Una significativa attività del fitto calendario che l’UICI di Catania ha in programma
Un’esperienza assolutamente unica è stata vissuta sabato 15 settembre 2018 sul Lago Nicoletti vicino ad Enna da 30 bambini, ragazzi e adulti della sezione territoriale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Catania fortemente voluta dalla Presidente prof.ssa Rita Puglisi che ha dichiarato: Siamo felici di questa esperienza e contenti di poter sostenere i nostri ragazzi anche nell’inserimento sportivo.
La volontà di cogliere tutte le opportunità di crescere come persone è il motore che fornisce la spinta propulsiva ad ogni scelta, ogni attività, ogni progetto dell’UICI di Catania che diventano pratica grazie all’azione del Presidente Rita Puglisi coadiuvata da un valido gruppo costituito da consiglieri, impiegati, operatori e volontari del servizio civile.
Imprescindibile è stata la presenza del plurimedagliato campione paraolimpico Daniele Cassioli vincitore di 22 titoli mondiali, 20 europei e 31 italiani, considerato il più grande sciatore nautico paraolimpico di tutti i tempi.
Altrettanto importante è stata la disponibilità del Circolo Nautico Tre Laghi del Lago Nicoletti a partire dal presidente Giovanni Sacco agli atleti e all’allenatore Anatoli Menshikov che hanno accompagnato i partecipanti nell’esperienza guidandoli tra i pontili e sulla parete di roccia dell’arrampicata.
Obiettivo comune è che giornate come questa, emozionanti e produttive da un punto di vista dell’arricchimento delle esperienze, della possibilità di spingere sempre più in là i limiti che comunque la disabilità visiva pone per agire su un potenziamento delle abilità che coinvolge le diverse dimensioni di vita di ognuno di noi (conoscitiva, emozionale, relazionale e anche estetica, perché la bellezza è in tutte le cose), possano essere la regola e non l’eccezione, la normalità e non la straordinarietà.
Domenica 16 settembre allo Spazio Mare Diving School di Catania c’è stato invece un primo approccio con la subacquea. Insomma per questi ragazzi l’acqua, dolce e salata, è diventata un elemento familiare in cui muoversi con la necessaria perizia, con soddisfazione e con gioia.
L’esperienza è servita anche ai genitori certamente a buon diritto non privi di dubbi e di perplessità all’inizio, essendo abituati a dover fare i conti giorno dopo giorno con difficoltà e impedimenti, a dover accettare rinunce per loro stessi e per i propri figli, a misurare distanze e barriere dall’apparenza sempre insormontabile. In questi due giorni i genitori hanno sperimentato anche loro che si può e si deve chiedere di più perché ogni meta che si raggiunge, ne pone subito un’altra, basta affrontare le sfide con forza di volontà e con il supporto di professionisti che conoscono il “cosa fare” e “come fare”.
Sono state due giornate all’insegna dello sport, quello sport di cui Pierre de Coubertin diceva: Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla.
Lo sport vissuto nella sua dimensione sana, infatti, ripropone valori che sono universali ed educativi perché fondati su sacrificio, applicazione, rispetto delle regole, dei compagni di squadra e degli avversari. In questo senso lo sport è un modo sano di intendere la vita, che promuove la capacità di saper godere dei successi e di saper imparare dalle sconfitte e dalle delusioni.