“Viva l’Italia” – Intervista a Massimiliano Bruno, di Luisa Bartolucci

Autore: Luisa Bartolucci

È uscita la nuova commedia di Massimiliano Bruno: "Viva l'Italia".
Di tutto rispetto il cast degli attori, tra i quali ricordiamo Michele Placido, Raoul Bova, Alessandro Gassman, Ambra Angiolini e Rocco Papaleo.
"Viva l'Italia" sarà presente nelle sale italiane in più di 500 copie. Intento di Massimiliano Bruno è mostrare, nella sua seconda opera da regista, l'Italia attuale, quella reduce dal berlusconismo, in cui il lavoro è carente per tutti, ma in modo particolare per i giovani, un'Italia che si manifesta come un Paese in cui la meritocrazia è divenuta ormai una vaga idea, di cui poco si conosce.
Con Massimiliano abbiamo avuto la fortuna di trascorrere alcune ore realizzando, tra le altre cose, l'intervista che segue.
D. Quello con Massimiliano Bruno è per noi un gradito incontro. Abbiamo conosciuto l'attore, sceneggiatore e regista diversi anni or sono, proprio negli uffici dell'Unione Italiana dei ciechi e degli Ipovedenti. Cosa facevi allora Massimiliano? Vuoi raccontarlo tu?
R. In primo luogo voglio esprimere la mia più sincera gioia di essere oggi insieme a voi. Nel lontano settembre del 1997 io facevo l'obbiettore di coscienza, avevo scelto di non fare il militare, ritenevo fosse più utile dare il proprio apporto in attività di carattere sociale. È stato così che mi sono ritrovato presso la sede centrale dell'Unione Italiana dei Ciechi.
Mi auguro di aver dato un valido apporto.benché io fossi un po' un fannullone…
D. Non lo sei mai stato, infatti, grazie alla tua presenza presso di noi, tra le altre cose hanno visto la luce alcuni validi filmati…
R. Sì, è vero. Realizzammo ad esempio "Non così ma così", facemmo tre filmati per l'Unione Italiana dei Ciechi e poi ho fatto davvero molte altre cose: registrazioni di testi, duplicazioni di riviste e libri, predisposizione delle etichette Braille per le allora audiocassette. Mi sono avvicinato a questo mondo. Per me è stata un'esperienza estremamente formativa, positiva, ho compreso che la vostra è davvero una grossa organizzazione. Allora ero molto giovane, torno qui oggi dopo diversi anni, rivedo gli stessi uffici, le stesse persone, rincontro te… è un tuffo al cuore per quanto mi riguarda…
D. Già allora ti dedicavi al teatro, svolgevi già in quei tempi una intensa attività artistica. Come si è evoluta poi la tua carriera. Vuoi tracciare per i nostri lettori il tuo percorso, fatto davvero di numerosi successi. La tua è, peraltro, una personalità poliedrica, sei attore, ma anche sceneggiatore, autore di famosi programmi televisivi, di fiction, di testi per comici affermati, scrivi per il teatro e sei anche regista.
R. Ho iniziato nei piccoli teatri romani, alla fine degli anni '80, facevo delle piccole cose. Nella mia compagnia c'erano attori come Paola Cortellesi, Claudio Santamaria, Sergio Zecca, Valerio Aprea, lo stesso Valerio Mastandrea, insomma eravamo un gruppo di ragazzi che facevano piccole cose nei piccoli teatri. Da allora ho realizzato ben due spettacoli in coppia con Paola Cortellesi; la fortuna ha voluto che Paola abbia fatto una carriera splendida a livello televisivo, poiché fu presa dapprima da Gianni Boncompagni, per fare una trasmissione che si chiamava Macao e quindi dalla Gialappa's Band per fare "Mai dire goal". Io sono diventato il suo autore, quindi ho virato la mia carriera di attore su quella di autore, ho iniziato a scrivere per le fiction televisive, ho scritto molte cose, ad esempio "Non ho l'età", "I Cesaroni "; ho scritto programmi televisivi: "Quelli che il calcio" nell'edizione condotta da Simona Ventura, scrivevo i testi per Max Giusti, quando faceva le diverse imitazioni io ero uno dei suoi autori, insieme al grande Riccardo Cassini. Ho scritto anche diversi programmi per LA7. Al principio degli anni 2000 mi sono avvicinato al cinema ed ho avuto un esordio fortunato come autore, ho scritto la sceneggiatura di "Notte prima degli esami", che fu un grosso successo, per la regia di Fausto Brizzi. Si è trattato di un film che ha fatto epoca, ha vinto anche il David di Donatello come migliore opera prima.
Ho firmato anche la sceneggiatura del seguito "Notte prima degli esami oggi" e, sempre per Brizzi, ho scritto "Ex", che era un film sulle storie d'amore finite, è stata quindi la volta di "Maschi contro femmine" e "Femmine contro maschi". Ho quindi pensato di dovermi emancipare e provare la via della regia, ho esordito quale regista di cinema con un film dal titolo "Nessuno mi può giudicare", scritto sempre da me insieme ad Edoardo Falcone, con protagonista Paola Cortellesi, che è la mia amica da vent'anni, con la quale ci siamo ritrovati anche nel cinema. Nel cast vi erano anche un grande Rocco Papaleo, Raoul Bova, che era il bello del film. È un film che è andato molto bene, sia al botteghino che come critiche. Con "Nessuno mi può giudicare" ho vinto il Nastro d'Argento come miglior commedia, ormai due anni or sono, ciò mi ha consentito di fare il mio secondo film, "Viva l'Italia", dal 25 ottobre al cinema. Anche in questo caso mi sono trovato ad avere un grande cast, infatti ho avuto la fortuna di lavorare con attori del calibro di Michele Placido, Alessandro Gassman, Rocco Papaleo, Raoul Bova, Ambra Angiolini ed anche con una grande del passato come Isa Barzizza, che ha recitato nelle grandi commedie di Totò. Nel film vi è anche Maurizio Mattioli. Si tratta di una commedia molto divertente, ma anche amara, sulla situazione del nostro Paese. Ogni tanto, Luisa, ho fatto anche l'attore, poiché mi diverto anche a fare l'attore.
D. In quali fiction, ad esempio, vogliamo ricordarlo?
R. Ho fatto, a parte diverse cose in televisione insieme a Paola Cortellesi, quali "Nessun dorma", trasmissione satirica in cui interpretavo personaggi buffi, una serie televisiva "La omicidi", con Massimo Ghini, in cui ero il suo braccio destro e, ad un certo punto, mi sparavano pure; nell'ultima puntata mi hanno sparato, però mi sono salvato. Ho lavorato anche ne "L'Ispettore Coliandro", scritta da Carlo Lucarelli. Si trattava di gialli molto sofisticati, carini e divertenti, ambientati in una Bologna multietnica. Interpretavo un agente di polizia, Borromini, ed avevo uno spiccato accento calabrese. Ho quindi fatto una serie televisiva per Sky dal titolo "Boris", che è diventata un piccolo cult tra gli amanti di Sky, perché era la storia di questa troupe scalcinata di una fiction televisiva che si chiamava "Gli occhi del cuore". Io interpretavo un cabarettista becero, Nando Martellone.
