Club Italiano del Braille – Assemblea annuale: “Riscopriamo un tesoro”, di Antonio Quatraro

Autore: Antonio Quatraro

Il 29 aprile si è tenuta, in modalità on-line, l’Assemblea annuale dei Soci del Club Italiano del Braille, guidata dal suo Presidente Nicola Stilla.
Oltre a quasi tutti i soci fondatori, erano rappresentati i Consigli Regionali della Liguria e della Toscana, le sezioni di Cremona, Firenze, Lecco, Milano, Pavia, Sondrio e non sono mancati i soci privati, tre persone.
Dopo le operazioni di rito, la discussione si è concentrata sul concorso di lettura organizzato dalla Biblioteca Italiana per Ciechi “Regina Margherita” di Monza e sul concorso sul codice di lettura e scrittura Louis Braille “Un alfabeto a punti per leggere e scrivere. Utilità e universalità nell’era della tecnologia” indetto dal Club Italiano del Braille che, nella prima edizione, ha assegnato i premi a: Istituto comprensivo Fratelli Bandiera (Roma); Scuola Elementare Bargellini – Istituto Comprensivo A. Vespucci (Firenze); Istituto comprensivo Bevagna-Cannara (Perugia); Classe seconda Liceo Classico Istituto d’istruzione superiore “Raffaello Foresi“ (Portoferraio, LI).

Quando ci si appassiona, è ancora più difficile parlare diciamo “con le mani legate”, senza poter dare un cenno di intesa, un colpetto di gomito al vicino, senza poter commentare a bocca chiusa, insomma parlare da lontano. Eppure ha prevalso il desiderio di condividere, di portare ciascuno il proprio contributo, seguendo le regole della comunicazione a distanza.
Piscitelli e Stilla hanno lamentato la mancanza di concorrenti della scuola superiore, dovuto forse, come tutti abbiamo ipotizzato, anche al fatto che i vincitori di un concorso non possono gareggiare nelle edizioni successive, il che ovviamente diminuisce il numero dei concorrenti ma, sicuramente, anche ad un numero di persone che leggono in Braille che si riduce sempre di più.
Con soddisfazione abbiamo constatato che molti bambini stranieri imparano bene il Braille (un esempio per tutti Paolo, un bimbo cinese).
Piscitelli e Stilla, però, hanno messo il dito nella piaga, quando hanno detto che, negli anni, il 95 o anche il 98 per cento dei concorrenti dichiaravano di aver appreso il Braille non a scuola, ma attraverso i corsi dell’UICI o dagli educatori. Che scuola ci tocca ingoiare! Un insegnante di sostegno che non conosce il Braille è come un insegnante di lettere che non conosce l’italiano: così si è espresso Marco Condidorio, coordinatore della Commissione Nazionale Istruzione e componente della Direzione Nazionale UICI.
Tutti abbiamo insistito sull’urgenza di coinvolgere le nostre Sezioni, chiedendo uno sforzo in più, chiedendo che ciascuna di esse individui un referente per la promozione del Braille. Un referente a sua volta esperto del Braille, appassionato, innamorato del Braille, capace di diventare testimonial, capace di convincere insegnanti, famiglie, amministratori, sulle virtù di questo nostro talismano, che “da le ali al nostro pensiero”, che “ci fa toccare le parole”. Persino gli Americani, cioè il top del tecnologico, in un articolo apparso sul New York Times, sostengono che, senza una buona conoscenza del Braille, diminuiscono le opportunità di lavoro.
Piscitelli ha insistito sulla differenza fra conoscere i rudimenti del Braille e saperlo anche insegnare.
Angela Mazzetti ha svolto un intervento appassionato sui benefici della lettura, vero nutrimento dell’anima e su quanto sia importante quando si partecipa a conferenze, seminari, corsi, ecc., svolgere le proprie relazioni o i propri interventi leggendo testi Braille; era un piacere ascoltarla!
E’ stata un’ora e mezza di musica, a volte nei toni tristi, quelli del rimpianto per una perdita così importante per i nostri giovani, a volte con i toni dell’impegno e della voglia di rinascita, quando abbiamo definito le raccomandazioni finali alla nostra Direzione Nazionale ed agli enti collegati:
– individuare un referente per ogni Sezione, che si occupi di promuovere il Braille presso le famiglie, la scuola, presso le istituzioni, con la passione e la competenza di chi il Braille lo usa e lo apprezza;
– organizzare un incontro a livello nazionale di tutti i referenti territoriali del Braille per definire linee guida comuni affinché il Braille ritrovi la sua giusta e indiscussa dimensione ed importanza;
– realizzare la seconda edizione del concorso sul codice di lettura e scrittura Louis Braille “Un alfabeto a punti per leggere e scrivere. Utilità e universalità nell’era della tecnologia” in modo da sensibilizzare sempre di cui tutti gli operatori scolastici e gli stessi allievi;
– sostenere presso le scuole e le famiglie degli studenti non vedenti il concorso di lettura Braille che indice la Biblioteca Italiana per i ciechi “Regina Margherita” di Monza;
– sollecitare il Ministro affinché venga riattivata la circolare per l’adozione dei testi scolastici entro il mese di marzo;
– richiedere al Ministero che la conoscenza del Braille e della sua didattica rientri fra i requisiti indispensabili per ogni insegnante di sostegno a cui viene affidato un allievo cieco senza altre minorazioni;
– invitare, ancora una volta, tutte le strutture dell’Unione e degli Enti collegati ad iscriversi al C.I.B. quale gesto di solidarietà e di dimostrazione dell’importanza che il sistema Braille ha ancora per le persone cieche. Ad oggi solo 31 Sezioni risultano iscritte e, di queste, solo 16 hanno versato la quota sociale relativa al corrente anno; solo 10 Consigli Regionali risultano iscritte e, di questi 4 hanno versato la quota sociale del corrente anno.
Conclusioni
La storia del Braille è iniziata fra l’ostilità degli educatori. Oggi viviamo il paradosso che i primi fruitori lo disdegnano. Del resto il buono si apprezza solo quando è troppo tardi!