d’autore. Decisamente drammatico il carattere del primo, Dancer in the dark di Lars Von Trier, incentrato sulla disabilità visiva, ma va osservato che la cecità della protagonista è da intendersi più come metafora che come reale condizione di vita. Il secondo film, Marianna Ucria di Roberto Faenza, ambientato nella Sicilia del XVIII secolo, ripercorre la vita di una donna sordomuta, fra discriminazioni, incomprensioni e conquiste, fino al disvelamento di un tragico segreto. Infine Il lato positivo di David O. Russell, affronta il delicatissimo tema della disabilità psichica, in una storia che coniuga drammaticità e leggerezza. Benché diversissime, tutte le pellicole hanno offerto spunti di riflessione.
Sul piano tecnico, rispetto ad altre manifestazioni di questo genere, CinemAccessibile ha sperimentato un nuovo sistema per l’audiodescrizione. E’ stato infatti impiegato un software, attualmente sperimentato dall’I.Ri.Fo.R. di Macerata, che consente di aggiungere alla traccia audio del film alcune sezioni di testo lette da una voce sintetica. Rispetto al metodo tradizionale, che si avvale del contributo di attori, questo sistema produce un risultato meno espressivo, ma è più rapido e soprattutto permette di abbattere notevolmente i costi di post-produzione, cosa che apre promettenti orizzonti per il futuro.
All’interno della rassegna è stato inserito anche un momento di confronto e dibattito, moderato dal prof. Fabio Levi, docente all’università di Torino e storico amico della nostra sezione. Unanime l’apprezzamento per i risultati ottenuti, anche se vanno perfezionati e consolidati.
«Da sempre la nostra associazione si batte per difendere i diritti materiali e morali dei disabili visivi – ha dichiarato, durante l’inaugurazione, il presidente UICI Torino Franco Lepore – Questi diritti includono anche l’accesso alla cultura e alla conoscenza. Sarebbe bello che un giorno una persona cieca potesse entrare in un qualsiasi cinema e sentirsi a casa, condividendo con i vedenti le emozioni di un film. Per questo abbiamo scelto con convinzione di sostenere CinemAccessibile, che speriamo sia la prima tappa di un fruttuoso cammino».

Torino Film Festival
Sabato 28 novembre si è svolta al cinema Massimo di Torino l’unica proiezione accessibile organizzata nell’ambito del Torino Film Festival, rassegna cinematografica di respiro internazionale in programma sotto la Mole nel periodo autunnale.
La pellicola scelta era “Terrore nello spazio”, film di fantascienza firmato nel 1965 dal regista Mario Bava, che è stato un modello e una fonte di ispirazione per opere come “Alien” di Ridley Scott. La proiezione era attenta a varie forme di disabilità sensoriale: per i ciechi era presente il servizio di audiodescrizione
L’iniziativa è stata organizzata dalla Fondazione Carlo Molo Onlus, in collaborazione con Torino Film Festival e Subti-Access, nell’ambito del progettoTorino + Cultura Accessibile.

Prossimamente…
Lunedì 18 gennaio (ore 21) al cinema Massimo di Torino verrà proiettato in anteprima il film-documentario “Il colore dell’erba” della regista Juliane Biasi Hendel, che affronta il tema della disabilità visiva raccontando il desiderio di libertà di due adolescenti cieche. Il film è prodotto dalla casa torinese Indyca. I commenti sonori sono di Mirco Mencacci, non vedente, montatore del suono tra i più affermati in Italia e non solo. Le proiezioni saranno replicate il 1 e il 2 febbraio.
Una visita a palazzo Lascaris
Arte, storia e politica per conoscere meglio la nostra città