D. Un più o meno velato riferimento al famoso telecronista di calcio?
R. Esattamente. Il nome del personaggio era ispirato proprio a lui. Ho fatto anche un po' di cinema, nel senso che ho recitato in qualche mio film, in "Maschi contro femmine", ho interpretato uno psicologo un poco sui generis, che offendeva i pazienti, insomma mi sono divertito. Però chiaramente la mia strada è quella della regia e della sceneggiatura.
D. Come ci si pone per iniziare a scrivere una sceneggiatura? Quanto è complesso e cosa ti piace di questo lavoro?
R. Beh, io sono una persona molto curiosa, a cui piace molto parlare con le persone, ascoltare la radio, guardare la TV, leggere il giornale, i libri, andare a teatro, al cinema, insomma vivere pienamente il tempo in cui ci troviamo. Questo mi facilita nel lavoro. Quando qualcosa mi colpisce, immediatamente mi viene un'idea per un film. Così come è stato per "Notte prima degli esami", che parlava dell'esame di maturità ma anche degli anni '80. Mi sembrava maturo nel 2005 parlare degli anni '80, come del resto negli anni '80 fu fatto da chi realizzò "Sapore di mare", che era incentrato sugli anni '60.
D. Ti sei forse anche ispirato alla canzone di Antonello Venditti, o non ci hai pensato affatto?
R. Sì sì, sicuramente la canzone di Venditti mi è parsa un gran titolo ed inoltre l'abbiamo proprio utilizzata nel film giacché abbiamo chiamato i personaggi proprio con quei nomi. Ricordi? "Claudia non tremare, non ti posso far male…" Il personaggio femminile, interpretato da Cristiana Capotondi, l'abbiamo chiamata così, Claudia. Anche l'attualità mi colpisce molto: ad esempio "Nessuno mi può giudicare" parla di una escort e, un paio di anni fa, questo mi sembrava un argomento molto caldo… Mi piace stare attento a quanto accade, per poter poi descrivere il Paese a modo mio, sempre con comicità ovviamente.
D. Generalmente quando scrivi e dove scrivi?
R. Ho cambiato diversi posti: di solito beh, posso scrivere anche a casa, ma la cosa migliore secondo me è avere un metodo, quindi uscire la mattina, andare in uno studio, adesso ho uno studio, lavorare, perché la scrittura è sì creatività, però è anche metodo. È indispensabile stare dieci ore al giorno davanti al computer, produrre molto, in modo tale che si possa anche gettare nel cestino quel materiale che non va bene.
Bisogna dunque lavorare tanto ed avere una qualità, quella, cioè, di essere poco indulgenti con se stessi, avere il coraggio di dire, quando hai scritto una cosa che non va bene, "non va bene, debbo migliorarla". È per questa ragione che è necessario lavorare molto, perché probabilmente, il 90% di ciò che produci in quel mese di lavoro finisce per non essere idoneo, il 10% che va bene lo tieni e, dopo quattro, cinque, sei mesi di lavoro, hai tirato fuori un bel film.
D. Preferisci scrivere da solo o lavori anche insieme ad altri?
R. Per il cinema preferisco scrivere insieme ad altri, perché credo sia fondamentale quella fase che si chiama brainstorming in cui si chiacchiera, magari per un paio di mesi, insieme agli altri collaboratori; ho scritto tanti film con Fausto Brizzi e Marco Martani, adesso sto scrivendo con Edoardo Falcone. Essere almeno in due ti dà quella forza per cambiare idea, ti aiuta a creare gag divertenti. Per il teatro, invece, scrivo da solo, poiché scrivo cose sicuramente divertenti, ma più intime, più meditate. È come scrivere un libro, per me, il teatro. Ho bisogno di scrivere la sera, di avere quale sottofondo il mio Chet Baker, piuttosto che Tom Waits, insomma musica che mi piace e che nel contempo mi rilassa.
Ultimamente sto anche scoprendo musicisti più giovani…. metto queste cose che mi rilassano, viaggio con il cervello. Abito in un posto che è un po' fuori mano, ma estremamente creativo, visto che la finestra di fronte alla quale lavoro affaccia sul parco di Veio, ho quindi questa meravigliosa boscaglia che mi ispira moltissimo. Sullo sfondo vedo la Castelluccia, che è questo quartierino che si illumina di notte, insomma mi piace molto stare a casa e scrivere di notte per il teatro, cosa che purtroppo faccio raramente, poiché, al cinema pagano e a teatro no. Dunque scrivo più per il cinema e scrivo di giorno.
D. Quando scrivi già immagini quali attori reciteranno quanto vai scrivendo e in qualche modo commisuri ciò che componi ed i ruoli agli attori che ne saranno gli interpreti o ti astrai totalmente e ci pensi in un secondo momento?
R. Sono stato fino ad ora molto fortunato rispetto a questo argomento, poiché ho sempre avuto prima l'idea degli attori che dovevano interpretare quei ruoli, anche perché in teatro spesso scrivo per me e quando non ho scritto per me stesso sapevo quali attori avrebbero interpretato quelle parti, penso a Paola Cortellesi, a Rolando Ravello… sapevo che avrei scritto per loro. Quest'anno arriva a Roma un mio spettacolo dal titolo "Ti ricordi di me?" con Ambra Angiolini ed Edoardo Leo ed è una cosa che ho cucito addosso a loro. Quando si scrive per il cinema è un poco più complesso sapere prima chi sono gli attori. Nel caso dei film che ho scritto per Brizzi non sapevamo chi avrebbe interpretato quelle parti, mentre quando ho scritto "Nessuno mi può giudicare" sapevo che pretendevo che l'attrice fosse Paola Cortellesi, questa è l'unica richiesta che ho fatto alla mia produzione e l'ho avuta. Questo film, invece, l'ho scritto pensando ad alcuni attori e, invece, me ne sono ritrovati altri.
D. Ti hanno piacevolmente sorpreso o sei rimasto deluso?
