Provo a lanciare un altro argomento di discussione che, spero, possa essere trattato con un approccio nuovo anche in vista della nuova legislatura associativa.
Oggi nell’Unione e negli enti collegati a tutti i livelli sono previsti e spesso erogati gettoni di presenza oltre ai rimborsi spesa per i dirigenti o per i componenti di organismi tecnici.
Chi difende questa scelta sostiene che trattandosi di un lavoro, è giusto che ci sia un riconoscimento che vada oltre ai rimborsi spesa.
L’altra motivazione che spesso si adduce a difesa di questo sistema è quella che permetterebbe anche a chi non ha risorse proprie di potersi impegnare nell’associazione.
Quest’ultima motivazione è usata anche dai politici per il finanziamento pubblico ai partiti o agli organi di stampa.
Ricordo che ne il finanziamento pubblico ai partiti ne quello agli organi di stampa hanno migliorato e allargato la partecipazione politica o l’indipendenza della stampa.
Chi scrive, ha rinunciato a ogni compenso e spesso non prende neppure i rimborsi spesa ma questo vale poco.
Ritengo ci siano da fare due considerazioni:
1. intanto i gettoni sono previsti anche per le riunioni online e ritengo sia poco giustificabile sul piano politico e ribadisco anche poco etico;
2. chi sceglie di lavorare per l’associazione non ci deve rimettere per spese di viaggio e soggiorno ma dovrebbe farlo in modo volontario perché le risorse dovrebbero essere utilizzate per servizi alla categoria e non mi si dica che i soldi in questioni non risolverebbero alcun problema.
Tanti piccoli risparmi, possono costituire un piano di riduzione dei costi strutturali che per altro è un’esigenza mi pare, condivisa da tutti.
Poi, se si pensa che molti hanno più incarichi, i gettoni si moltiplicano.
Potremmo fare molti esempi di pluri-incarichi e non tutti molto trasparenti se non con qualche dubbio di compatibilità Propongo comunque di rendere noto quanto si spende per questi gettoni o indennità e di rendere noto quali incarichi e gettoni hanno i dirigenti e i componenti dei vari organismi. Sarebbe una grande operazione di trasparenza che non viola la privacy di nessuno ma migliora i rapporti interni e elimina le dicerie.
Spero che si possa riflettere e togliere, questa che io considero una macchia, dal nostro vestito associativo.
Massimo Vita