Il 15 settembre, in un azzurro pomeriggio di sole, di quelli in cui meglio risaltano le sfumature grigio-rosate che caratterizzano l’arte Barocca piemontese, grazie alla disponibilità e alla sensibilità della Direzione regionale, abbiamo potuto visitare palazzo Lascaris.
Eravamo un gruppo di non vedenti e ipovedenti, accompagnati da alcuni volontari e, sul portone, siamo stati accolti dalle due guide, Vincenzo Cutri e Mariella Ochetti che, prima di introdurci nel palazzo vero e proprio, ci hanno descritto la pianta dell’edificio in modo che potessimo renderci conto della sua posizione nello spazio, fornendoci utili ragguagli sull’architettura Barocca.
Il palazzo, infatti, è stato costruito tra il 1663 e il 1665 da Domenico Bernardi su disegno di Amedeo di Castellamonte per il conte Giovanni Battista Beggiamo di Sant’Albano e Cervere e, nel corso dei secoli è stato rimaneggiato dai diversi proprietari.
Durante la Seconda Guerra Mondiale è stato colpito da un bombardamento ed in parte danneggiato. Nel dopoguerra ha ospitato la sede della Camera di commercio fino al 1975 quando è diventato proprietà della Regione Piemonte.
I restauri hanno nuovamente riportato alla luce la parte Seicentesca del palazzo.
Successivamente siamo saliti al primo piano dove siamo venuti a contatto diretto con le opere d’arte contenute nell’edificio: statue, arredi, quadri ed arazzi.
Vincenzo e Mariella, con competenze e professionalità, ci hanno guidato nell’esplorazione tattile di tutto ciò che era possibile toccare, descrivendoci dettagliatamente quadri ed arazzi.
Ci ha particolarmente colpito la solennità della stanza presidenziale e della sala consiliare.
Inevitabilmente il pensiero è andato ai molti personaggi appartenenti alla nobiltà o alla politica che hanno caratterizzato, ciascuno a suo modo, la storia di Casa Savoia e la politica risorgimentale.
Dopo aver attraversato il cortile, anch’esso restaurato, siamo scesi nell’aula regionale, dove l’assemblea dei consiglieri e degli assessori, discute e vota le leggi che successivamente vengono promulgate ed applicate in tutta la Regione:
l’ambiente è molto vasto ed ogni postazione è dotata delle necessarie apparecchiature tecniche ed informatiche. Proprio in quest’aula, le guide, dopo averci descritto sommariamente i compiti e gli incarichi dei consiglieri, degli assessori e delle singole commissioni, ci hanno fatto dono di un opuscolo scritto in Braille, contenente le notizie più importanti sulle successive trasformazioni del Palazzo e sui proprietari che lo hanno abitato.
Al termine della visita ci è stato consegnato un questionario, appositamente predisposto per noi, in cui ci veniva richiesto di definire il nostro grado di soddisfazione e la competenza e la disponibilità delle guide. Tutti i partecipanti hanno espresso apprezzamenti più che positivi.
Ringraziamo sentitamente tutti coloro che hanno reso possibile questa visita, che verrà riproposta ad altri soci che per questioni organizzative non hanno potuto partecipare. Un particolare ringraziamento va rivolto al dott. Domenico Tomatis che ha approvato questa iniziativa, permettendoci di realizzare un opportunità che ha, senza dubbio, arricchito culturalmente, facendoci sentire più vicini alle istituzioni politiche della nostra città.

