Sabato 15 Marzo, dopo 28 anni, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, a seguito delle dimissioni rassegnate per motivi di salute dal prof. Tommaso Daniele, ha eletto, come da statuto, mediante il proprio Consiglio Nazionale, il sesto Presidente del sodalizio. La scelta dei consiglieri nazionali è caduta sul dott. Mario Barbuto, il quale ha riportato ben 27 voti rispetto ai 14 ottenuti dall’altro candidato, il Vicepresidente Nazionale avv. Giuseppe Terranova. Il nuovo Presidente dovrà tra l’altro, traghettare l’associazione alla quale è demandata per legge la tutela e la rappresentanza dei diritti morali e materiali dei ciechi e degli ipovedenti, al prossimo Congresso Nazionale, previsto per il 2015.
L’Unione in questo frangente difficile necessitava di una guida sicura. Il sodalizio deve essere pronto ora ad affrontare le nuove e più ardue sfide poste anche dalle prossime leggi finanziarie 2014 e 2015, oltre che dal processo di riforma politica ed economica che riguarderà l’intero paese e che non può trovare il sodalizio in posizione di attesa o di retroguardia.
Per queste considerazioni fondamentali, occorreva eleggere una persona in grado di guardare all’oggi con la massima attenzione e che contemporaneamente potesse preparare quel domani associativo ritenuto ormai unanimemente indilazionabile per il futuro stesso della Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
La persona in grado, in questo momento, di rappresentare più di ogni altra questo spirito e che possiede i requisiti adeguati ad assumere oggi il ruolo e compito di Presidente Nazionale è proprio Mario Barbuto.
Egli infatti, è in grado di rappresentare a pieno l’unità dell’associazione, da nord a sud; di interpretare il delicato momento tra innovazione e continuità; di ricoprire la carica con la dovuta prudenza e il necessario coraggio.
Mario Barbuto possiede un grado elevato di esperienza professionale, tecnica, politica, associativa e manageriale.
Ha operato per molti anni con efficacia e con successo a tutti i livelli dirigenziali della nostra struttura associativa, sul piano provinciale, regionale e nazionale.
Ma chi è Mario Barbuto e quale è stato il suo percorso all’interno dell’associazione? Lo spiega egli stesso:
“All’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti devo tanto, tantissimo… Per certi versi, tutto… L’istruzione, il lavoro, le soddisfazioni professionali, l’integrazione sociale, sono i frutti più preziosi che questa nostra Associazione mi ha donato nell’arco dei quarantacinque anni di mia appartenenza. Per quanta dedizione io possa mettere nel servirne gli scopi e gli obiettivi, non sarò mai in grado di ricompensare per intero l’Unione di tutto il bene che da essa ho ricevuto. Il bene di vivere una vita pressoché normale, di conservare tutta la mia dignità di persona e di cittadino, di godere di una autonomia personale straordinaria, nonostante il grave handicap dovuto alla minorazione visiva. Bambino del profondo Sud, ho trovato a Catania, la mia città d’origine, un istituto che mi ha accolto per otto anni e ha provveduto alla mia istruzione di base, dotandomi degli strumenti per affrontare un più impegnativo corso di studi a Bologna, città del Nord vagheggiata e temuta allo stesso tempo. Bologna, una città che mi ha catturato con il fascino delle sue architetture e il calore della sua gente, offrendomi un titolo, una casa, un lavoro, una vita sociale degna di essere vissuta. Un lavoro in posizione apicale nel più importante e famoso istituto dei ciechi d’Italia, il Francesco Cavazza, che mi ha regalato esperienze professionali e relazioni umane straordinarie. Gestire un bilancio annuale di alcuni milioni di euro; amministrare un patrimonio immobiliare di qualche centinaio di unità urbane e agricole; coordinare un gruppo di una trentina di dipendenti e collaboratori impegnati in attività tanto diverse quali la formazione professionale, il supporto all’integrazione scolastica, la produzione e distribuzione di ausili tiflotecnici; la produzione e distribuzione di prodotti librari, le iniziative culturali, sportive e del tempo libero. Una città, Bologna, dove ho avuto l’onore, la gioia e la soddisfazione di essere eletto nel Consiglio comunale, nel quale ho lavorato come vice presidente della commissione Bilancio e come componente della commissione Servizi sociali. Una città dalla quale ha preso il via il mio impegno associativo circa quarant’anni or sono, nelle varie e successive funzioni di presidente provinciale, vice presidente regionale, componente del Consiglio Nazionale e della Direzione Nazionale. Proprio in quest’ultimo ruolo, tra l’altro, ho avuto dal presidente Daniele l’incarico di creare il sistema informatico dell’Unione, del quale mi reputo molto modestamente una specie di papà e grazie al quale, già nel 1995 la nostra Associazione risultava dotata di un proprio sito internet e di una rete di posta elettronica estesa alle sedi regionali e alle sezioni provinciali. Per motivi professionali e associativi ho anche avuto l’opportunità di viaggiare molto all’estero e di entrare in contatto con numerose e variegate realtà del mondo delle organizzazioni per ciechi e per ipovedenti in Europa, in America e in Africa, dando così ulteriore corpo al mio personale bagaglio di esperienze e di conoscenze nel settore. Oggi, pertanto, come mai in passato, credo sia venuto per me il tempo di porre la mia modesta persona e la mia umile esperienza al servizio dell’Unione in modo totale e al livello più alto, restituendo così, almeno in parte, con il lavoro e con l’impegno, quanto di prezioso ho ricevuto nel corso di una intera esistenza”.
Conservatore nei valori ma assolutamente aperto e progressista, così si esprime il nuovo Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS:
“Come ha detto e scritto più volte Tommaso Daniele, è tramontato il tempo dell’uomo solo al comando. Mai più dunque, un presidente solitario, unico traino di un pesante rimorchio; al contrario, invece, un gruppo dirigente, compatto, operoso, determinato, alla guida dell’Unione, al servizio della causa dei ciechi e degli ipovedenti italiani. L’Unione, per fortuna, è una struttura associativa fondata su princìpi democratici, grazie ai quali, le più alte cariche si raggiungono solo con il consenso e con il sostegno delle maggioranze, auspicabilmente ampie, significative e qualificanti. La mia disponibilità è totale, il mio impegno, garantito”.
Al dott. Mario Barbuto, nuovo Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, associazione storica che ha ben 94 anni, formuliamo i migliori auguri di buon Lavoro.