Grazie Mario! Storia di un Centro che sembrava un tabù, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Carissimi amici,
sarebbe troppo lungo e triste qui rammentarvi le tante sofferenze ed umiliazioni che la nostra Unione e la Federazione hanno dovuto subire da dieci anni a questa parte per dare vita al “famoso” Centro per ciechi pluriminorati di Roma.
E tutto ciò a causa delle ostilità delle altre associazioni di minorati della vista e delle incomprensioni della politica e della burocrazia deputata ad erogare il finanziamento della Legge 278 alla Pro Ciechi.
Ma finalmente, la forza, l’autorevolezza e la caparbietà dell’UICI e della Federazione, più unite che mai in tale nobile causa, hanno trionfato, vincendo una battaglia che, diciamolo francamente, anche a molti di noi pareva perduta.
Infatti, con l’acquisizione dello spazioso immobile di Via Pollio 10 in Roma (circa 3500 metri quadri con terrazzo, cortili esterni e giardino) avvenuta lo scorso 28 Maggio da parte della Federazione, tutte le “peripezie” e vicissitudini degli anni scorsi sembrano ormai acqua passata e sono alle nostre spalle, permettendoci di “guardare” al Centro non più come ad un sogno od ad un’”idea platonica”, ma come ad una “realtà” concreta, che tutti noi potremo toccare con mano in tempi molto rapidi.
Un Centro polifunzionale di alta specializzazione per la riabilitazione dei ciechi pluriminorati è questo il nostro preciso obiettivo. Un Istituto specialistico di innovazione per l’assistenza dei nostri “fratelli” più sfortunati ciechi con disabilità plurime, che, proprio per tali sue caratteristiche, non ha precedenti in Italia e che si porrà addirittura all’avanguardia rispetto alle analoghe strutture che operano già nel resto del mondo.
Tale “MIRACOLO” lo si deve oltre che all’instancabile e tenace iniziativa ed alla competenza del Presidente della Federazione Rodolfo Masto, naturalmente al nostro Presidente Nazionale Mario Barbuto.
Da giovane dirigente dell’UICI e consigliere della Pro Ciechi, sto imparando un “pacco” di cose da Mario.
Mario Barbuto non è soltanto il “nostro Presidente Nazionale, ma è molto di più: lui è un “vulcano” sempre in attività, un “visionario” trascinatore capace di spiegare, sensibilizzare e mobilitare, ma soprattutto un uomo molto pratico, che affronta i problemi con realismo, costantemente in grado di segnalare, suggerire ed all’occorrenza pure imporre a chi di dovere le soluzioni più adeguate.
Senza tali sue doti naturali di “indiscusso e carismatico” leader, sono convinto che anche stavolta non ce l’avremmo fatta!
Il recente “trionfo” di Mario in occasione della Finanziaria e l’epilogo positivo del Centro in oggetto dimostrano e confermano che la sua passione, il suo impegno e la serietà del suo agire quotidiano hanno già iniziato a “contagiare” i nostri politici ed amministratori, e contribuiranno senz’altro a rendere più “facili” le loro decisioni su delicate materie di stretta attualità associativa come la “buona scuola, il nuovo Isee, il nuovo nomenclatore, il lavoro ecc…, proiettandoci verso sempre più importanti e prestigiosi traguardi e conquiste di civiltà.
Ma soprattutto, lo Tsunami Barbuto s’è abbattuto su di noi, avvincendoci e convincendoci che in Federazione non c’è un io od un tu, ma più semplicemente solo un NOI.
Questo è il “grande” insegnamento Barbutiano: soltanto lo spirito di gruppo, l’unità d’intenti e l’”idem sentire” potranno farci vincere le difficili sfide del nuovo millennio e dell’inclusione sociale. Uniti si vince, separati si perde inesorabilmente.
Caro Presidente, a nome di tutto il c.d.a della Federazione e di tutti i ciechi pluriminorati italiani e delle loro famiglie, un sentito, vivo e profondo GRAZIE Mario!
Io ritengo che la lezione che dobbiamo trarre dal successo del Centro per ciechi pluriminorati di Roma è che la collaborazione, ed il lavoro di squadra dovranno essere le “ricette” ed armi vincenti dell’Unione che verrà, sin dal prossimo Congresso di Chianciano.