In questi giorni, malgrado le vacanze più o meno meritate, ho dovuto affrontare problematiche burocratiche di vario genere e spesso mi sono trovato a combattere contro i mulini a vento perché la struttura burocratica del nostro bel Paese ma anche quella della nostra associazione sono esattamente la negazione di una organizzazione sociale di livello moderno.
Siamo difronte a un sistema pachidermico che non Sta arrivando! o meglio, non vuole adeguarsi ai tempi, alle necessità di confrontarsi con la globalizzazione.
Il mondo corre e noi segniamo il passo. Normalmente la burocrazia è tipica delle amministrazioni pubbliche ma, per quanto ci riguarda, abbiamo introiettato tanti, troppi difetti della pubblica amministrazione.
Provo solo a fornire degli esempi:
il governo ha deciso che ogni entità che intrattiene rapporti economici con la pubblica amministrazione, deve regolare i rapporti economici con la fattura digitale.
Il problema è che neppure i commercialisti sanno come adeguarsi e come vada gestita la registrazione delle fatture. Questo problema riguarda molte delle nostre strutture sia a livello nazionale che locale e per questo mi voglio augurare che ci si possa pensare in modo unitario.
Si parla da tempo di dematerializzazione ma ancora oggi siamo costretti a compilare tante carte sia da parte delle pubbliche amministrazioni ma anche al nostro interno.
Un altro esempio eclatante è dato dalla firma digitale che per molte azioni potrebbe essere utile ma ancora oggi molte amministrazioni pubbliche non si adeguano.
E noi, noi abbiamo compreso davvero cosa dobbiamo fare per renderci più al passo con i tempi?
A me pare proprio di no malgrado alcuni segnali che ci giungono dalla Presidenza nazionale.
Anche qui provo a fare degli esempi:
il nostro regolamento contabile ci obbliga, in modo semplificato o normale, a tenere i conti con la contabilità dello Stato che, come è noto, si presenta complessa e non certamente trasparente. Mi chiedo se questo non ingessi il lavoro delle sezioni costringendole di fatto a impegnare molto del proprio lavoro in questa incombenza.
Non sarebbe più trasparente un semplice elenco di entrate e uscite compilabile da tutti e con un riscontro reale sull’estratto conto bancario?
I nostri organi associativi sono troppi e spesso troppo burocratizzati.
Penso che in una sezione con meno di cento soci sia anacronistico: prima che la sezione esista, poi che vi sia un consiglio sezionale di sette persone e un ufficio di presidenza. Penso che queste sezioni possano più facilmente operare da rappresentanze locali; se non si riesce a rinunciare alle sezioni, almeno rendiamole agili con un direttivo ristretto che risponda direttamente all’assemblea.
Un altro organo pletorico e poco controllabile dalla base è il consiglio regionale. Si tratta di un organismo troppo bloccato dalla presenza di diritto dei presidenti sezionali e composto da troppe persone. Non sarebbe meglio che un congresso regionale eleggesse un consiglio regionale agile e un ufficio di presidenza con poteri più stringenti? Le assemblee, meglio i congressi provinciali potrebbero eleggere in seno al congresso regionale i loro presidenti locali e questi concorrere alla elezione del consiglio regionale ma non essendo eleggibili perché un organo che esercita poteri di controllo sulle sezioni non può avere al proprio interno il presidente sezionale.
Mi riferisco ad esempio a quelle situazioni in cui il presidente sezionale siede in consiglio regionale, il suo vice in sezione è anche consigliere regionale e spesso anche nell’ufficio di presidenza.
Abbiamo ancora troppi cumuli di cariche non facilmente spiegabili come la carica di presidente regionale e allo stesso tempo quella di consigliere nazionale, dirigente della biblioteca o della federazione e magari anche qualche incarico locale.
Abbiamo troppi dirigenti tutto fare.
Una piccola ma non insignificante questione è quella del nostro tesseramento che ad oggi non è completamente trasparente.
Abbiamo dati incerti e questo complica la verifica dei poteri in tutti gli organi assembleari.
Forse sarebbe il caso di risparmiarci la teoria dei bollini passando a una codifica elettronica. Questo ci permetterebbe di essere più precisi e più veloci nella gestione del tesseramento.
Un passo avanti importante è stato compiuto con il nuovo programma di anagrafica ma dobbiamo compiere un passo in più.
Forse la mia esposizione non sarà stata organica e tecnicamente precisa ma il mio pensiero penso sia chiaro.
Abbiamo un processo decisionale troppo lento e questo non ci consente di rimanere al passo con i tempi.
Spero che il prossimo Congresso possa davvero essere un punto fermo nella nostra riorganizzazione e che segni con forza un punto di discontinuità con il nostro essere troppo ministero e poco associazione.
Risultato di tutto questo? Perdita di aderenti grave che un medico definirebbe emorragica.
Massimo Vita