In questi 4 anni di attività abbiamo raggiunto i risultati che ognuno può prendere visione dagli articoli di archivio nella sezione Comitati e Commissioni > Comitato Fisioterapisti del nostro Giornale UICI online; riscrivere il tutto in un articolo sarebbe ridondante e autocelebrativo, sicuramente sarà presentato un articolato tra i documenti che affluiranno al prossimo Congresso Nazionale quando, Covid-19 permettendo, sarà svolto.
Gli obbiettivi prefissati nel 2016 di Vision e Mission erano i seguenti:
“Il nostro lavoro si deve rivolgere verso la professione sanitaria e gli standard E.B.P. senza passi indietro verso forme di mera beneficenza o assistenza passiva; il nostro lavoro deve produrre opportunità a chi vorrà, in futuro, affacciarsi alla professione del fisioterapista.
La salvaguardia di tutte le professionalità presenti nel nostro ambito, con un riguardo più attento ai post’99. Sviluppare sinergie con le categorie dei vedenti, non soltanto sotto il profilo giurisprudenziale ma, anche della professionalità, attraverso corsi di formazione E.C.M. Mappare tutte le università pubbliche e private accreditate per concordare e offrire più opportunità di posti dedicati ai nostri ragazzi.”
Chi ha seguito il nostro lavoro sa della buona riuscita degli obbiettivi intrapresi ma, proprio per questo vorremmo una contiguità nel progetto di questo Comitato; I percorsi intrapresi dai Comitati susseguiti dalla fine degli anni novanta, spartiacque fu la riforma della definizione di Sanità e percorsi formativi del tutto nuovi dei professionisti sanitari, hanno avuto momenti di alto respiro anche per i periodi storici susseguiti e gli interpreti che ne sono stati coinvolti, ne voglio ricordare alcuni che abbiamo avuto la fortuna di conoscere personalmente e di apprezzare il loro impegno: Beppe Ambrosino, Carlo De Angelis fino agli ultimi due con cui abbiamo avuto un rapporto più diretto per una consequenzialità temporale e sono l’amico Peppe Vitale e l’infaticabile Mirella Gavioli.
Chi legge può pensare che stiamo scrivendo la fine programmatica e l’esaurimento dei nostri intenti, ma così non è. I punti che sintetizziamo come best practice di questo quadriennio sono:
- tre Corsi formativi da 50 E.C.M. ognuno altamente professionalizzante in collaborazione con IRIFOR Sede Centrale;
- il lavoro svolto sulle due leggi di inquadramento 3/2018 e 145 sempre del 2018 in sinergia con l’ufficio Lavoro e l’ufficio dei rapporti politici della Sede Centrale;
- accessibilità ai test di ingresso D.U. per Fisioterapisti delle Università di Torino, Sede distaccata di Bolzano dell’Università di Parma e Università di Napoli: vanno i nostri più sentiti ringraziamenti a chi in quei territori ha creduto in questa possibilità e parlo dei PP. Provinciali di Torino Avv. Lepore, di Bolzano l’amico Valter Calò, di Napoli l’amico Mario Mirabile.
- il lavoro svolto per il mantenimento dei 5 posti di riserva presso la Sede universitaria di Firenze per il D.U. in Fisioterapia in stretta collaborazione con il Presidente Regionale Antonio Quatraro e del Provinciale di Firenze Nicolò Zeppi.
Tutto quanto sopra non sarebbe stato possibile se il nostro gruppo di lavoro non fosse stato sempre supportato dal Direttivo Nazionale UICI e dal C.d.A. IRIFOR Nazionale.
Perché ora questo preambolo? Ci accingiamo dal prossimo fine settimana a rinnovare le cariche operative delle sedi Provinciali e Regionali, a loro volta dovranno ridefinire o riconfermare le cariche consultive come i rappresentanti della nostra categoria lavorativa; coloro che rappresenteranno le 19 regioni e le due PP AA dovranno individuare i 5 che sostituiranno questo gruppo di lavoro che, fino a quel momento, continuerà ad operare ed evitare la vacanza di rappresentanza che nel 2015 post congresso si è manifestata fino alla metà di settembre 2016. Noi crediamo che fin da subito i colleghi delle singole regioni e province autonome dovrebbero comprendere che la rappresentanza deve avere un valore di spessore culturale e professionale più elevato anche nei nostri riguardi; quello che è avvenuto negli ultimi due anni non deve essere solo una constatazione dei fatti ma deve essere il viatico verso un alzare l’asticella della conoscenza professionale, gestionale, delle varie anime di questa professione che non è solo del lavoro tutelato.
Qualcuno ha avuto l’ardire di chiamare questo Comitato “Tecnico scientifico” e non crediamo che lo abbia chiamato in questo modo solo per pomposità o autoreferenzialità ma, forse, gli sarebbe piaciuto che un giorno ci sarebbero stati rappresentanti al suo interno capaci nella produzione di lavori con pertinenza di Ricerca scientifica e forse con coloro che in questo periodo sono usciti dalle università, il senso compiuto del suo nome potrebbe avverarsi? Utopia? Dipende se ognuno che ha avuto un suo ruolo sia territoriale che nazionale sarà in grado di anteporre gli interessi del futuro della categoria alla propria persona: abbiamo tutto il tempo nei nostri territori per valutare, interagire, coinvolgere le nuove generazioni professionali per trasformare un’utopia in qualche cosa di reale e tangibile… L’occasione si presenta una tantum, non la buttiamo via. Buona partecipazione democratica a tutti e buon voto.