R. No no, sono piacevolmente sorpreso ed ho scoperto che gli attori che ho preso per questo film sono migliori di quanto pensassi. In questo mio nuovo film "Viva l'Italia" c'è un Alessandro Gassman strepitoso, Michele Placido che credo non sia mai stato così bravo in nessun altro film come in questo, lui che già è un attore straordinario, Ambra Angiolini, Raoul Bova, insomma, a volte ti sorprendono…
D. È veramente una brava attrice Ambra Angiolini?
R. Ambra, lo vedrete, in questo film è una attrice molto brava ed è una attrice anche comica, nel senso che nel film fa molto ridere; credo che forse sia il personaggio che fa più ridere nel mio film. Interpreta una attrice "cagna", con la zeppola, con quella particolare esse. Ha un padre politico che l'ha raccomandata e lei lavora moltissimo, ma non è in grado…
È come se mi mettessero a giocare a calcio con la nazionale italiana, io, che peso 100 kg, sicuramente non sarei un bravo centravanti. Lei in questo film interpreta questa attrice non brava che con questa esse dice "state a sentire", tutti la odiano, è molto buffa, divertente. Nel film, ovviamente, avrà poi un cambiamento, una presa di coscienza, muterà, migliorerà.
D. È preferibile fare il regista di un film che si è anche scritto o è più interessante quando il film è stato pensato e sceneggiato da altri?
R. Per ora ti dico che io i film li scrivo da solo, quindi non riesco a concepire l'idea di fare la regia di un film che non sia scritto da me; però, però… in futuro non si può mai dire, ad esempio Clint Eastwood, un grande attore, mentre scriveva un suo film ha ricevuto una sceneggiatura così, giunta sulla scrivania del suo ufficio, si intitolava Gran Torino, ed era una sceneggiatura scritta da altri. Lui l'ha letta, se ne è innamorato ed ha deciso di mollare letteralmente il film al quale stava lavorando ed ha detto "voglio fare questo". Fece questo film che, se non erro, gli fruttò anche candidature all'Oscar. Era un gran film.
D. L'attore italiano che ti piace di più e quello straniero…
R. Tra gli stranieri mi piace molto Javier Bardem, l'attore spagnolo, credo sia in questo momento a livello internazionale l'attore che mi emoziona di più. Un film come "Mare dentro" è qualcosa che davvero mi è rimasto nell'animo, nel cuore, inoltre lui è davvero bravo. È un attore che riesce a lavorare in Francia, in Spagna, negli stati Uniti, è estremamente poliedrico. Se parliamo di attori americani trovo più difficoltà a rispondere, nel senso che trovo difficoltà proprio sui film americani: vi sono divi che fanno dei film talmente lontani dalla nostra cultura, trovo davvero difficoltà, inoltre è anche difficile capire se ti piace un attore quando lo senti doppiato, ma non in lingua originale. Vi sono, però, taluni attori che sanno sempre sorprenderti, e sono i divi che conosciamo così. In Italia abbiamo tantissimi bravi attori. Ritengo sia pure arrivato il momento di staccarci da questa mentalità un po' esterofila da un lato, ma anche conservatrice secondo la quale eh, certo una volta c'erano Mastroianni, Sordi, adesso basta: abbiamo Pierfrancesco Favino, Elio Germano, un sacco di attori bravi, che hanno la stessa "identica" dignità di Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni ed altri. Il nostro problema è che si tende sempre a dire che prima era meglio. È un po' come quando noi quarantenni diciamo: quando eravamo piccoli… non come sti ragazzetti di vent'anni che non capiscono nulla. Purtroppo i ventenni di oggi faranno altrettanto tra vent'anni! Credo che sia tempo di smetterla con considerazioni di questo genere. Così come è tempo di smetterla di dire la grande commedia all'italiana…. sì, ok, c'è stata, negli anni '50 '60 '70, vi è stata la grande commedia all'Italiana: adesso vi è un tipo di commedia sicuramente più superficiale, che, però, è un tipo di commedia. Secondo me sta per tornare in voga una sorta di commedia sociale italiana e bisognerà, per me, dire, la Nuova Commedia Italiana, senza fare paragoni di sorta con la vecchia commedia. In questo panorama (e rispondo alla tua domanda) uno come Pierfrancesco Favino, ad esempio, è un grande attore, così come lo è Elio Germano. Vi sono anche grandi attori che stanno migliorando, Valerio Mastandrea visto recentemente in tanti film, indubbiamente, è un attore molto migliorato. Kim Rossi Stuart è un bravissimo attore. Tra le attrici abbiamo personalità che ti emozionano sempre come Vittoria Mezzogiorno, Margherita Buy, secondo me vi è un panorama artistico italiano a livello di attori, molto farcito di talenti. Forse sugli autori ed i registi siamo più in difficoltà… Non ci sono grandissimi sceneggiatori in Italia rispetto agli anni precedenti e si incontrano difficoltà; forse si è un po' annacquata la creatività con la fiction, con i film americani, un pochino pecchiamo di originalità, dobbiamo rimboccarci le maniche.
D. Hai citato le fiction. tanto per pensare al passato: un tempo la televisione di stato produceva dei grandi ed importanti sceneggiati televisivi di un certo spessore. Oggi il panorama delle produzioni televisive anche tratte da romanzi è assai diverso. A cosa imputare questo divario con il passato?
R. Gli sceneggiatori sino a trenta-quaranta anni fa non avevano fatto una scuola di sceneggiatura. Oggi gli sceneggiatori provengono da scuole, o da letture di libri, per cui hanno in mente la divisione della storia in tre atti, che deve essere strutturata in un certo modo; ci siamo uniformati ad un format, quindi hai degli editor, quando lavori per Mediaset, o per la RAI, che sono molto legati al format. Il pubblico ha appreso il format, quindi, tu stessa, mediamente, saprai, che quando al principio di una fiction vedi un uomo ed una donna che non si stanno simpatici già capisci o capirai piano piano che loro si conosceranno ed innamoreranno.
Vi sono dei must, dei target, che non vengono superati. A volte, però, ci riusciamo. Io ho anche visto delle belle fiction negli anni scorsi, mi ricordo di essermi emozionato molto nel guardare quella dedicata a Borsellino, vi sono cose fatte bene. Purtroppo credo che chi dirige la fiction a grandi livelli, abbia un po' meno stima del pubblico, rispetto a quella che, invece, nutriamo noi autori. Quindi sei un po' portato a scrivere in un certo modo. Mi ricordo che proprio in una grande rete televisiva, durante una conferenza una persona importante, che poi è divenuta Presidente del Consiglio, disse che dovevamo scrivere le fiction pensando che il pubblico medio era simile ad un bambino di undici anni, del sud,che andava male a scuola. Per costoro il popolo televisivo era dunque da paragonarsi ad un bambino undicenne del sud che andava male a scuola, dunque,secondo loro, un poco ignorante.
