Fonte: La Vita (inserto de L’Avvenire)
Un aiuto importante che arriva attraverso un “piccolo” servizio di volontariato presso l’unione italiana ciechi
Quando è il cuore a vedere non ci sono barriere o differenze insuperabili. Rendersi disponibili, anche soltanto con qualche ora del proprio tempo, può cambiare la vita e diventare un contributo importante per chi è più in difficoltà. Giuliano Menku, giovane pistoiese (27 anni) si è prestato come volontario per l’unione Italiana dei ciechi e ipovedenti. “Ho scelto questa esperienza – spiega Giuliano – perché una conoscenza in comune all’unione me ne ha parlato. Era un periodo in cui cercavo un’opportunità lavorativa e mi è sembrata un’ottima idea candidarmi per poter fare esperienza e rendermi utile per il prossimo”. “Il mio servizio – racconta il giovane volontario – consiste nell’aiutare i soci che richiedono un servizio all’Unione però, in questo momento, gli accompagnamenti non possono essere fatti per via del Covid, quindi mi limito ad aiutare in Unione quando c’è bisogno e in molti casi preparare i cd per i soci che richiedono qualche titolo tramite il libro parlato oppure a spedire mascherine a chi le richiede”. Confrontarsi con il limite degli altri è sempre un’opportunità di crescita personale. “le mie impressioni – commenta Giuliano – sono di un’esperienza positiva che mira a capire le esigenze delle persone non vedenti. Molte volte si danno per scontate tantissime cose. Avere la possibilità di poter prendere spunto da chi non ci vede, ti fa capire che la vita ha mille sfaccettature e che non bisogna mai sentirsi soli. Un’esperienza del genere aiuta a crescere sotto il lato umano. In questo progetto come attraverso qualsiasi altro servizio, aiutare persone che hanno più difficoltà di noi deve essere un dovere per tutti, non è assolutamente tempo perso ma ci arricchisce umanamente”. L’unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti è nata nel 1920. “Fu una vittoria straordinaria dal punto di vista umano e politico – scrive Tiziana Lupi, la presidente della sezione locale – perché da quel momento fu possibile costruire un percorso in nome dei diritti di tutti.”
“Alla base di questo grande traguardo – spiega Tiziana – vi fu la convinzione che la reale integrazione sociale dei non vedenti si potesse ottenere solo se i non vedenti stessi si fossero impegnati direttamente per la rivendicazione dei loro diritti di uomini e di cittadini”. A Pistoia l’Associazione è attiva dal dopoguerra: “L’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti a livello provinciale è stata fondata il 1 gennaio 1948. Siamo un ente morale preposto all’assistenza, alla tutela dei diritti materiali e morali dei non vedenti, all’attività di segretariato sociale. Svolgiamo anche servizio di Caf e patronato. Promuoviamo il collocamento mirato lavorativo delle persone minorate della vista, svolgiamo consulenza e attivazione di sistemi informatici e software per favorire l’autonomia e la comunicazione dei soci. Siamo inoltre attivi sul territorio con campagne di sensibilizzazione sulle problematiche della prevenzione della cecità e per l’abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali. Provvediamo inoltre al reperimento di ausili per l’autonomia domestica e generica e siamo costantemente impegnati per la fruizione dell’arte da parte dei non vedenti. Forniamo assistenza per scaricare audiolibri attraverso il Libro Parlato. Annualmente organizziamo gite sociali, la gara sportivo dilettantistica Peschiamo insieme e la partecipazione a mostre ed eventi culturali”. Il Covid ha complicato e in parte bloccato alcune iniziative, ma l’impegno dell’associazione prosegue lo stesso. “Al momento – spiega Tiziana – abbiamo tenuto incontri socio culturali in modalità on line. Il prossimo 17 aprile si terrà l’assemblea ordinaria dei soci della nostra sezione in modalità virtuale attraverso la piattaforma zoom”.
Per info www.unioneciechipistoia.it