Il 13 Dicembre, giornata in cui ricade la celebrazione ed il ricordo della Martire Santa Lucia, è oramai una data che ricopre un ruolo assai importante nella vita delle persone cieche, ipovedenti e pluriminorate. Essa è di fatti una data all’interno della quale non solo si celebra la Martire che donò la sua vita in difesa della sua Cristianità, divenendo nel tempo la protettrice della vista, ma nella medesima data ricade la celebrazione delle Giornata Nazionale del Cieco giunta alla sua 62 annualità.
Catanzaro e la sezione UICI territoriale infatti, in memoria della Santa Martire ed in celebrazione di questo momento così prezioso, ha da sempre attenzionato l’opinione pubblica e la società civile alla conoscenza della cultura del Cieco, alla sua emancipazione e soprattutto alla sua inclusione in ogni ambito della vita sia personale che di comunità e l’ha fatto attraverso una serie di eventi che da qualche anno si concludono con uno spettacolo, che primo nel suo genere, porta ad esprimere la propria abilità in campo artistico e non solo.
L’evento, nato quindi dall’idea di Luciana Loprete, donna nata e vissuta nel buio della cecità, è un momento di rivalsa, presa di conoscenza e soprattutto speranza non solo per coloro che ne prendono parte, ma soprattutto per quell’utenza che già martoriata dalla disabilità e dall’assenza di input positivi, non crede di avere le potenzialità per emergere. Gli esempi infatti che di anno in anno si sono susseguiti ed hanno calcato il palcoscenico del Teatro Politeama di Catanzaro sono stati numerosi e tutti diversi gli uni dagli altri, basti pensare che ad esibirsi sono stati non solo musicisti affermati nel proprio settore come Massimo Tagliata, Ivan Dalia ed Ethan Lock, ma anche sportivi ed attori come Gianfranco Berardi e poi ballerini ciechi, cantanti, rappresentanti del mondo del sociale e non solo, perché il minimo comun denominatore di tutte le edizioni dello spettacolo che quest’anno avrebbe soffiato le sue prime 5 candeline, è stato proprio il mettere allo stesso livello sia artisti disabili, che artisti normodotati tanto è che ogni edizione ha visto al suo interno la partecipazione di Accademie di Danza, cantanti ed attori anche locali perché non solo Catanzaro non ha nulla invidiare alle altre realtà, ma soprattutto perché proprio dalla Città di Catanzaro è partito questo straordinario messaggio di rivalsa ed integrazione unico nel suo genere.
Une serie di momenti dunque che negli anni sono diventati una costante nella programmazione della giornata che inizia dalle prime ore della mattina con la Santa Messa officiata presso il Reparto di Oculistica dell’Ospedale Pugliese Ciaccio per tutti quei degenti che vedono nella sua celebrazione un momento di ristoro e soprattutto di speranza, seguita poi dalla oramai canonica Celebrazione a cura di S.E. Mons. Bertolone e destinata in egual misura a tutte le forze armate ed alla nostra organizzazione. Anche questo momento particolarmente toccante in relazione alla riconoscenza che come cittadini, seppur disabili, abbiamo l’obbligo di riconoscere verso che si preoccupa della nostra costante protezione.
Quest’anno purtroppo, quanto di bello e positivo si è svolto negli anni passati non avrà lo stesso sapore, le restrizioni infatti non hanno consentito l’organizzazione delle numerose iniziative che negli anni si sono contraddistinte nella celebrazione della giornata, ma la voglia di esserci sempre e di dare il giusto segnale di speranza non verranno meno tanto che l’UICI Catanzarese celebrerà la giornata con la messa in onda di due speciali televisivi che saranno trasmessi sull’emittente PADRE PIO TV nella giornata proprio del 13 Dicembre e nell’organizzazione nei prossimi giorni di uno speciale spettacolo virtuale nel rispetto delle normative anti-covid.
Ovviamente se si considera l’apporto che l’essere insieme in presenza porta alle persone meno fortunate, questo è solo un piccolo spunto che ci deve dare speranza per un futuro che ci possa riservare il così auspicato ritorno alla normalità perché pare ovvio ricordarlo, ma in situazioni di disagio così imponenti, a pagarne il prezzo maggiore sono proprio le persone affette da disabilità gravi e gravissime. Basti pensare infatti al distanziamento sociale ed all’impossibilità di potersi stringere in un abbraccio, o il semplice gesto di stringersi la mano, tutti gesti questi che in un certo senso possono essere colmati per i soggetti normodotati dalla sola possibilità di potersi vedere in video chat, cosa che ovviamente non è e non sarà mai possibile per una persona cieca.