Istruzione – Voci dall’Osservatorio per l’inclusione scolastica del Miur. Il primo giorno di Osservatorio…, di Marco Condidorio

Autore: Marco Condidorio

Abstract: Tra le criticità cui l’inclusione scolastica deve il proprio insuccesso, va individuata nella formazione inadeguata e sommaria degli insegnanti per il sostegno, causa programmi universitari privi di finalità didattiche e operative, lontani dagli ambienti ove lo studente in situazione di disabilità affronta in solitudine il proprio percorso scolastico. Risultato, l’inclusione si presenta come insuccesso formativo, nessuno degli attori, preposti per l’attuazione della normativa in materia di inclusione scolastica e dei processi ha competenze specifiche né sa cosa significhi valutare, certificare gli obiettivi dell’autonomia e degli apprendimenti disciplinari.

Marco Condidorio

 

Pochi attimi per potersi ambientare; esplorare l’ambiente, capirne gli spazi e le persone attorno al grande tavolo; sedersi lì, dove Ministri della Repubblica italiana e Sottosegretari della Pubblica istruzione hanno fatta la storia della nostra scuola; dove direttori e funzionari hanno scritte le fatidiche O.M. e le C.M. In quella sala, denominata “ Sala dei Ministri” sono nate leggi come la 118, norma a favore dei mutilati ed invalidi civili di cui cito in particolare gli articoli:  27 e 28 che trattano rispettivamente della eliminazione delle barriere architettoniche e degli  edifici di nuova costruzione e dell’obbligo d’istruzione che deve avvenire nelle classi normali della scuola pubblica salvo i casi in cui il soggetto sia affetto da gravi deficienze intellettive o da menomazioni fisiche di tali gravità da impedire o rendere molto difficoltoso l’apprendimento o l’inserimento nelle predette classi normali, a cui seguono negli anni alcune iniziative che danno origine al  processo di scolarizzazione, nella scuola pubblica di tutti, per tutti, degli alunni disabili; tale percorso legislativo culminerà con la scrittura da parte del legislatore della famigerata 517 del 1977, legge con cui lo Stato italiano decretava la chiusura definitiva delle scuole speciali.

Ecco, essere lì; essere uno tra i molti; qualcuno tra pochi o, forse solo un’idea tra le mille che hanno viaggiato attraverso l’Italia dei banchi sgangherati; delle lavagne impolverate di gesso, nelle aule fatiscenti, luoghi provvisori per migliaia di alunni; respirare l’aria densa del tempo, limpida della sua storia, la nostra; essere lì e risentire le voci dei programmi “Gentile”, quelli del “cinquantacinque” e dell’ottantacinque, sino a quelli dei moduli, tanto rivoluzionari e didattici rispetto a quelli del maestro unico, così severi e oramai troppo vetusti; essere lì da adulto col cuore di studente, forse ancora bambino; essere in quel luogo ogni giorno, per tutti questi anni di scuola, oggi “Buona scuola” e pur sempre con tutti i suoi difetti e, perché no, magari con anche qualche pregio, per esempio quello d’essere comunque la scuola di tutti, per tutti, almeno nel principio del dettato legislativo e secondo la stessa Costituzione, argomento questo su cui avremo tempo e modo per dibattere (si leggano gli articoli 3, 34 e 38 senza escludere gli articoli 2 e 4, essenziali per comprendere le ragioni storiche ed evolutive riguardanti la persona in situazione di disabilità e lo stesso ambiente).

Entrare in quel luogo, così importante per storia e stile architettonico, ha suscitato in me un certo fascino nonché imbarazzo; eppure, dopo pochi minuti, ho avuta la sensazione d’essere al posto giusto, forse anche al momento giusto, vedremo!

Accanto a me, oserei dire in posizione di esperto, c’è stato l’amico Luciano Paschetta, referente per la  scuola della Fand Federazione Associazioni Nazionali Disabili.

E comunque, nella sala dei ministri, sono state scritte alcune parti della legge 107 del 13 luglio 2015, conosciuta come “Buona scuola”.

Cosa vuol dire essere componente dell’Osservatorio per l’inclusione scolastica; cos’è questo organismo istituzionale del Ministero per la Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca denominato Osservatorio?

Perché è così importante?

Andiamo per ordine, cos’è l’Osservatorio e di cosa si occupa: ha funzioni e compiti di tipo consultivo su: il monitoraggio del processo per l’integrazione scolastica, allo scopo di sostenere e facilitare l’attuazione degli obiettivi previsti dalla legge 104/92; gli accordi inter-istituzionali per la presa incarico del progetto globale di vita e di integrazione di alunni con disabilità; della piena attuazione del diritto allo studio, formazione degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali; di sperimentazione, innovazione metodologico-didattica e disciplinare; e in ultimo, ma non perché meno importante, anzi, a mio avviso è un poco il nucleo dell’Osservatorio, ha quello di potersi esprimere sulle proposte e i diversi disegni di legge, concernenti ovviamente la scuola, con propri pareri e iniziative, nonché sui regolamenti.

Il 10 agosto di quest’anno la Ministra Giannini firma il Decreto con il quale viene ricostituito l’Osservatorio per l’inclusione scolastica degli alunni disabili.

L’Osservatorio si articola in una consulta delle associazioni e in un comitato tecnico scientifico.

La consulta è composta dalle due federazioni Fand e Fish rappresentate dalle rispettive presidenze nazionali e da ben dodici associazioni federate, di cui sei con la Fand e sei con la Fish; vi sono poi alcune associazioni non federate come Fiaba e l’Associazione italiana dislessia.

Vediamo ora la composizione del comitato tecnico scientifico: i due presidenti delle due federazioni Fand e Fish, che fungono da ponte tra la consulta e lo stesso CTS e dai quattro direttori generali, uno per il personale scolastico, uno per gli ordinamenti, uno per i sistemi informativi e uno per l’Università.

