Di seguito la motivazione che il Comune di Como ha pubblicato sulla brochure distribuita alla cerimonia di assegnazione della benemerenza Abbondino d’oro svoltasi in data sabato 10 dicembre 2016 presso il salone d’onore di Villa Olmo a Como.
Unione italiana Ciechi ed Ipovedenti di Como
Per l’impegno fattivo nell’abbattimento delle barriere che impediscono ai non vedenti di essere cittadini a tutti gli effetti, profuso in 70 anni di attività.
La sezione comasca dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti festeggia quest’anno i 70anni di attività. Un traguardo significativo per un’associazione che ha intensamente impegnato risorse umane ed energie per abbattere le barriere che impediscono ai non vedenti di essere cittadini autonomi, cittadini a tutti gli effetti.
L’associazione ha operato per diffondere ai vari livelli gli imprescindibili principi della pari dignità e delle pari opportunità, dei diritti e dei doveri sociali dei disabili visivi. Numerose sono le occasioni offerte ai propri associati e alla città, di istruzione, formazione, riabilitazione. Non sono mancate iniziative dedicate alla cultura, all’arte e allo sport, iniziative pensate come strumenti di crescita e di integrazione personale e comunitaria. I progetti e le iniziative, le difficoltà, il ricordo di chi non c’è più, il cammino percorso, gli amici, di tutti c’è memoria nella riedizione, aggiornata, del volume “Nella notte ci sono anche le stelle” che ha accompagnato i festeggiamenti per i 70anni. Commosso e ripetuto, in particolare, è il tributo a Louis Braille. Superando le barriere della scrittura e della lettura, Braille con la sua invenzione ha regalato ai non vedenti l’autonomia e aperto loro il mondo della cultura. La sua invenzione ha ridotto l’emarginazione ma il cammino, nonostante l’aiuto della tecnica e della tecnologia odierna, non è concluso. Come diceva Giuseppe Fucà, presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi dal 1965 al 1980, “il pregiudizio visivo che crede che negli occhi sia tutta la vita di un uomo, intelligenza, sentimento, fede, partecipazione è un brutto mostro che ci perseguita e che non riusciremo mai a vincere completamente”. Speranza e coraggio non devono venir meno. Come ricorda una signora che ha partecipato ad un aperitivo al buio, “Quando Gisella (la giovane non vedente che aveva il compito di accompagnare i partecipanti) si è presa cura di me dicendomi di mettere una mano sulla sua spalla e di seguirla mi sono sentita di colpo ma proprio fisicamente di colpo non rassicurata ma cambiata dentro. Ho provato, come non mai nella mia vita, il sentimento della fiducia. E ho vissuto l’emozione come qualcosa di assolutamente totale che mi prendeva tutta, mi trasformava. Ho capito in un attimo da dove viene quel qualcosa in più che ho sempre trovato nelle persone cieche, la fiducia come elemento fondante della personalità, fiducia che apre a dimensioni spirituali belle e rare”. E come ricordano sempre, a tutti, Mario, Carla, Daniele, Michela e Gabriella “non permettere a nessuno di toglierti il sorriso”.