Pordenone – Teatro accessibile: una primizia da cogliere

Domenica 27 novembre 2016, al teatro Mascherini di Azzano Decimo (PN), è andata in scena la commedia “Dio. Che spettacolo!” di Woody Allen, a cura del gruppo teatro universitario di Udine. La particolarità dell’evento consisteva nel rendere pienamente accessibile una rappresentazione scenica attraverso idee semplici ma efficaci, adattate alla disabilità sensoriale. Sia ciechi che sordi, quindi, potevano gustare e comprendere a pieno una rappresentazione senza perdersi nulla. Così, mentre i sordi avevano i loro interpreti Lis che spiegavano in diretta l’andamento scenico, per i non vedenti era prevista un’entrata anticipata in teatro, con visita guidata sul palco, per potersi rendere conto delle dimensioni dello stesso, di come era allestito e conoscere direttamente i personaggi e i costumi che indossavano. Durante la rappresentazione, poi, attraverso un’audiodescrizione non registrata ma orchestrata in diretta, è stato possibile seguire nei minimi particolari la scena e i suoi cambiamenti. Il fatto che l’audiodescrizione fosse in diretta ha reso ancora più importante e prezioso lo svolgimento e la fruibilità dell’evento, costringendo il narratore in cuffia ad un delicato ruolo, sincronizzato al meglio con gli eventi sul palco, attento a non essere invasivo o a sovrapporsi con dialoghi, musiche ed effetti.
Alla fine, il tutto si è rivelato soddisfacente e gratificante, per l’impegno che questi ragazzi universitari hanno profuso, per l’idea avuta, proposta tramite un apposito progetto, premiato dalla regione Friuli Venezia Giulia.
Unica pecca, a mio modesto avviso, una partecipazione della nostra categoria numericamente non consona alle aspettative e al merito, che rischia di mettere in discussione la bontà dell’idea e dell’evento.
Quando mai infatti capita di andare a teatro e di rendersi conto dello spazio effettivo sul palco, di cosa hanno addosso gli attori e di cosa avranno in mano in scena?
Grazie pertanto al Gruppo teatro universitario di Udine e da queste righe, seppur modeste, un grande incoraggiamento a continuare, ad insistere e a riprovarci in quanto l’idea è ottima, il senso è giusto e col loro impegno si possono raggiungere grandi risultati, anche perché, a loro dire, non servono enormi risorse per rendere accessibile un testo teatrale. Sicuramente vi sono testi che si prestano difficilmente alla resa accessibile, ma questo tipo di approccio nei nostri confronti va senza ombra di dubbio supportato, condiviso e adeguatamente gratificato con una sostenuta partecipazione. Non destiniamola quindi alla discarica delle occasioni perse!