Flavia Navacchia

Profumi e colori dell’autunno
Visita ad Alba e Canelli

Domenica 18 ottobre, la gita organizzata dall’U.N.I.Vo.C. ha avuto come meta la città di Alba, in occasione dell’annuale “fiera del Tartufo Bianco”. Alba è il centro principale delle Langhe ed è conosciuta, oltre che per i suoi tartufi, anche per l’industria dolciaria della Ferrero e i vigneti che la circondano.
All’arrivo presso la piazza del mercato, in mezzo alla folla dei visitatori italiani e stranieri, il nostro olfatto è stato colpito da una quantità di profumi insoliti che caratterizzano la stagione autunnale: caldarroste, funghi porcini, salumi e l’odore più acuto, caratteristico e penetrante, del tartufo. Per chi viene da Torino è come riscoprire un mondo legato ai ricordi della fanciullezza, quando anche nel centro della nostra città si poteva sentire il profumo delle caldarroste che segnavano il ritorno a scuola e l’avvicinarsi del freddo.
Naturalmente abbiamo visitato, nel Cortile della Maddalena, il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco. Nei diversi banchi, oltre all’esposizione dei tartufi, si potevano trovare, e in alcuni casi anche assaggiare, molti prodotti aromatizzati al tartufo: salumi, formaggi, pasta. Non mancavano i dolci tipici della zona, soprattutto a base di nocciola: dalle torte ai cioccolatini; il tutto accompagnato da un buon vino delle Langhe. Ci è stato possibile, grazie alla disponibilità dei venditori, toccare i due tipi di tartufo: quello nero, meno pregiato, dalla consistenza di una piccola patata granulosa, quello bianco, molto più pregiato e dal prezzo quasi inaccessibile (anche 490 € all’etto!) con la stessa forma ma dalla superficie liscia e vellutata. Ognuno ha comprato specialità a basa di tartufo e la mattinata è trascorsa molto velocemente. Per il pranzo ci siamo spostati a Canelli, presso il Ristorante Enoteca Regionale dove ci è stato servito un pasto decisamente buono, compreso il vino, che naturalmente in quelle zone è di ottima qualità.
Il pomeriggio è stato dedicato alla visita di una storica cantina di Canelli, la Cantina Bosca. Siamo stati accolti da due guide che, prima di farci visitare i diversi ambienti, ci hanno fornito alcuni cenni sulla storia del luogo, a partire dalla sua fondazione da parte di Luigi Bosca nel 1831 fino agli attuali tre proprietari della stessa famiglia che si sono affermati in campo internazionale, affacciandosi anche al mercato arabo con un nuovo vino a bassissima gradazione alcolica, presentato in due gusti diversi: pesca e lampone del quale ci hanno fatto gentile omaggio. Successivamente ci hanno descritto il processo di vinificazione, metodo “champenoise”, metodo tradizionale: ci hanno spiegato che, per ottenere le famose bollicine, vengono introdotti nelle bottiglie zuccheri e lieviti speciali. La bottiglia poi viene chiusa da un tappo a corona e rimane capovolta per un certo periodo fino a che i lieviti impoveriti si depositano sul tappo. A questo punto un apposito macchinario congela il vino contenuto nel collo della bottiglia per poi eliminarlo e sostituirlo con altro vino e infine ritapparla col tappo in sughero e l’apposita gabbietta. Infine le bottiglie vengono risistemate negli scaffali e sono così pronte per la successiva commercializzazione.
Siamo scesi anche in una parte della cantina che dopo l’alluvione del 1994 non è stata più riattivata: una targa ricorda quell’evento e la partecipazione attiva di tutta la comunità di Canelli e dell’esercito per liberare i locali dal fango e dai detriti. Una significativa testimonianza del grave danno subito ma allo stesso tempo della voglia di non arrendersi e di andare avanti, è costituita da una parete ricoperta dalle bottiglie recuperate e non più utilizzabili. Infine le guide ci hanno informato che le cantine di Canelli, Bosca, Contratto, Coppo e Gancia, costituiscono le cosiddette “cattedrali sotterranee” e sono state dichiarate dall’Unesco patrimonio dell’umanità. La visita si è conclusa con un brindisi collettivo e, per chi lo desiderava, l’acquisto dello spumante locale. Alle 17:30 è giunta l’ora di prendere la via del ritorno, di abbandonare quel paesaggio caratterizzato da boschi e vigneti in cui le foglie non più verdi e non ancora secche, assumono un colore fra il rosso e il giallo che, illuminato dagli ultimi raggi del sole al tramonto, è capace di creare magiche suggestioni che non hanno nulla da invidiare alla magnificenza dell’estate.

Flavia Navacchia
Il taccuino: notizie brevi

L’U.N.I.Vo.C. cerca volontari
Attraversare la strada, prendere un autobus o un treno, fare la spesa in un supermercato, andare dal medico, in banca, alla posta o anche solo fare una passeggiata: ecco alcune attività che un vedente svolge in modo automatico, ma che per un disabile visivo possono nascondere ostacoli difficili da superare. Nasce da questa consapevolezza l’impegno dell’U.N.I.Vo.C. (Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi). Per portare avanti la sua insostituibile attività, la sezione torinese è alla ricerca di nuovi volontari. Gli interessati possono telefonare al numero 011 53 55 67 oppure scrivere una e-mail all’indirizzo univocto@univoc.org.

Uffici aperti fino alle 20 ogni primo giovedì del mese
La nostra sezione offre un nuovo spazio di incontro: il primo giovedì di ogni mese la sede di corso Vittorio Emanuele 63 chiude alle ore 20. Dalle 18 alle 20, infatti, i locali restano a disposizione di tutti: comitati, commissioni e settori di lavoro interni alla sezione, gruppi di soci che vogliano riunirsi per discutere, organizzare iniziative o semplicemente scambiare quattro chiacchiere. Per particolari esigenze logistiche (relative, ad esempio a tavoli, sedie, etc.), è preferibile avvisare in anticipo la segreteria.