D. Date queste premesse: come valuti il livello della televisione italiana?
R. Ha il livello adatto ad un bimbo di undici anni. Il livello è basso poiché, politicamente, si è voluto questo. È un disegno ben preciso mantenere basso il livello culturale della popolazione. se tieni basso il livello culturale, annichilisci anche la mente delle persone ed è più semplice compiere manipolazioni ed indurre la gente a votare quello che, più o meno, si vuole. Di fatto chi ha preso il potere è stato un personaggio che è apparso più degli altri. Apparire significa essere, per qualcuno che è, se così si può dire, più semplice; votare una persona che appare di più, che conosci con nome e cognome, che magari ha fatto passare un'immagine di sé vincente, per taluni è preferibile, piuttosto che votare qualcuno che si conosce meno, che ha minor visibilità. Dietro alla cultura vi è sempre un disegno politico. Il livello culturale, in Italia, si è abbassato rispetto a trent'anni fa, ma anche a livello di censura. una volta, negli anni '70 si potevano dire in televisione delle cose che adesso non si possono più dire, poiché ti censurano.
D. Ovviamente chi è a ciò preposto fa sembrare che così non è…
R. Ma lo è. Loro per propaganda dicono che non è così, ma uno come Beppe Grillo ne ha pagato le conseguenze; Grillo è uno che è uscito fuori dalla televisione perché diceva certe cose, poi per sua "Tigna personale", secondo me, adesso, poiché dal mio punto di vista vive nel rancore, cerca ora politicamente di realizzare il suo sogno: andare al posto di quelli che lo hanno cacciato trent'anni fa. Questo è tutto un gioco di potere: la cultura purtroppo è l'arma in più per cercare di vivere in un Paese più civile possibile. Se loro te la nascondono, facendoti vedere il più possibile "Il grande fratello", "L'Isola dei famosi", "Amici", trasmissioni in cui, signore di cinquant'anni vanno lì a dire la loro sulle corna del marito si finisce per essere annichiliti con stupidaggini. Tu quel tempo che potresti dedicare alla lettura di un grande classico, di Shakespeare, piuttosto che alla visione di un bel film di Michelangelo Antonioni, lo dedichi alla visione di una cosa stupida, la stupidità è contagiosa, quindi vedere una cosa stupida rende meno intelligenti e, se ci si fa vincere si perde.
D. I cosiddetti talent, inoltre, fanno passare l'idea che basti davvero poco per diventare famosi…
R. Lo so, spesso questi ragazzi sono quasi dei cloni, che durano una stagione. Mi parlava un amico discografico di un ragazzo che ha vinto Sanremo pochissimo tempo fa e che è già finito. Eppure ha vinto Sanremo, due o tre anni fa. Tentano di spingerlo, senza grandi esiti. Si tratta di fenomeni che il pubblico percepisce televisivamente ma l'anno dopo ne vuole subito degli altri. Questo per la produzione è anche estremamente vincente, perché una cosa è fare una trasmissione in cui hai, ad esempio, otto attori famosi che devi pagare, altro è realizzare un programma in cui i ragazzi non vengono pagati, li fai diventare dei divi, l'anno successivo non tornano, ma ne prendi degli altri. Il pubblico è ormai abituato: vede quello che vince "X factor" dopo un po' passa. Tra questi, ogni due o tre anni, può anche uscire uno che resti, si pensi a Noemi. Ma per una Noemi vi sono che so io 150 altri ragazzi che hanno partecipato a quella trasmissione e non lavorano. Si tratta dunque di trasmissioni un poco illusorie. Io in generale  credo che debba esservi quel tipo di trasmissione, però mi devi dare egualmente anche degli approfondimenti su altro: ben vengano, infatti, le trasmissioni che facevano sui libri, su un certo tipo di musica, oppure Saviano. Occorre dare tutto, offrire la possibilità di scegliere. Bella la trasmissione di Fabio Fazio, bella la trasmissione che conduceva Serena Dandini, che oltre a portare sul suo divano un attore famoso, portava anche un premio Nobel. Occorre far comprendere al pubblico che esiste tutto un mondo. È necessario far passare alle persone l'idea democratica che contiamo qualcosa e che, comunque, all'interno del Paese, possiamo avere un peso, perché siamo il 99% delle persone, siamo coloro che possono cambiare le cose. Ma in realtà se tu stesso comunichi che tanto le cose non le puoi cambiare, la gente finisce per crederci e non le cambia.
D. Hai fatto cenno al tuo ultimo film, a cosa altro stai lavorando?
R. Principalmente ho lavorato al film, mi piacerebbe tornare a lavorare per l'Unione Italiana dei Ciechi.
D. Lo farai presto infatti.
R. Sì, vi è un progetto per una cosa da realizzare insieme. Ne stiamo parlando, mi auguro di poter realizzare qualcosa per voi. Per il resto il film e a teatro vi è questa tourneè di uno spettacolo da me scritto, inoltre sto già lavorando alla scrittura di un nuovo film.
D. Puoi anticiparci qualcosa? No naturalmente.
R. No, ancora non posso, altrimenti, come dire, mi tagliano le gambe! Non lo posso ancora dire, debbo lavorarci per poterlo poi presentare alla mia produttrice e capire se le piace l'idea. Già con "Viva l'Italia" mi ha concesso di realizzare una commedia sociale, molto scomoda ma anche divertente. Il film è uno spaccato divertente del malcostume del nostro Paese dove si scherza ma… In qualche modo si presenta una fotografia dell'Italia piuttosto amara.
D. A chi ti senti di consigliare in modo particolare la visione di "Viva l'Italia"?
R. Alle persone che sono indecise su chi votare a marzo prossimo.
Massimiliano Bruno ci saluta con una promessa: non solo lavorare con noi al progetto di due filmati, ma realizzare proprio insieme a lui, la versione audiodescritta per i non vedenti di "Viva l'Italia", di cui egli stesso redigerà e leggerà il commento.
Luisa Bartolucci

