12 Maggio ore 17,00
Museo Tattile Statale Omero, Ancona
ANCONA – Venerdì 12 maggio alle 17,00 presso la Sala conferenze del Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana di Ancona la giornalista Rai, Daria Beni, presenta il nuovo libro di Augusta Tomassini Mi chiamo per nome – Ombra e luce (Edizioni Helicon, 2016). E’ la quarta raccolta poetica dell’autrice marchigiana, un libro dalle forti emozioni che aiuta a comprendere le difficoltà della vita. La Tomassini è consigliera e referente per le pari opportunità del Consiglio Regionale delle Marche dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti e componente della Commissione Pari Opportunità tra uomo e donna del Consiglio Regionale delle Marche. La lettura delle poesie è a cura dell’artista Francesca Guidi, maestra dell’Arte dei Led che espone in sala i suoi quadri luminosi. Interverranno anche Aldo Grassini, Presidente del Museo Tattile Statale Omero, Alina Pulcini, Presidente del Consiglio Regionale UICI Marche, Anna Salvucci, Vice Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Marche.
Breve Biografia
Augusta Tomassini (Fossombrone (PU), 1955, poetessa contemporanea e da sempre impegnata e attenta al sociale. Augusta ha pubblicato quattro libri: “Volo dell’anima, Poesie dall’ombra” (2013); “L’altra me, bagliori in…Versi” – Edito da Helicon di Arezzo (2014) con cui ha vinto il concorso Internazionale Itinerante Word Literary Prize e “Sulle Ali del Tempo, riflessi di luce” – Ed. Pegasus (2015), risultato vincitore a S. Marino. “Mi chiamo per nome, ombre e luce” edito dalla casa editrice Helicon (2016).
Ha ottenuto vari riconoscimenti in Premi Letterari e sulla sua poetica si sono espressi favorevolmente il critico letterario dottor Michele Miano la dottoressa Cristiana Vettori e la dottoressa Anna Maria Pecoraro, prof. Haidar Hafez studioso, scrittore, poeta e candidato nobel per la pace. L’ispirazione di Augusta si sostanzia in “una ricerca interiore costituita da tre raccolte di liriche, apparentemente accomunate dallo stesso leit motiv – la sofferenza – ma di fatto costituiscono un percorso interiore ben preciso scandito da momenti diversi.”
Sinossi
Ogni nome racchiude un significato, spesso legato a quelle emozioni più viscerali che sia accostano agli attimi più importanti della nostra vita. Augusta con questa silloge fa un bel salto di qualità, ritornando alla base dell’essenza, all’incipit che ha dato origine a quello che è la sua poetica, al cuore pulsante di tutto che anima e schiude quei cassetti o apre porte o scaraventa giù muri: lei stessa.
“Mi chiamo per nome”, incipit con cui alimenta un susseguire di descrizioni che la portano ad analizzare sé stessa, attraversando la sua parte più intima, fatta di ricordi, di presenze quotidiane costanti, di atti d’amore, di gesti semplici ma così unici. Luci ed ombre che si prendono per mano, a braccetto con il tempo e sorridendo, accarezzando il lettore, donando forza protettiva e coperta che riesce con amore a sopportare anche la solitudine “offuscata” o colorando l’anima. Ci sono cose che si vedono oltre lo sguardo mortale, e trovano la vera libertà in quell’orizzonte o in quel battito d’ali, dove “pensieri indistinti” tinteggiano e formano sfumature vivaci.
Info
Museo Tattile Statale Omero Mole Vanvitelliana – Banchina Giovanni da Chio, 28
Tel. 071 2811935 email: info@museoomero.it – www.museoomero.it #museoomero
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Monica Bernacchia
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