Avere la gioia e la fortuna di leggere un libro è meraviglioso, ci arricchisce interiormente ed è particolarmente costruttivo.
Questo mio pensiero infatti, scaturisce proprio dalla lettura di un libro che mi ha particolarmente coinvolto.
Grazie alla registrazione audio prodotta dal Centro Nazionale del libro Parlato UICI “Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti”, ho potuto scaricare e leggere l’audiolibro intitolato “Il Maestro Dentro”, libro scritto dal Maestro Mario Tagliani.
Mario è un Maestro che da oltre trent’anni, insegna nel carcere minorile “Ferrante Aporti” collocato presso la città di Torino.
Andando avanti nella lettura, sono rimasta profondamente colpita, letteralmente entusiasta, assolutamente folgorata da quelle sue dettagliate descrizioni e dalle sue approfondite e non comuni attenzioni nel raccontare le storie dei minori detenuti del “Ferrante Aporti” ed in seguito del carcere per adulte e allo stesso modo, nel riuscire a non giudicare le persone ma nel valutare esclusivamente la loro dignità di esseri umani, riuscendo così a dare luogo ad un libro veramente straordinario e soprattutto vero.
Ho potuto inoltre verificare attraverso il libro la sensibilità del Maestro Tagliani, dato che tra le tante storie dei ragazzi ospiti del “Ferrante Aporti”, racconta di aver contribuito a dare luogo ad una partita di basket tra disabili in carrozzina e ragazzi del carcere minorile in modo da mettere a confronto due realtà assolutamente diverse ma uniche ed unite tra loro.
Amo le storie vere, così mi sono abbastanza ritrovata leggendo i racconti di quei ragazzi ed in seguito delle detenute presso il carcere per adulte, dato che a causa della mia cecità dalla nascita, per motivi di studio, ho vissuto per 12 anni in un istituto fino al conseguimento del diploma magistrale.
Certamente il collegio non può essere paragonato ad un carcere, però, leggendo il libro, ho sentito una specie di collegamento tra me e quelle persone.
Mentre ascoltavo con particolare attenzione la lettura professionale del lettore, pensavo che avrei potuto scrivere al Maestro Tagliani per esprimergli le mie opinioni in proposito, per fargli i miei complimenti, e perchè no, per condividere il tutto telefonicamente insieme ai miei amici attraverso una sala telefonica che da anni coordino con vera passione ed impegno.
Detto fatto!
Mi metto alla ricerca di un indirizzo mail del Maestro Tagliani che non trovo, così decido di scrivere direttamente all’indirizzo mail dell’istituto “Ferrante Aporti” ed ecco improvvisamente giungere lo squillo del cellulare durante una normale serata, è il Maestro Mario Tagliani!
Non credo alle mie orecchie, entrambi siamo emozionatissimi ed il Maestro accetta immediatamente l’invito a trascorrere una serata telefonica insieme a me e al mio gruppo di amici.
Mario Tagliani che prima d’ora non aveva mai avuto esperienze con persone non vedenti, è stato entusiasta di poter conoscere il nostro mondo dalla maggior parte della società sconosciuto ed ignorato.
Alla fine della nostra conversazione stabiliamo il giorno dell’incontro telefonico che avverrà regolarmente giovedì 16 giugno 2016 dalle 21 alle 23 circa.
A questo punto, vorrei chiarire a chi legge che esistono in Italia alcune sale telefoniche che vengono utilizzate comunemente per relazioni di affari o conferenze e che noi ciechi ed in particolare io ed un gruppo di amici, utilizziamo per incontrarci essendo per noi difficoltoso farlo di persona, scambiarci quattro chiacchiere e far intervenire delle persone con particolari tematiche da esporci e condividere.
Con noi al telefono nella nostra sala Mario Tagliani si è rivelato essere una persona straordinaria, assolutamente aperta a rispondere alle domande dei componenti del gruppo, molto entusiasta del proprio lavoro che svolge da oltre trent’anni, durante la serata inoltre sono stati letti dal Maestro stralci del libro che abbiamo precedentemente scelto insieme e dato che praticamente conosco bene il libro, attraverso la scrittura braille, ho voluto onorare il Maestro della lettura della Prefazione e della Recensione del libro scritte entrambe da Fabio Geda e questo ha ulteriormente emozionato Mario Tagliani.
Un altro particolare momento, l’abbiamo vissuto quando il Maestro ha voluto che raccontassi personalmente in presenza dei miei amici una delle storie contenute nel libro e mi ha fatto molto piacere, in quanto non era previsto e mi ha emozionato poichè il Maestro Mario mi ha resa partecipe di qualcosa di assolutamente suo, grazie.