Reso accessibile il servizio di home banking della Banca Popolare di Vicenza, di Nicola Ferrando

Autore: Nicola Ferrando

Abbiamo il piacere di informarvi che la Banca Popolare di Vicenza, istituto cassiere della Sede Centrale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, nono gruppo bancario italiano con più di 650 sportelli diffusi in 12 regioni, ha reso disponibile per tutti i propri clienti ciechi ed ipovedenti che utilizzano il servizio di home banking @time una chiavetta da collegare al computer per confermare le operazioni dispositive. Finora si doveva utilizzare una chiavetta che forniva un codice a sei cifre da digitare sulla tastiera del computer quando richiesto. Si tratta di un sistema chiaramente inutilizzabile da parte dei ciechi e degli ipovedenti. Molte banche hanno già adottato sistemi alternativi per consentire ai disabili visivi l'utilizzo dei servizi di home banking. La Banca Popolare di Vicenza ha scelto di fornire una chiavetta da collegare alla porta USB del computer, con un software di gestione che permette di copiare il codice di sei cifre visualizzato in quel momento ed incollarlo nell'apposito campo del servizio @time.
Per poter richiedere la sostituzione della chiavetta tradizionale con quella per PC è necessario recarsi presso la propria filiale e compilare la relativa domanda.
In caso di problemi, la circolare interna che illustra il nuovo serrvizio è la n. 7798/S.
Il Presidente
(Dott. Nicola Ferrando)

