Cosenza – Un centro polifunzionale per crescere e per aiutare nel territorio, di Pino Bilotti

Autore: Pino Bilotti

L’inaugurazione del Centro Polifunzionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti con sede in Rende (CS), alla presenza del Presidente Nazionale Mario Barbuto, e di molti rappresentanti delle Amministrazioni locali (il presidente della regione Calabria, il sindaco e presidente della provincia di Cosenza, il sindaco di Rende, e tantissimi altri consiglieri ed assessori) ha costituito una occasione straordinaria per riaffermare la nostra presenza nella società e il nostro valore di associazione storica che ha cambiato il destino dei non vedenti portandoli dagli angoli delle strade alle cattedre universitarie.
Grande importanza e rilievo per il futuro dei non vedenti della Provincia di Cosenza che, in questo momento di particolari mutamenti economici, culturali e politici, hanno bisogno di punti di riferimento sicuri e di forme di sicurezza sociale accettabili per scongiurare il pericolo della esclusione a cui li espone la assoluta mancanza di una progettazione dello sviluppo a misura della disabilità, sull’onda delle fredde regole del libero mercato e del profitto.
Il consiglio provinciale cosentino, dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, intuendo tali esigenze ha indirizzato l’organizzazione alla creazione di una struttura,
in grado di soddisfare le esigenze dei minorati della vista e delle loro famiglie, in modo da poter offrire dei servizi che soddisfino le esigenze personali riferite alla minorazione e colmino le carenze create con i tagli alla spesa per l’assistenza, effettuati dalle amministrazioni locali.
Il Centro dovrà essere, attraverso le proprie iniziative e la propria attività a servizio dei soci e non, il punto di riferimento e di rappresentanza della associazione.
Con la società sempre più globalizzata e informatizzata, dove le tecnologie prendono sempre più potere, dove gli spazi si accorciano e i bisogni individuali delle persone aumentano si sta verificando una visibile disattenzione e la perdita del controllo delle necessità di chi soffre.
La globalizzazione, diventa sempre più invadente, enfatizzando le sue possibilità reali nel dare le giuste soluzioni e le giuste risposte alle richieste delle persone.
La minorazione visiva è una disabilità che ha bisogno di risultati concreti e sempre più incisivi fatti di servizi e assistenza, per una maggiore integrazione sociale e culturale del non vedente nel tessuto urbano.
La nostra Sezione capendo il bisogno dei minorati della vista sulle carenze della Informazione, Prevenzione, istruzione, lavoro, assistenza, didattica, condivisione e multifunzione di servizi ha ravvisato l’esigenza di colmare le lacune ponendo la meta di raggiungere gli obiettivi e ottimizzare i servizi facendo confluire nel centro dette attività.
Il centro polifunzionale racchiude pertanto molteplici laboratori come il centro tiflotecnico, l’ambulatorio medico sociale che si apre al territorio con specialisti che offrono il loro tempo come volontariato, un’area multifunzione con 80 posti per convegni e incontri di aggregazione, un’area riservata a momenti conviviali, sociali e di tempo libro, il bar, l’area commerciale che può essere utilizzata anche da professionisti esterni all’organizzazione. Tecnologie e servizi attenti al bisogno della persona, che interpretano le esigenze e le facilitano con le azioni avanzate. Un centro che determina la sua fruizione con percorsi tattili vocalizzati affinché il non vedente possa utilizzare gli spazi avendo l’informazione in tempo reale con informazioni vocali e seguendo sempre le linee dell’accessibilità, un centro che ha tenuto conto anche delle persone ipovedenti semplificando le loro esplorazioni ambientali con simbologie ingrandite e in contrasto di colore.
Consentitemi, in conclusione, di esprimere l’auspicio che queste iniziative possano dare le giuste risposte ai tanti interrogativi, visto che basterebbe un po’ di consapevolezza e conoscenza dei bisogni.
Così, posso dire che sono ottimista. Sì, sono ottimista perché penso che essere ottimisti può aiutarci a continuare le nostre battaglie e a vincere la nostra guerra contro la cecità e la “disattenzione”. Questo è il motivo di crescere per aiutare un territorio che ha bisogno di servizi e strutture sempre più funzionali ed aperte alle esigenze delle persone con difficoltà.
Pino Bilotti