Il Delegato “Virtuale” del XXIV Congresso Nazionale dell’UICI, di Giovanni Cancelliere

Autore: Giovanni Cancelliere

“La Rappresentanza esperienziale dal divano di casa”

È difficile così a caldo, terminati i lavori solo da poche ore, partire nel racconto di questa prima esperienza da delegato della Sede Territoriale di Matera; il XXIII Congresso ero presente come supplente del precedente Presidente impossibilitato a partecipare, adempiendo nei miei compiti di Vicepresidente come previsto da Statuto, le decisioni prese sempre al telefono come mero esecutore.

Partecipare all’evento per eccellenza della vita di una organizzazione, nel centenario di fondazione è sicuramente un evento importante che non tutti hanno la possibilità, la fortuna di farne parte.

La pandemia è riuscita a far spostare la sede del Congresso in sei mesi da Genova a Roma e in fine nel salotto di casa.

Parto dalla fine ringraziando tutte le persone che non sono apparse durante le dirette Streaming ma che hanno permesso a noi tutti di fronteggiare questa nuova forma di partecipazione.

Sicuramente era impensabile fino a qualche mese fa, ma abbiamo dimostrato che le difficoltà che molti di noi sono abituati a sopperire durante il vivere quotidiano sono state propedeutiche nel non fermarci, a non rinviare come alcuni tra noi volevano, mettendo in discussione la legalità stessa del Congresso.

La volontà della Dirigenza uscente di svolgere il XXIV Congresso in piattaforma ZOOM è stata vincente, impensabile di rinviare ed entrare in gestione ordinaria di questi tempi.

Il dovuto svolgimento in piattaforma potrebbe far pensare ad una asettica attività amministrativa che non è stata tale ma anzi la tecnologia ha agevolato il voto sia nelle fasi preliminari, nelle fasi delle commissioni e infine nelle approvazioni dei documenti, dello Statuto e nel voto dei consiglieri, nella conferma del Presidente Mario BARBUTO.

Cos’è successo dai nostri device, lontani da Via Borgognona?

Dove è stato possibile rispettare le norme del distanziamento si sono aperte le sedi territoriali e regionali vivendo appieno l’essenza del congresso dalle stanze dove si svolgono realmente la vita e le attività a contatto dei soci; questo non ha nulla a che fare con l’asettica attività amministrativa, come anche, dove non è stato possibile ciò, attraverso il telefono, wathapp, Messanger scambiare idee, impressioni, sulle varie fasi, atti politici reali, vissuti con le emozioni di sempre per questa “vecchia signora centenaria” che si rinnova nei suoi iscritti, rappresentanti, modalità di interpretare e sviluppare il meglio per i propri associati in primis ma anche  per coloro non iscritti ma nelle condizioni della disabilità visiva nelle sue varie sfaccettature.

Gli ospiti numerosi ed eterogenei del panorama politico intervenuti hanno dato il senso pieno del lavoro trasversale svolto in questi cinque anni a conferma che le nostre argomentazioni non hanno appartenenza partitica ma l’interesse  di politiche sociali.

Cosa ci lascia questo Congresso?

Possiamo, in futuro, sfruttare meglio le tecnologie Assistive;

Possiamo sviluppare modalità diverse per far funzionare le nostre strutture;

Abbiamo l’obbligo di fare rete con le altre sedi a tutti i livelli;

Contattare anche a distanza i nostri soci più lontani dalle nostre sedi e rendere effettiva la loro affiliazione, ci ha lasciato anche, di fatto, la consapevolezza del rinnovamento iniziato cinque anni fa e della spinta, che la pandemia ha reso tutti noi consapevoli che dobbiamo sburocratizzare, per impiegare il nostro tempo nella progettazione di vecchi e nuovi servizi per tutti noi.

Ho apprezzato le competenze presenti tra i candidati, rinforzando al meglio l’idea dei Padri Fondatori di spirito di servizio, sensibilità, umanità ed interesse all’altro,  che oggi non sarebbero più sufficienti per la difesa appropriata dei disabili visivi senza le su dette competenze tecniche, formative, pedagogiche, giuridiche, organizzative, politiche.

Il cuore prima di tutto ma l’appropriatezza delle competenze svincola il vecchio adagio dell’appartenenza del territorio per chi dovrà sviluppare funzioni nazionali con visioni globali.

Buon lavoro ad ognuno nei ruoli di servizio di cui dobbiamo rendere grazie alla nostra Unione.