Note di viaggio a proposito dell’Assemblea nazionale dei quadri dirigenti di Tirrenia, di Claudio Romano

Autore: Claudio Romano

Durante il viaggio di ritorno da Tirrenia verso casa, anche in questa circostanza, come probabilmente sarà accaduto ad altri amici, ho cercato di fissare nella mente alcune impressioni relativamente allo svolgimento dell'importante appuntamento associativo che ha visto la presenza dei dirigenti che sul territorio vivono la fatica di rappresentare la categoria.

Non desidero fare qui particolari ragionamenti sul dibattito ma soltanto annotare alcuni pensieri senza pretese di prolungare la discussione che nella sua sede, come giusto che ci fosse, c'è stata.  Eccome che c'è stata.

Ho pensato alla lucida introduzione al dibattito del Presidente che ha offerto importanti spunti  circa le complesse caratteristiche che connotano le crisi del nostro tempo e quello che può fare l'Unione per farvi fronte  richiamando tutti alla necessità di perseguire l'unità associativa.

Confronto interno e rispetto dello statuto

Ho riflettuto sul delicato tema del confronto interno all'Unione che ha visto e non poteva essere diversamente, posizioni ed accenti diversificati; su  questo tema, sono da riscontrare con interesse, opinioni convergenti circa le ormai note incongruenze del sistema elettorale attuale per eleggere il Consiglio Nazionale; un sistema che non ha consentito nel congresso di Chianciano, alla "minoranza", di aver rappresentanti  eletti nel consiglio nazionale.
Un problema questo che a mio avviso, non ha favorito il rapporto tra chi ha vinto e chi ha perso il Congresso.
Chissà se il confronto interno, dopo questa riunione dei quadri, si potrà realizzare come sarebbe "normale" che fosse e come chiesto dall'assemblea, in primo luogo, rispettando lo Statuto.
Chissà se dopo questa assemblea nazionale dei quadri dirigenti, coloro che hanno avuto lo sguardo rivolto all'indietro, riusciranno a guardare avanti……

Integrazione scolastica e accesso al lavoro

Molte le voci che si sono alzate nel corso dell'assemblea per rivendicare integrazione scolastica e lavoro per i ciechi e gli ipovedenti:
testimonianze di oggettive difficoltà, qualche buona prassi, opinioni in ordine alle strade da percorrere, speranze e voglia di continuare a lottare.

Riorganizzazione delle strutture territoriali

Circa il previsto accorpamento delle province, non pochi gli interventi che hanno manifestato preoccupazione per le conseguenze che tale riorganizzazione amministrativa produrrà sulle nostre strutture  territoriali.
Preoccupazioni sacrosante ma perché escludere che a prescindere dalle decisioni governative, la nostra organizzazione, non avesse già la necessità di meglio organizzarsi in periferia?
Intendo dire che la predetta riorganizzazione potrebbe significare una positiva razionalizzazione delle risorse che sono in campo sul territorio affinché ci si debba occupare meno di burocrazia per essere nelle condizioni di offrire più servizi qualificati e dare maggiore tutela a tutti i disabili visivi italiani.

Senso di appartenenza

Da sempre, l'assemblea nazionale dei quadri dirigenti, consente anche ad un discreto osservatore, di misurare "il polso" organizzativo ed umano della nostra articolata e complessa organizzazione.
Un "polso" che senza retorica, ho sentito vivo e consapevole del valore delle pesanti difficoltà dell'oggi ma che ha in sé il condividere un forte e maturo senso di appartenenza; condizione questa per guardare con ragionevole fiducia al futuro.
A dimostrazione della voglia di futuro, l'assemblea ha manifestato la volontà che l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti partecipi con convinta determinazione alla protesta dei cittadini con disabilità del 31 ottobre con la parola d'ordine "cresce il welfare, cresce l'Italia".

Ora, archiviata l'assemblea di Tirrenia, si torna al lavoro ed …… alla lotta.

Claudio Romano

Progetto LIA, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Cari amici,
nell'ambito del Progetto LIA – Libri Italiani Accessibili, curato dall'Associazione Italiana Editori (AIE), con la collaborazione dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, e finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, all'interno del "Fondo in favore dell'editoria per ipovedenti", la nostra associazione, organizza un corso per formatori della durata di 2 giorni.

Alla fine del percorso, saranno tremila i titoli di narrativa e saggistica  completamente accessibili che potranno essere utilizzati da ciechi ed ipovedenti.

Tra i primi editori ad aver aderito possiamo citare: Iperborea, Mondadori, Giunti, Sonda, RCS, Polillo, Minimum Fax, Il Mulino, GeMS, Laterza, Zanichelli, Rubbettino ed E/o edizioni: tutti gli ebook saranno riconoscibili grazie al bollino LIA e potranno essere acquistati sia sulla libreria LIA, online da fine anno, e sia sulle altre librerie online che, nel corso del tempo, aderiranno.

A questo proposito, dovendo poter leggere i libri sui principali dispositivi mobili e da tavolo, si rende necessario formare due persone per ogni regione delle quali almeno uno ipovedente, con l'intenzione di trasferire sul territorio conoscenze e usabilità del libro accessibile.

