Gentile signora Beatrice,
come vede non la chiamo né signor Ministro né Onorevole perché preferisco rivolgermi alla Sua sensibilità di donna al di sopra del suo ruolo istituzionale.
Io sono un novantenne ipovedente ma non mi rivolgo a Lei per chiederLe qualcosa di personale, ma per parlarle di centinai di bambini colpiti da una patologia che rischia di compromettere fino a conseguenze estreme la loro vista.
Le sto parlando di cataratta congenita un male che colpisce i piccoli al momento della nascita, e in quanto classificato tra le malattie “rare” sottovalutato del servizio sanitario. Ma definire “rara” una patologia che colpisce mediamente un bimbo ogni duemilacinquecento nati lo ritengo quanto meno azzardato.
Se Lei pensa che basterebbe un semplicissimo test, non invasivo e di un costo irrisorio, l’esame del riflesso rosso, per evitare le conseguenze di un intervento tardivo e che questo test viene effettuato obbligatoriamente solo in un paio di regioni, potrà capire l’angoscia di tante famiglie che causa una diagnosi molto tardiva temono che i loro figli siano menomati visivamente per il resto della vita.
Oltretutto bambini in gravi difficoltà che avrebbero il diritto di usufruire della legge 104, almeno nel periodo delle cure che comportano interventi chirurgici ripetuti, spesso vedono respinte le loro domande perché nella commissione giudicante manca la presenza di un oculista e purtroppo chi dovrebbe dare il giudizio non è competente in materia.
Io, gentile signora, sono iscritto alla Unione italiana ciechi, e siamo in molti, ma mi piange il cuore al pensiero che i nostri associati possano aumentare di numero con l’ingresso di bambini solo perché una grave malattia è stata sottovalutata colpevolmente.
I bambini, non dimentichiamolo mai, sono il nostro futuro, il futuro della nostra nazione e hanno il diritto di essere tutelati.
Io per tutto quanto le ho esposto Le chiedo solo di incontrare una delle centinaia di mamme di bimbi colpiti da cataratta congenita, ce ne sono diverse anche a Roma.
In tal modo Lei potrebbe conoscere a fondo il problema che sommariamente io Le ho esposto ed intervenire con la Sua sensibilità di donna, ma in questo caso anche di rappresentante delle Istituzioni.
Sono certo di ricevere da Lei una risposta con le indicazioni per un incontro con una o più mamme dove e quando Lei riterrà opportuno.
RingraziandoLa di cuore per la Sua cortese attenzione con sincera stima Le porgo i miei più cordiali saluti.
Vezio Bonera
Lettera aperta di un associato Uici, di Vezio Bonera
Autore: Vezio Bonera