Palermo, Scompare il prof. Giuseppe Buttitta. Due parole quasi in silenzio

Autore: Franca Maria Secci e Peppino Re

Lunedì 30 marzo, nella sua casa di Bagheria, si è spento il prof. Pino Buttitta, all’età di 88 anni. un insegnante di rilievo della scuola speciale elementare annessa all’Ist. per Ciechi Florio e Salamone fra gli anni cinquanta e gli ottanta, dirigente provinciale dell’unione di Palermo fino a qualche anno fa, ed esponente di primo piano nel campo dell’Istruzione … Un dirigente, un esperto, forse dimenticato troppo velocemente.
Quando pensiamo a lui, tutti ricordiamo il suo carattere bonario, la sua disponibilità, i suoi modi gentili e l’accoglienza con cui ti ascoltava e interloquiva. Ma noi che lo conoscevamo più profondamente, sapevamo leggere nei suoi modi e nei suoi discorsi, assai spesso nei suoi silenzi, tutta la problematicità di un uomo sensibile che dà molto agli altri e si aspetta maggiore attenzione, comprensione e amicizia.
Ha frequentato la scuola elementare presso l’Istituto per ciechi di Palermo dal 36 per poi proseguire gli studi nella media inferiore e nel liceo classico di Bagheria. Laureato in filosofia presso l’Università degli studi di Palermo, ha poi conseguito l’abilitazione magistrale e la specializzazione presso l’istituto romagnoli, e ha insegnato ininterrottamente fino al 1985 presso la scuola elementare speciale dell’istituto di Palermo.
Sentiva fortemente l’insegnamento come missione e si è impegnato in questo campo, sperimentando le tecniche e i sistemi che potessero favorire la esplorazione tattile e la manualità, consapevole che i ragazzi non vedenti puntano assai spesso sul verbalismo. Per lui il punto centrale era e restava il Braille, come sistema di scrittura e lettura da possedere autonomamente, e come input per l’utilizzo pieno del tatto. Sia a scuola che all’Unione curò con cura le biblioteche di testi in Braille; oggi diremmo vanamente visto come sono ridotte.
Ma, con gli amici amava proprio divertirsi, giocando a scopone interminabili partite con un agonismo sorprendente. Dilettava la compagnia suonando il pianoforte o la fisarmonica per animare gruppi di ballo tradizionali. Aveva il gusto di scoprire nei viaggi il fascino del confronto e delle novità per conoscere di tutto.
era molto legato alla sua famiglia, alla moglie Carmela, e alla figlia Francesca che ha seguito con affetto nel suo processo educativo, guidandola anche nell’affrontare i problemi della minorazione visiva. dal confronto con la figlia ha finito col rendersi conto della grande importanza dell’informatica per ampliare le proprie letture, e ha colto in pieno la funzione socializzatrice che può avere lo sport come attività quotidiana per la emancipazione dei non vedenti.
Per me, Peppino, era un insegnante integerrimo da bambino, e un amico tollerante che operava all’interno della dirigenza associativa. Era il volto di chi opera attivamente senza cercare compensi o cariche; era lo specchio di una onlus reale.
Per me, Franca, è stato un amabile collega, quando da giovane, mi sono trasferita a Palermo dalla Sardegna e ho cominciato ad insegnare nella sua stessa scuola, e un valido punto di riferimento nel lavoro e nella vita.
Tutti gli amici che lo hanno conosciuto non possono che ricordarlo come una persona cara e riservata, con le parole più semplici che egli preferiva e, nel momento della sua scomparsa indirizzargli un saluto quasi in silenzio.

Franca Maria Secci
Peppino Re