Sì alle scale mobili per i cani guida, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Modificato il decreto del 1975 che consente ora il transito dei cani sulle scale e tappeti mobili

In relazione all’ignobile cartello di divieto di far transitare i cani guida sulle scale mobili di Lambioi (Belluno), mi preme sottolineare alcuni aspetti della questione con l’intento di ricondurla alla giusta dimensione, a partire dall’accogliere con favore la rimozione dello stesso e dunque l’eliminazione di tale inaccettabile discriminazione.
Ringrazio tutti coloro che si sono spesi affinché ciò diventasse realtà, attraverso un lungo percorso di confronto con le istituzioni, che a mio avviso non è ancora terminato ma che necessita di ulteriori approfondimenti affinché la nuova legge sia davvero adeguata per tutti coloro che ne sono coinvolti.
Il tavolo interministeriale – con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – è stato istituito con decreto dirigenziale 365 del 12 ottobre 2015, in seguito alla problematica posta da UICI riguardo l’accesso di persone non vedenti su scale mobili accompagnate da cani guida. E’ bene sapere che, come riportato dallo stesso decreto, scale e tappeti mobili non sono considerati mezzi di trasporto, bensì impianti di trasporto pubblico e pertanto sottoposti a specifiche norme di sicurezza, tra cui il divieto di farvi transitare animali.
Oggi, con la proposta di modifica al decreto ratificata in Gazzetta Ufficiale il 5 gennaio 2018, è consentito l’uso al transito su scale o tappeti mobili ai cani guida dichiarati idonei da strutture o scuole specifiche riconosciute dall’UICI,  ricordando, inoltre, che il cane guida che accompagna la persona non vedente deve essere obbligatoriamente assicurato contro i danni a terzi. Pur rallegrandomi per questo importante traguardo raggiunto, questa legge è certamente migliorabile poiché di fatto esclude una parte di persone che, per ragioni diverse, auto addestrano il proprio cane o si affidano ad addestratori privati. A tale riguardo tengo a sottolineare che l’UICI non si è mai voluta arrogare il diritto di diventare ente certificatore per educatori cinofili, ma la modalità, anche provvisoria, per risolvere la questione non poteva esser diversa che indicare le scuole di addestramento presenti sul nostro territorio, le quali rilasciano il tesserino che identifica l’animale come cane guida. Consapevoli di questo condizionamento, voglio sperare che non ci si accontenti di questo primo obiettivo e che il futuro non si giochi solo a colpi di polemiche sui social, piuttosto adottando un dialogo costruttivo affinché non esistano più cani di serie A e B. Ciò attraverso la collaborazione con le istituzioni e le scuole affinché si possa individuare una modalità percorribile che includa anche i cani che ciechi e ipovedenti hanno addestrato, non sempre potendo scegliere, con una percorso extrascolastico.
Vi ringrazio per l’attenzione.

Mario Barbuto