Sono poi presenti docenti, dirigenti scolastici, neuropsichiatri infantili, pedagogisti, il rappresentante del Ministero del Lavoro e quello della Salute.

La novità è che, da quest’anno è presente nella compagine dello stesso CTS il CNUDD (Conferenza Nazionale Universitaria Delegati per la Disabilità).

Si stima che gli alunni frequentanti le università italiane, in situazione di disabilità, siano circa l’uno per cento della popolazione studentesca; per essere concreti, qualcosa come quindicimila persone integrate nei normali percorsi di laurea.

In ultimo, mi sia concesso un cenno all’impianto giuridico, da reputarsi sostanziale, dell’Osservatorio, in particolare quello della consulta e cioè che, per il fatto d’avere come direzione generale, quella dello studente, sia espressione del diritto “soggettivo” dello studente dunque anche di quello in situazione di disabilità , in quanto persona avente diritti e doveri e d’altro canto l’intera struttura quale Osservatorio per l’inclusione degli alunni disabili, pur presieduto dal sottosegretario Davide Faraone è egregiamente diretto dal Dott. Raffaele Ciambrone in qualità di Dirigente Ufficio IV – Disabilità della Direzione Generale per lo Studente, l’integrazione e la partecipazione.

Su cosa abbiamo lavorato in questa prima seduta di insediamento e già operativa?

Per rispondere alla terza ed ultima delle tre domande, desidero sottolineare come lo sviluppo dei lavori abbia riguardato principalmente tre temi cari non soltanto alla nostra Associazione l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e al nostro Istituto I.Ri.fo.R. ma all’intero comparto scuola, a tutto il mondo dell’istruzione e della  formazione ovvero la formazione dei docenti per il sostegno e di quelli curriculari; la continuità didattica e la tutela degli alunni disabili sia in termini di sicurezza scolastica che di utilizzo e di accessibilità degli stessi ambienti.

In sintesi l’intervento del sottoscritto ha riguardato i punti sopra elencati confermando, inoltre, la linea proposta dalle federazioni Fish e Fand alla luce dell’ipotesi legislativa 2444, evidenziando tuttavia che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti intende intervenire riguardo la formazione dei docenti con proposte operative che tengano conto delle specificità legate alla minorazione visiva nonché quelle del plurihandicap ove la cecità sia la disabilità prevalente.

Inoltre, è stato evidenziato come, sia gli ipovedenti che i ciechi assoluti, trovino difficoltà di frequentazione degli ambienti scolastici per le diverse barriere non solo architettoniche ma anche di tipo ambientale come la cattiva illuminazione e l’uso di materiali e superfici non idonee.

Infine, ho presentato il Master universitario in Educatore Tiflology Assistant promosso e sostenuto dall’ I.Ri.Fo.R. nazionale in collaborazione con l’I.Ri.Fo.R.  Molise, l’Unimol (Università degli Studi del Molise) e dalla presidenza nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti come progetto pilota per la formazione anche di futuri insegnanti per il sostegno; , a tal fine, dunque, in merito a quanto appena detto desidero precisare quanto segue:  il Ministero ha istituiti cinque tavoli di lavoro per la discussione dei nove punti della delega, di questi alcuni sono accorpati e discussi attorno ad un medesimo tavolo.  Vediamo quelli relativi al primo tavolo tecnico: il primo gruppo tratta della promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità; del ruolo  e della formazione iniziale dei docenti (da intendersi, qui,  di quelli per il sostegno); la continuità didattica.

In breve, il Governo ha convocato cinque “gruppi operativi”  per lavorare attorno a 9 argomenti che raggruppano i vari punti per i quali è necessario predisporre i decreti delegati attuativi della L.107/2015. Ne cito solo alcuni: l’inclusione degli allievi con disabilità; il sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni; la revisione dei percorsi di istruzione professionale; la formazione iniziale dei docenti e l’accesso all’insegnamento.

In qualità di componente dell’Osservatorio delegato in rappresentanza del Presidente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, desidero evidenziare l’importanza che riveste la presenza della stessa UICI all’interno di un organo istituzionale di così alto valore politico, poiché è in tale sede che la nostra Associazione in modo democratico e collegiale, pur dialettico,  può dibattere su temi più caldi quali: l’istruzione , la formazione e l’inclusione scolastica degli alunni non vedenti assoluti e di quelli ipovedenti gravi e con disabilità aggiunte. La formazione dei docenti curricolari e per il sostegno, per proporne non solo il percorso universitario, ma il riconoscimento giuridico circa la specificità, superando lo steccato della formazione di base, per noi generica e insidiosa.

Il nostro Presidente nazionale Mario Barbuto, ha voluto e creduto moltissimo nell’istituzione di un gruppo di lavoro quale è quello, oggi, della Direzione nazionale, puntando l’accento proprio sui temi dell’istruzione e della formazione; temi questi a cui sarà bene che siano affiancati da quello del lavoro, dell’informazione e della comunicazione.

La Commissione Istruzione e Formazione della nostra Associazione, di cui la Direzione nazionale mi ha affidato l’alta responsabilità operativa ed associativa, ha di fronte a sé una strada aperta, certo non scevra di insidie di carattere politico, talvolta persino di tipo ideologico, ostacoli non da aggirare bensì da comprendere, sino a trasformarli in punti di forza, magari giungendo, dopo un confronto dialettico, ad una sintesi dai risvolti positivi, umanamente accoglibili e condivisibili come, per esempio,  una normativa equa, solidale e paritaria. In tutto ciò è indispensabile il concorso di tutti, dell’intero mondo associativo e civile, delle istituzioni e dello Stato.

Marco Condidorio