Una passeggiata in montagna o quattro tuffi a mare, alla scoperta di borghi antichi, tradizioni e sapori locali. È possibile per una persona disabile vivere in autonomia un periodo di relax?
Considerato che ogni persona disabile porta con sé altre due persone fra accompagnatori, familiari o amici, per soggiorni medi di una settimana e per più di un viaggio all’anno, il turismo accessibile rappresenta un vero e proprio mercato e non una questione etica o di adempimento burocratico. Siccome non ci sono regole precise, il cliente disabile fatica a soddisfare la sua esigenza turistica, spesso anche perché egli stesso talvolta non conosce bene le sue esigenze.
Ma come fare per rendere accessibile una meta turistica?
Non basta rendere accessibile il solo punto di arrivo, ma bisogna che siano accessibili le località di destinazione, cioè la struttura prescelta, i mezzi di trasporto, le strade, gli esercizi pubblici e così via. Il turista disabile deve potersi muovere al di fuori dell’albergo dove ha scelto di villeggiare e deve anche poter trovare, ad esempio, un albergo accessibile nei pressi del museo che ha scelto di visitare.
La conoscenza dell’accessibilità di una meta si diffonde anche col passa parola, dove ognuno fornisce informazioni sulle caratteristiche del posto, per offrire agli altri una panoramica dettagliata del luogo, affinché il cliente sappia a cosa va incontro e possa comprendere se quella destinazione è più o meno adatta a lui.
Anche in presenza di accessibilità è bene far capire ai potenziali clienti come questa è stata realizzata affinché ognuno possa comprendere se il grado di accessibilità della meta gli è sufficiente, considerato che la disabilità non è standard e che le disposizioni sono destinate a un utente standard che potrebbe non corrispondere alle caratteristiche individuali.
Le persone con disabilità, quindi, in vacanza ci vanno se possono.
Oggigiorno ci sono diversi strumenti di autonomia a disposizione del turista non vedente, a partire da Google Maps che è un’applicazione accessibile ed aiuta a prenotare ristoranti, alberghi, il luogo di vacanza, lo stabilimento balneare o la passeggiata. Senza le barriere architettoniche sarà più facile muoversi. Si possono adottare dei rilevatori posizionati sotto l’ombrellone o lungo un percorso che, attivati tramite un telecomando dal non vedente, aiutano ad individuare la direzione verso cui dirigersi, oppure si possono utilizzare dei segni particolari per orientarsi lungo una passerella o un corrimano. Per i momenti di pausa, poi, oltre che lo stare in compagnia, può essere bello ascoltare un audiolibro o della musica rilassante.
L’importante è affrontare la vacanza come un’avventura, senza dimenticare le difficoltà che si possono presentare, chiedendo assistenza in modo corretto a chi si ha intorno e vivere nel miglior modo possibile un’esperienza rilassante che faccia ricaricare, per poi ripartire con sprint.