Nell’anno in cui si celebra il bicentenario dell’invenzione del Braille, la predisposizione della sua candidatura per l’inserimento nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO assume particolare significato. La candidatura non riguarda il sistema Braille in sé, in quanto codice di lettoscrittura, ma il suo utilizzo e insegnamento, avendo come obiettivo la valorizzazione di un bene tuttora vitale per le persone non vedenti. La spinta per la proposta è partita dalla Germania e dalla Francia, attraverso le rispettive associazioni di persone con disabilità: nel 2020, la Germania ha inserito l’uso del Braille nel proprio inventario nazionale del patrimonio culturale immateriale, su iniziativa della Federazione tedesca dei ciechi e degli ipovedenti (DBSV). Nel 2023, un processo analogo si è concluso in Francia, grazie all’associazione “La Culture de l’Art”. L’istanza di candidatura sarà inviata all’UNESCO entro la fine di marzo 2026, ma l’inserimento effettivo dell’uso e dell’insegnamento del Braille nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale richiederà tempi presumibilmente lunghi. Attendiamo, pertanto, fiduciosi la fine di questo complesso percorso, nella consapevolezza che il suo esito favorevole rappresenterà un prestigioso riconoscimento per un rivoluzionario sistema di lettoscrittura, ancora oggi fondamentale per i non vedenti.
Ulteriori dettagli a riguardo si possono trovare nel seguente articolo del bollettino dell’Unione Europea dei Ciechi (EBU):