I comitati Pari Opportunità e Centralinisti incontrano i soci
Ogni venerdì, dalle 17 alle 18, nella nostra sede di corso Vittorio Emanuele 63, un componente del Comitato Pari Opportunità, a rotazione, sarà disponibile per incontrare, anche telefonicamente, chiunque abbia quesiti da sottoporre, proposte da suggerire o semplicemente voglia conoscere le tante attività che la nostra sezione organizza a sostegno delle donne con disabilità visiva.
Anche il Comitato Centralinisti propone un’iniziativa analoga: il lunedì dalle 17 alle 18 è possibile confrontarsi su necessità e problemi legati a questa professione.

Primo anno al Centro Riabilitazione Visiva di Ivrea: facciamo il punto
La nostra sezione ha appena festeggiato il suo primo anno al Centro di Riabilitazione Visiva (Crv) di Ivrea. Attualmente i disabili visivi residenti nel Canavese possono contare su un’ampia rete di servizi: dai corsi di informatica alla ginnastica posturale, dall’assistenza scolastica alla consulenza pensionistica, dalla musicoterapia per adulti e bambini ai gruppi di auto-mutuo-aiuto, senza dimenticare gli incontri di lettura e il corso di cucina, che sta riscuotendo notevole successo. Tra le ultime proposte, “Sinfo-Ascolto”, un percorso di avvicinamento alla musica classica. E’ stato anche attivato un servizio di trasporto, che permette di raggiungere più facilmente il Centro. Per informazioni 0125 41 48 83, crvivrea@libero.it

Violenza contro le donne: mai abbassare la guardia
Le donne cieche e ipovedenti rischiano di essere due volte discriminate: in quanto donne e in quanto disabili. Ecco perché non bisogna mai abbassare la guardia. Mercoledì 25 novembre 2015, Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne, una delegazione UICI Torino è intervenuta in un’importante tavola rotonda, organizzata da Centro di Supporto e Ascolto contro la Violenza Demetra, Città della Salute e della Scienza di Torino, Ufficio per la Pastorale della Salute dell’Arcidiocesi di Torino. L’incontro si è focalizzato sui casi di violenza che hanno per vittime le persone più fragili (i minori, gli anziani, gli stranieri, i disabili) e ha cercato di proporre alcuni interventi per modificare l’atteggiamento sociale. Sono tutti temi sui quali la nostra sezione, in particolare attraverso il Comitato Pari Opportunità, è al lavoro da anni.

Giornata Mondiale della Vista
Bilancio decisamente positivo per le iniziative di prevenzione organizzate dalla nostra sezione, in collaborazione con l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB), durante la Giornata Mondiale della Vista (8 ottobre). 303 persone sono state visitate gratuitamente da uno staff di oculisti presso il gazebo allestito in piazza Castello. A corollario di questa iniziativa, si è svolto un interessante convegno sulle malattie oftalmiche degli adulti, tenuto dal prof. Savino D’Amelio,  direttore del Dipartimento Malattie Oculistiche dell’Ospedale Oftalmico di Torino.

Seconda Assemblea dei Soci
Si è svolta sabato 21 novembre 2015 nei locali di via Nizza 151 la seconda Assemblea Annuale dei soci UICI Torino. E’ stato un momento significativo, molto partecipato, ma soprattutto connotato da un confronto pacato e di alto livello.
E’ emersa, molto chiara, la volontà dei soci di mettersi in gioco in prima persona, contribuendo all’ampliamento e al miglioramento delle già tante realtà esistenti, dal gruppo anziani ai comitati di supporto per le professioni storiche, dalla polisportiva alle pari opportunità, dalle nuove tecnologie agli interventi socio-sanitari.

Auguri!
La sezione UICI Torino desidera porgere ai soci e alle loro famiglie, agli amici e a tutti coloro che quotidianamente si spendono per i diritti e l’integrazione, i migliori auguri di un buon Natale e di un sereno 2016, ricco di soddisfazioni e gioia.