Ringrazio il Maestro Mario per aver voluto essere telefonicamente con noi e per la professionalità con cui ha trattato determinati argomenti, ringrazio tutti i miei amici che in questo progetto hanno voluto sostenermi contribuendo a dare luogo ad una serata assolutamente singolare.
Vivo intensamente ogni giorno della mia vita e trovo anche forza e coraggio durante i momenti più difficili, dato che credo che la bellezza la si debba cercare soprattutto nelle situazioni che ci sembrano prive di sogni.
Ho vissuto una serata speciale incontrando telefonicamente una persona speciale e degli amici speciali, quindi ho sentito con il cuore di condividere un importante momento attraverso questo mio pensiero.
Patrizia Onori
“Commento del Maestro Mario Tagliani”.
“Un incontro inatteso”…
L’incontro con Patrizia è stato per me inatteso ed intenso. Sin dall’inizio, il suo linguaggio carico di energia ed entusiasmo mi ha coinvolto, suscitando grande simpatia. Nei nostri contatti, rileggendoli, ritornavano espressioni pregne di vitalità come “forza”, “coraggio”, “impegno” e “condivisione”; un biglietto da visita per presentare una persona che vive la propria esistenza in modo esemplare, senza cedere allo scoraggiamento dell’opaco sopravvivere.
Verrebbe scontato pensare che forse ne avrebbe motivo, insieme ai suoi amici che condividono questa privazione, la cecità, ma nulla ho sentito di più lontano da lei (e da loro) che sentirsi spenti o impotenti di fronte alla vita. E’ stato un incontro davvero fecondo, mi piace definirlo così.
Abbiamo incominciato a parlarci del libro, di me, di lei e proprio attraverso questo scambio sono riuscito ad intravvedere alcuni elementi che ci accomunavano, rendevano vicine due esperienze apparentemente lontane e distanti: l’esercizio della mia professione di maestro, quotidianamente a contatto con il dis-agio e la sua esistenza provata dalla dis-abilità.
Ci univa un DIS. L’agio ed il disagio; l’abilità e la disabilità.
E così pensai immediatamente al muro del Ferrante, “l’alto e lungo muro di cinta, alto e grigio, alto e sormontato da una rete metallica” che vorrebbe nascondere al mondo quella triste ma troppo vera realtà dei minori che lo abitano; una realtà scomoda e pesante perché ci interroga sulle nostre responsabilità sociali e civili. E’ un mondo sconosciuto ai più. Esattamente come quello della disabilità visiva che Patrizia mi ha fatto incontrare: un mondo sconosciuto e ignorato dalla maggior parte della società. Ora ci trovavamo vicini, impegnati entrambi ad abbattere quei muri, che privano la realtà della sua autentica essenza: la verità.
A questo punto Patrizia mi propone di condividere, con altri amici non vedenti, il nostro confronto sul libro e sulle tante tematiche che lei sa intercettare con grande sensibilità, decifrandole in profondità. Così accetto l’incontro in audio conferenza e sento per la prima volta parlare di “Sala telefonica”. Qui colgo il secondo contatto, la tecnologia. Attraversano la mia memoria i tempi dei Commodore 64: era stata una vera rivoluzione, tecnologica e didattica. “Le ore diventavano più leggere e stimolanti per i ragazzi, ci si dimenticava che la scuola era stata, in un altro periodo, un luogo di sofferenza e di punizione. Molti di loro scoprivano di avere doti impensate…”. La tecnologia veniva ad alleviare una incapacità ma soprattutto la sofferenza che ne derivava. E la sala telefonica mi pareva assolvere la stessa funzione di allegerire ciò che invece rappresenta oggettivamente un ostacolo spesso insormontabile: muoversi in autonomia e agevolmente.
Ancora una volta ci trovavamo sorprendentemente vicini.
L’incontro mi coinvolge lasciandomi entusiasta per tanti motivi. Intervengono tanti amici, carichi di energia e di voglia di vivere, come Patrizia. Incredibile!! Poi, scosso da tanta emozione, ritorno in me e mi vedo, insieme a lei, a condividere e a diffondere quotidianamente lo stesso forte messaggio (che quasi mi aveva spaventato per l’intensità). “La bellezza si nasconde soprattutto nelle situazioni che ci sembrano prive di sogni”.
Il disagio come la disabilità divengono allora una opportunità di impegno, di ricerca di senso e di bellezza, un esercizio di purificazione dello sguardo sul mondo, capace di vedere ciò che è invisibile agli occhi.
Grazie, Patrizia!
Mario Tagliani