I prescelti, dovranno essere capaci di utilizzare un personal computer e di avere conoscenza dei dispositivi mobili di Apple e quelli con sistema operativo Android.

Prego quindi i presidenti regionali o eventuali interessati, di far pervenire presso la nostra sede, entro 30 giorni, l'interesse a partecipare, accompagnato da una breve relazione sulle conoscenze degli strumenti di cui sopra.

Un gruppo di lavoro, provvederà a selezionare i nominativi che saranno ritenuti piu' idonei.

Le spese di partecipazione al corso, saranno a carico dell'organizzazione.

Documenti e curricula degli interessati aventi come oggetto: "Progetto Lia, richiesta di partecipazione al corso di formazione", dovranno essere inviati al seguente indirizzo e-mail: centroricercascientifica@uiciechi.it.

Per maggiori dettagli sul progetto, si consiglia di visitare il sito dello stesso all'indirizzo:

www.progettolia.it

Cordiali saluti

Il Presidente Nazionale
Prof. Tommaso Daniele

Non vedenti e ipovedenti: un’intera libreria online per loro, grazie al Progetto LIA, a partire dai libri dei vincitori di Strega e Campiello 2012, Redazionale

Autore: Redazionale

I primi titoli già sotto test (di accessibilità)

Ci sarà il libro di Piperno, vincitore del Premio Strega, in versione accessibile, ma anche il titolo di Carofiglio finalista della cinquina, il libro di Carmine Abate vincitore del Premio Campiello, il bestseller di Gramellini, il Pirata Long John Silver di Björn Larsson, il Pulitzer Jennifer Egan e anche L'eleganza del riccio di Muriel Barbery. Senza dimenticare il dizionario bilingue uomo-animali di Jeffrey Masson e, per i più piccoli, il Premio Andersen Aidan Chambers. Sono solo alcuni dei primi ebook che saranno disponibili a fine anno in versione accessibile anche per ipovedenti e non vedenti grazie al Progetto LIA – Libri Italiani Accessibili, curato dall'Associazione Italiana Editori (AIE), con la collaborazione dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, e finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, all'interno del "Fondo in favore dell'editoria per ipovedenti e non vedenti".

Tremila i titoli di narrativa e saggistica che saranno disponibili a regime, tanto per cominciare. Tra i  primi editori ad aver aderito Iperborea, Mondadori, Giunti, Sonda, RCS, Polillo, Minimum Fax, Il Mulino, GeMS, Laterza, Zanichelli, Rubbettino ed E/o edizioni: tutti gli ebook saranno riconoscibili grazie al bollino LIA e potranno essere acquistati sia sulla libreria LIA, online da fine anno, sia sulle altre librerie online aderenti.

Il progetto si propone infatti di aumentare l'attuale disponibilità sul mercato di ebook in versione accessibile per persone non vedenti e ipovedenti nel rispetto dei diritti degli autori e degli editori. Le ricadute risultano significative se si pensa che in Italia vivono circa 362mila non vedenti e circa un milione e mezzo di ipovedenti (dati Istat 2010) e la tendenza all'invecchiamento della popolazione amplificherà in modo rilevante il problema.

Tutte le informazioni sul progetto sono disponibili sul sito (online in italiano e in inglese)

 HYPERLINK "http://www.progettolia.it"

www.progettolia.it

Il sito, realizzato secondo le normative vigenti in tema di accessibilità, è pienamente accessibile a non vedenti e ipovedenti, che possono navigarvi in maniera autonoma utilizzando le proprie tecnologie assistive come screen reader, display braille e videoingranditori.

Il sito informativo di LIA – per raccontare cosa è e cosa permetterà il progetto -, è solo l'anticipo di quella che poi sarà la vera e propria libreria online integrata con gli attuali processi distributivi utilizzati per la vendita degli ebook: "Il portale LIA – ha spiegato la coordinatrice del progetto, Cristina Mussinelli di AIE – garantirà entro fine anno un modo, all'avanguardia a livello internazionale, per far leggere i libri a tutti e per mettere insieme il mondo editoriale e gli utenti con disabilità visive. Il carattere strategico del progetto sta proprio nell'essere riusciti a coinvolgere e far dialogare tutti i soggetti interessati: questo non tutela a monte solo gli editori ma, grazie al "bollino LIA", costituirà una garanzia di riconoscibilità anche per gli utenti, che potranno acquistare le opere scelte sulle varie librerie che aderiranno al progetto".

Il Presidente Nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Tommaso Daniele, nel confermare l'adesione e collaborazione al progetto LIA ha ribadito: "Il  progetto LIA, che si avvia in modo esemplare alla sua piena realizzazione, consentirà ai disabili visivi l'accesso alle novità editoriali in tempo reale e con una ampiezza finora impensabile".

