Giornata Nazionale del Braille – 21 Febbraio
Caro Collega,
l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia, in occasione del prossimo 21 Febbraio, giornata del Braille sancita con legge del Parlamento, rivolge un invito ai sindaci e ai consigli comunali perché in tutti i paesi e in tutte le città d’Italia che ancora non vi abbiano provveduto, venga intitolata a Louis Braille una via, una piazza, un’area pubblica, come proposto dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.
Non si tratterebbe soltanto di un omaggio al grande inventore del sistema di lettura e scrittura tattile a uso dei ciechi, ma della riproposizione di un tema di grande attualità nella memoria e nell’attenzione dei cittadini.
Il sistema Braille, inventato a Parigi quasi duecento anni fa, ha rappresentato e ancora oggi rappresenta per tutti ciechi nel mondo, la vera opportunità per respingere lo spettro dell’analfabetismo e per fruire, al pari degli altri cittadini, dell’istruzione, della cultura, dell’informazione.
La modernità e l’efficacia del sistema, se mai ve ne fosse ancora bisogno, sono ulteriormente dimostrate dal suo impiego sempre più ampio nell’ambito delle tecnologie informatiche e digitali, dove oggi viene addirittura integrato sotto forma di tastiera virtuale come mezzo di scrittura touchscreen.
Milioni di ciechi in Italia e nel mondo, leggono, lavorano, studiano, si informano, grazie al Braille e a tutte le sue applicazioni, non solo come mezzo di lettura sulla carta stampata, ma anche come sistema di comunicazione tramite computer e tablet e perfino, appunto, come strumento di scrittura virtuale sugli schermi degli smartphone.
L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, tramite la Presidenza Nazionale e tutte le sezioni locali e regionali, è a disposizione dei sindaci e delle amministrazioni comunali per dare attuazione alla proposta che senza alcun onere finanziario, contribuirà a mantenere viva tra i cittadini la memoria del grande inventore francese Louis Braille e a rinnovare l’attenzione sensibile verso le persone più svantaggiate affinché possano concretamente esercitare i propri diritti di uguaglianza e di cittadinanza.
Cordiali saluti,
Piero Fassino