Comincia il nuovo anno scolastico 2016/2017 e, come al solito, si presentano varie difficoltà per l’integrazione scolastica dei ragazzi non vedenti e ipovedenti. Piuttosto che continuare a fare varie dissertazioni circa la soluzione delle carenze sull’integrazione scolastica, cerchiamo di essere più pratici ed intervenire in loco. Le Provincie, che prima fornivano i servizi di assistenza scolastica domiciliare ai sensoriali, a causa della mancanza di fondi, si rifiutano di fornire i finanziamenti per l’assistenza scolastica domiciliare. E che dire sulla buona scuola? I presidi fanno notare che mancano insegnanti col titolo di sostegno e sono disposti a utilizzare insegnanti precari anche senza titolo. Certamente l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti non può rimanere a guardare. Ad Agrigento prima, e a Palermo il 12 settembre, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, famiglie, alunni ed operatori hanno manifestato per sollecitare la Regione Siciliana a finanziare servizi per l’integrazione scolastica domiciliare dei sensoriali. A mio avviso ogni sezione provinciale dell’ Unione Italiana Ciechi deve operare nel territorio provinciale e, essendo rete sociale del territorio, deve cooperare con le scuole provinciali. Cosa significa “friggiamoci con il nostro olio”? Nell’anno scolastico 2015/2016 l’alunna Giorgia Lo Monaco, ipovedente, ha frequentato l’ultimo anno della scuola materna. Lo scrivente, prof. Calogero Zarcone, presidente onorario della sezione provinciale UIC e ipovedenti di Agrigento, nella qualità di responsabile del Gruppo Istruzione sezionale e tiflologo, in collaborazione con la famiglia e la dirigente della scuola Lauricella, sita in Agrigento, ha insegnato a Giorgia l’apprendimento di scrittura e lettura del metodo Braille. Siamo all’inizio dell’anno scolastico, grazie alla collaborazione della stamperia regionale siciliana, sita a Catania, Giorgia .è in possesso dei testi scolastici, ed è in grado di scrivere e di leggere il suo libro di lettura. Nella qualità di tiflologo ho avuto modo di incontrare tanti ragazzi che in terza elementare o quarta o prima media non sapevano leggere e scrivere e svolgevano programmi ridotti. Senza aspettare la manna dal cielo, con il nostro intervento precoce, Giorgia Lo Monaco è in grado di frequentare regolarmente la prima classe elementare. Rilevo con piacere che in Abruzzo è stata istituita all’Università la cattedra di tiflodidattica: ben vengano le varie iniziative per formare docenti ed utilizzarli per i ragazzi non vedenti ed ipovedenti inseriti nelle scuole. Come Unione, dal mio punto di vista, la sezione provinciale dell’UIC e Ipovedenti di Agrigento, è attrezzata con un gruppo di volontari che sono disponibili a intervenire presso le famiglie e le scuole. La figura del tiflilogo che, fino ad oggi, ha svolto attività di volontariato, dovrebbe essere istituita come figura stabile nella sezione provinciale e intervenire personalmente e quotidianamente e servirsi di collaboratori. Presto in sezione faremo un corso di 60 ore formato da docente per l’apprendimento del Braille, docente per la didattica speciale e un terzo docente per la tifloinformatica. Il tiflologo chi è costui? A mio avviso, in attesa che lo Stato istituisca la cattedra di tiflodidattica, il tiflologo laureato in psicologia e dotato di una profonda conoscenza delle scienze tiflodidattiche, deve essere presente nella pianta organica di ogni sezione ed essere di supporto alla scuola, alle famiglie e ai bisogni speciali dell’educando. Giorgia Lo Monaco ed altri, grazie agli sforzi della sezione provinciale, sono facilitati a proseguire serenamente l’iter del processo educativo. Friggiamoci dunque con il nostro olio, serviamoci di persone preparate nel territorio provinciale al fine di intervenire ic et nunc quotidianamente, senza aspettare miracoli dal ministero o sentenze dei vari Tar regionali. Il processo di integrazione scolastica è un continuum inarrestabile, non possiamo andare indietro nella storia, dobbiamo correre con gli altri, nessuno può essere lasciato a se stesso ma tutti dobbiamo andare verso l’Ovest. La follia di qualcuno che pensa al ripristino della scuola speciale costituisce un fatto antistorico, antisociale e privo di ogni fondamento. Il caso di Giorgina può essere imitato da tante altre nostre sezioni. Nei primi di novembre faremo una giornata di Braille nella scuola di Giorgina, per far conoscere ai suoi compagni di classe come legge Giorgina. Nel 1954 ho sostenuto gli esami di ammissione per frequentare la scuola media, nel giugno del 1957 ho conseguito con merito la licenza di terza media e nell’anno 1961 al liceo classico Empedocle di Agrigento ho conseguito la maturità classica a mio totale rischio e nessun aiuto statale e porgo un sentito grazie, alla fine di questa relazione, ai compagni di classe che si prestavano in mille modi aiutandomi a crescere e maturare insieme a loro.
Il caso di Giorgia: friggiamoci con il nostro olio, di Calogero Zarcone
Autore: Calogero Zarcone