L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti incontra gli studenti di 2C e 3B
Tutto è iniziato lo scorso anno scolastico con la partecipazione ad un concorso dove la 3B ha creato un libro tattile dal titolo “Il silenzio delle rondini”.
Quest’anno, Alessandra Mambelli, Marco Trombini e Renzo Rimessi dell’Unione Ciechi di Ferrara, ci sono venuti a trovare e hanno spiegato alla 3B ed alla 2C lo scopo dell’associazione che è quello di aiutare ad accettare la propria disabilità e a come fare a svolgere i compiti quotidiani come vestirsi, cucinare, avere cura della propria persona in modo autonomo, tutti compiti che le persone che vedono danno per scontato. Ci è stata proposta una “simulazione” dove siamo stati bendati, abbiamo toccato degli oggetti che dovevamo riconoscere con il solo tatto ed annusato delle spezie. Ci hanno chiesto anche di trovare la porta di uscita dell’aula e, non nego, di essermi trovato piuttosto smarrito. Mi sono chiesto che cosa può fare un ragazzo di 13 anni per aiutare chi è in difficoltà, mi piacerebbe diventare un volontario dell’Unione Ciechi, ma quando sarò più grande. Leonardo Baroncelli
“Mi ha impressionato moltissimo il fatto che queste persone riuscissero a camminare speditamente tra i banchi senza sbattere da nessuna parte oltre al fatto che conoscessero a memoria tutte le vie che percorrono ogni giorno in città. Alla fine dell’incontro ho pensato che nel loro caso, accettare la disabilità sia fondamentale per riuscire a non stare da soli e per integrarsi nella società.” Leonardo Zucchini
“Ci hanno spiegato la lettura della scrittura Braille, l’utilizzo del telefono e altri dispositivi come il bastone bianco. E’ stato un bellissimo modo per entrare nella loro mentalità, per conoscerli e per imparare anche ad aiutarli se qualcuno di noi nella vita ne avrà l’occasione. Ho provato una sensazione strana quando sono entrati: non mi era mai capitato di avvicinarmi ad una donna non vedente, ero stupita nell’osservare i suoi movimenti mentre cercava di capire cosa la circondasse. Ho riflettuto moto su questa attività che mi ha fatto capire quanto siamo fortunati a vedere tutto ciò che ci circonda. Questa esperienza mi ha arricchita.” Chiara Battaglia
“La cosa che mi ha più stupita è che diversi non vedenti, anche senza aiuto sono quasi del tutto autonomi. Quando ho visto entrare Marco e Renzo nella nostra classe, inizialmente ho pensato che ci vedessero perché sono andati speditamente ed in maniera disinvolta alla cattedra, passando attraverso i banchi.” Veronica Balan
“L’esperienza con l’Unione Ciechi è stata molto interessante perché ci ha permesso di capire veramente quanto sia difficile vivere in assenza della vista.”Luigi Buriani
“L’esperienza che abbiamo avuto con l’Associazione ciechi è stata molto bella ed educativa. Sono ancora colpita dalla forza di queste persone che nonostante tutto hanno trovato il modo di sorridere alla vita. Il momento che ho preferito è stata l’esperienza al buio perché mi ha fatto entrare nei loro panni, anche se solo per poco. Sotto la loro guida ti sentivi sicura e riuscivi a procedere nonostante tutto. Un’altra cosa sorprendente è l’autonomia con la quale riescono ad auto gestirsi. Sara Vitagliano
Grazie all’incontro con l’Associazione ciechi ho conosciuto meglio questo tipo di disabilità. Nonostante tutte le difficoltà che queste persone devono affrontare, riescono a vivere una vita felice e a volte anche più spensierata della nostra. Loro si godono ogni momento e questa è una cosa che spesso non facciamo insieme al non prestare attenzione ai dettagli che rendono l’attimo speciale. Ogni dettaglio è fondamentale può infatti permettergli di tornare a casa mentre noi ci limitiamo al contesto generale. Myriam Fabbri
L’incontro con i non vedenti mi ha molto colpito perché mi ha fatto riflettere su quanto sono fortunato. Ad avere le vista. Molte volte sottovalutiamo la fortuna che abbiamo: possiamo vedere la natura che ci circonda, i colori, possiamo fare mille cose. Penso ad un cieco che un giorno diventerà papà e non potrà mai vedere il volto e la bellezza di suo figlio. Hanno una grande forza e con l’uso del tatto, dell’olfatto e del gusto riescono ad apprezzare moto più le cose rispetto a noi. Cristiano Di Benedetto
In allegato il giornalino scolastico da cui è tratto il presente articolo: