Presentazione candidatura, di Marino Attini

Autore: Marino Attini

Credo nella condivisione della propria conoscenza e del proprio sapere, credo che ognuno di noi abbia avuto la predisposizione o la passione per qualcosa, sia esso legato alla scienza, alla medicina, allo sport o alla politica, un qualcosa che possa diventare un filo conduttore della propria vita inducendoci a dare il meglio di noi stessi guidati da una predisposizione innata che ci facilita nella comprensione e nella divulgazione di quegli argomenti quasi fossero parte del nostro carattere e di noi stessi. Nella ferma convinzione di quello che ho appena scritto, credo di poter dare un fattivo contributo in quello che è stato un po’ il filo conduttore della mia vita, la convinzione che guardando verso il futuro, verso la scienza, verso la tecnologia, verso i traguardi dell’uomo si possa migliorare la qualità della nostra vita, in termini di salute, di quotidianità, di confort, di comunicazione, e, non ultimo, di accessibilità e di autonomia personale.

Sono nato a Trieste 59 anni fa con una complessa patologia visiva che però mi ha permesso di avere un piccolo, ma importante, residuo visivo e, fin da piccolo, nonostante le mie difficoltà, ho avuto la curiosità e il fascino di conoscere come funzionano le cose e ben presto inizio a  smontare radio, televisioni e giocattoli per vedere come fossero fatti dentro. La passione per l’elettronica mi porta a diplomarmi in elettronica digitale e successivamente a studiare informatica e nel 1986 entro in Olivetti quale responsabile del settore computer presso un  prestigioso concessionario, nel 1994 fondai la Software Service, una società di consulenza software che venne poi portata avanti da mia moglie mentre io venni assunto da INSIEL la società in house che gestiva l’automazione degli ospedali e della pubblica amministrazione del Friuli Venezia Giulia, con quasi 1000 dipendenti, dove ebbi l’incarico di seguire la ricerca sulle nuove tecnologie legate alla multimedialità e l’elettronica di consumo, nonché quale referente per le tecnologie per l’accessibilità e la disabilità. In quegli anni mi occupai di divulgazione tecnologica e di formazione con molte esperienze di docenza presso l’Università di Trieste e di Udine, dopo 15 anni di servizi giornalistici, divenni un importante referente stampa per SMAU, la più importante fiera italiana dell’informatica e delle tecnologie per l’ufficio. Grazie a queste mie esperienze nel campo della comunicazione, venni premiato da Intel per la divulgazione scientifica nel campo delle nanotecnologie, nel frattempo nel 2005, divenni socio dell’ Unione  italiana dei ciechi e degli ipovedenti sezione di Trieste dove cercai subito di mettere in pratica le mie conoscenze con corsi di formazione nell’ambito dell’accessibilità dei dispositivi informatici, inoltre, il mio residuo visivo mi permise di accompagnare molte persone e amici con patologie visive più complesse e privi dell’autonomia personale, questo mi fece capire quanto io fossi fortunato e quanto sarebbe stato un mio dovere mettere a frutto tutte le mie esperienze pregresse a favore di questo obiettivo. Il 2013 fu l’anno in cui andai in pensione e nello stesso tempo venni colpito da una terribile tragedia che, dopo 32 anni di felice convivenza, mi vide perdere in pochi mesi mia moglie. L’aiuto dei soci e dell’Unione ciechi fu per me fondamentale e, da lì a poco tempo scrissi un progetto molto ambizioso di un bastone elettronico per ciechi che potesse in qualche maniera dare un concreto aiuto a tutti quelli che mi volevano bene e agli altri meno fortunati e, nello stesso tempo, potesse ricordare in degno modo la memoria di mia moglie LETIZIA, per questo volli chiamare questo ambizioso progetto LETIsmart, nella speranza che un giorno qualcuno leggesse il mio scritto e lo mettesse in pratica. Se è vero che la vita sa essere crudele, poi sa essere anche molto generosa, la mia può esserne una chiara testimonianza, pochi mesi dopo, la ditta Scen, specializzata in prototipazione microelettronica, decise di sposare la mia idea e di intraprendere questo progetto come percorso etico. Depositai il brevetto nel 2016 e firmando un documento di specifica rinuncia a qualsiasi forma di guadagno, essendo questo un sogno per ricordare mia moglie e per fare del bene al prossimo, iniziai la realizzazione concreta di questo progetto, forse questa mia sincera volontà è stato il volano che ha fatto sì che oggi il sistema LETIsmart sia installato, funzionante e utilizzato con grande soddisfazione su tutta la città di Trieste, sia in fase di installazione in altre città come Udine, Pordenone, Mantova, Matera, Como e, forse per la prima volta, sia stato totalmente sviluppato da noi ipovedenti e non vedenti e sposato e fatto proprio dall’Unione italiana Ciechi con l’obiettivo di farne uno standard nazionale, cosa che per me rappresentava un sogno irrealizzabile solo qualche tempo fa. Credo questo possa essere un fattivo esempio di quello che io intendo offrire per mettere a fattore comune le mie conoscenze e dare il massimo aiuto alla nostra grande associazione.

Attualmente sono presidente della sezione UICI di Trieste, faccio parte del consiglio di amministrazione di INVAT, curo e conduco la rubrica radiofonica di tecnologia “orizzonti multimediali”su Slash Radio Web.

Credo e spero che questo mio scritto possa farvi capire quale sia la mia volontà e quanto possa essere utile la mia presenza nella squadra che guiderà la nostra Unione, in un futuro in cui la tecnologia può fare una parte importante nella nostra vita, sottolineando il fatto che il Braille, il bastone bianco e il cane guida, rimangono sempre i punti cardine della nostra autonomia, ma convinto che la ricerca e l’evoluzione tecnologica possono indubbiamente migliorare le nostre condizioni di vita, di salute, di autonomia, e di confort.

Se credete in quello che avete letto, datemi la vostra fiducia ed aiutatemi in questo obiettivo con il vostro voto. Grazie.