Al centro della vita associativa ci sono le singole sezioni; io sono stato presidente di una sezione piuttosto piccola come Imperia e di una piuttosto grande come ora Genova. Di fronte ad un congresso in cui certamente si discuterà di rivedere lo statuto della nostra associazione mi sembra ineludibile porsi il problema di come affrontarlo davanti alla situazione delle nostre sezioni. E’ vero che in quest’ultimo anno si sono fatti dei grossi passi avanti: il fondo di solidarietà in un momento di notevoli difficoltà economiche è stato portato a un milione di Euro e la lotteria Louis Braille è interamente destinata alla finanza delle sezioni. Grazie per queste iniziative; ma se dobbiamo guardare al futuro, bisogna che ogni delegato al congresso (oltre a tutto inviato dalla sua sezione territoriale) sappia capire e prendere decisioni che riguarderanno sicuramente anche il futuro della sezione che lo ha inviato. Io faccio una certa fatica ad accettare che il nuovo presidente sezionale sia eletto dall’assemblea dei soci e non dal consiglio che dovrà presiedere così come si ventila, così come faccio una certa fatica a immaginare che le assemblee sezionali non inviino più al congresso direttamente loro delegati. Lo so che queste due affermazioni sembrano in contraddizione, da un lato rivendico l’elezione del presidente sezionale solo nelle mani del consiglio, mentre dall’altro rivendico all’assemblea sezionale l’elezione dei delegati al congresso, sottraendola al previsto consiglio regionale; però le mie perplessità restano nel cercare di garantire il massimo di percorribilità insieme al massimo di democrazia possibile. Altro problema riguarda la gestione quotidiana delle sezioni: penso che in questo senso debbano essere notevolmente potenziate le capacità d’intervento dei consigli regionali, attribuendo loro la gestione del personale, aumentando il loro peso nella gestione economico-finanziaria delle sezioni, sgravandole di molti obblighi che oggi le rilegano ad una contabilità veramente difficile da sostenere in termini economici e di tempo. Immagino inoltre che il nuovo statuto dovrà tener conto della nuova situazione italiana dove le provincie avranno sempre meno peso, se non verranno abolite del tutto; quindi bisognerà pensare ad una definizione diversa di sezione sul territorio, in modo da poter garantire la presenza dell’Unione in tutta Italia, senza immaginare sezioni con 2 o 3 soci solo perché lì una sezione ci deve essere. Per tutte queste ragioni invito tutti i delegati e quanti sono interessati a questi problemi, ad approfondirli in modo da arrivare al Congresso con le idee chiare su cosa vogliamo per il futuro delle nostre sezioni, oltre che per quello dell’Unione; non basta certamente rifarsi a cosa pensa qualcun altro, bisogna penso poter essere convinti di come si vota, di cosa si propone e si sostiene in modo che la conclusione del dibattito tenga conto del maggior numero di punti di vista possibili e sia una sintesi condivisa il massimo possibile arricchita da tutte le nostre esperienze personali.
Eugenio Saltarel