Una mite sera dei primi giorni di luglio: i miei ragazzi sono usciti lasciandomi sola; cosa fare per colmare questo vuoto ?
Cosa fare in questa solitudine? Non è sempre vero che la solitudine porti soltanto lugubre tristezza! Anzi, ci si può abbandonare ai più liberi pensieri spingendosi fino alla ricerca dell’essenziale; io, seduta all’aria fresca nel mio balcone, ho pensato di leggere qualcosa che potesse occupare piacevolmente la mia mente e, tornata per un momento in casa, ho trovato uno dei nostri giornali ancora chiuso; l’ho aperto, ed ho constatato che trattavasi di un numero arretrato del nostro Corriere Braille; ho voluto leggerlo ugualmente, poiché non mando mai via i giornali senza averli letti! Così, mi sono deliziata nella lettura di: Introduzione al Libro “Qui le domande le faccio io”!
Altre volte avevo già letto: Doniamo pagine al Libro Parlato, ma, siccome non sono abbonata a questo servizio, sorvolavo l’argomento non perché non ami i libri, ma la mia preferenza va alla lettura Braille diretta;leggendo, però, l’introduzione al Libro ne sono rimasta entusiasta; ho apprezzato l’eccellente esposizione, la dinamicità, la scioltezza, l’eleganza e l’impegno profuso nel portare a conclusione questo ardito progetto.
In fine, ho sentito accanto a me una amica che mi ha regalato più di un sorriso e la Sua buona e preziosa compagnia.
Molto spesso mi ritrovo ad apprezzare gli scritti dei redattori, degli articolisti dei nostri giornali elogiando la loro bravura e abnegazione nei confronti di tutta la categoria, ed allora rifletto sul lungo e faticoso percorso affrontato con coraggio e determinazione dai ciechi, ed oggi, è esaltante notare di quanti bravissimi intellettuali si fregia la nostra categoria: professori, docenti nelle più svariate materie di studio, giornalisti, avvocati, parlamentari, impiegati di concetto che mettono a disposizione di tutti la loro competenza tenendo in mano ben salde le redini di guida onde evitare pericolose deviazioni su falsi sentieri o, peggio,indietreggiamenti. Ma poi, anche artisti, musicisti, professionisti, fisioterapisti, centralinisti,artigiani ecc.: dunque, mi pare non ci sia nulla da invidiare al resto della società che ci circonda.
Durante una recente messa domenicale un buon prete, nella sua omelia esordisce con una frase di un grande scrittore di cui ormai mi sfugge il nome (forse alcuni di voi lo riconosceranno): “non c’è felicità senza gratitudine nel cuore”! ed io sento di assecondare appieno questo pensiero!E la prima gratitudine in assoluto è per il nostro Creatore che, seppure apparentemente ha penalizzato alcune sue creature, ma poi le ha privilegiate rendendo anch’esse degne di lode e di elogio.
Evviva! Ai Nostri Grandi che ci onorano con la loro intelligenza, cultura, sapienza, bontà d’animo.
Parteciperò anch’io alla gara di solidarietà “Doniamo pagine al libro parlato”.
Rosalia Vitale
Contributi dei lettori: Elogio ai nostri “Grandi”, di Rosalia Vitale
Autore: Rosalia Vitale