Milano, ottobre 2012

Per tutte le info sul progetto:
 HYPERLINK "http://www.progettolia.it"
www.progettolia.it

LEGGE DI STABILITA’: NUOVO PESANTE ATTACCO AL TERZO SETTORE, Redazionale

Autore: Redazionale

COMUNICATO STAMPA DEL FORUM TERZO SETTORE
 
Roma 15 ottobre 2012
"Dalle prime anticipazioni, il nuovo provvedimento del Governo, che muove dall'esigenza di pareggiare le finanze pubbliche, rappresenta un ulteriore e insensato attacco a tutto il terzo settore con ricadute gravissime per  la vita dei cittadini più deboli." Così Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore, fortemente preoccupato per le misure contenute nella bozza del testo di Legge di Stabilità 2013.
Tre in particolare gli aspetti preoccupanti – secondo il Forum – che avranno pesantissime ricadute sul non profit italiano: l'aumento dell'Iva per le cooperative sociali che passa dal 4% al 10%, la riduzione delle  detrazioni fiscali e la tassazione delle indennità risarcitorie.
Aumentare l'Iva di 6 punti percentuali sulle cooperative di tipo "A", quelle che si occupano di infanzia, anziani, assistenza domiciliari, disabilità, tossicodipendenza, significa impedire la prosecuzione delle loro attività e minare profondamente il welfare della sussidiarietà, quello che coinvolge le organizzazioni del  privato sociale anche nella realizzazione dei servizi essenziali che le istituzioni pubbliche non sono più in grado di erogare. A fronte di un gettito finanziario di entità assai modesta, il provvedimento porterà ad una ulteriore riduzione dei servizi sociali, costi più elevati, meno posti di lavoro e una crescita del sommerso.
L'abbassamento del tetto massimo per le detrazioni a 3.000 euro all'anno a partire da subito, e quindi con  effetti retroattivi già dal 1 gennaio 2012, da un lato rompe il patto di fiducia tra Stato e cittadini, dall'altro riduce l'entità della riduzione dell'Irpef.
Sale inoltre da 129 a 250 euro la franchigia per le erogazioni liberali a favore delle Onlus con l'effetto di disincentivare le donazioni proprio in un momento in cui ce ne sarebbe maggiore bisogno, proprio per finanziare le attività sociali così colpite dai provvedimenti governativi. La stragrande maggioranza delle donazioni nel nostro paese sono infatti di entità modesta, al di sotto della nuova soglia della franchigia.
Gravissima anche la misura secondo la quale tutte le indennità risarcitorie, assegni di invalidità, indennità di accompagnamento, etc. diventerebbero imponibili ai fini IRPEF per chi ha redditi che superano i 15mila euro. Una situazione paradossale che vedrebbe lo Stato concedere un aiuto, per poi tassarlo.
"Ci troviamo di fronte  – conclude il Portavoce – ad una iniziativa che colpisce ancora una volta le fasce più deboli di cittadini e tutte le attività sociali in spregio al principio di equità più volte proclamato. Di fronte alla numerose manovre finanziarie che si sono succedute ci siamo più volti domandati qual è l'obiettivo di questo Governo. Abbiamo ascoltato alla Conferenza del Volontariato de L'Aquila, il Ministro Fornero sull'importanza delle attività di volontariato nella crisi del nostro sistema di welfare: i provvedimenti varati ieri sembrano andare nella direzione diametralmente opposta. Dobbiamo prendere atto che si vuole demolire quel poco che rimane del nostro welfare e stroncare le organizzazioni sociali  che tanto stanno facendo per il Paese? Chiediamo al Governo di fare retromarcia."
 

COMUNICATO STAMPA FAND, Redazionale

Autore: Redazionale

Mobilitazione FAND:  la Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità aderisce alla manifestazione "Cresce il Welfare, cresce l'Italia"

Il Comitato Esecutivo e l'Assemblea Generale FAND – convocati in riunione straordinaria  il  17 ottobre 2012 per discutere i provvedimenti riguardanti la disabilità  e l'assistenza contenuti nel disegno di Legge di Stabilità- ritengono che tali provvedimenti siano ancora penalizzanti nei confronti di alcune categorie di disabili, come gli invalidi per servizio.
 Pertanto, gli organi FAND hanno deciso di proseguire la mobilitazione dei propri associati ed aderire alla  manifestazione di difesa dello Stato sociale "Cresce il Welfare, cresce l'Italia"  già in programma a Roma per il prossimo 31 ottobre.
Infatti, dopo i continui tagli dei trasferimenti alle Regioni e agli Enti locali e l'ulteriore restrizione della  spesa sanitaria che hanno già causato la diminuzione dei servizi alle persone con disabilità e ai non autosufficienti,  il Governo con alcuni dei provvedimenti contenuti ha di fatto  rimesso in discussione le politiche sociali e i diritti di cittadinanza del nostro Paese.
La FAND, consapevole del forte disagio economico e sociale  vissuto quotidianamente da migliaia di disabili e dalle loro famiglie,  intende condividere gli  obiettivi di maggiore equità  e coesione sociale dichiarati dagli organizzatori della manifestazione prevista per il  31 ottobre.
Pertanto, la Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità, che riunisce ANMIC, ANGLAT, ANMIL, ARPA, ENS, UIC ed UNMS,  parteciperanno con una folta rappresentanza, alla mobilitazione nel segno dell'unità di intenti dell'associazionismo dei disabili di fronte all'emergenza sociale del Paese.
Le associazioni FAND, pur apprezzando il ripensamento del Governo in materia di permessi della Legge 104 e in materia di tassabilità delle pensioni di invalidità, intendono tuttavia difendere e promuovere  le molteplici  necessità del mondo della disabilità in materia di  non autosufficienza,  lavoro, integrazione scolastica, sanità, e riabilitazione  protesica.
Il  salvataggio e la ripresa economica del Paese non possono essere pagati dalla cancellazione del Welfare.

“Trophy Tour” 2012: ai ciechi è vietato guardare la coppa dei campioni, di Mario Mirabile

Autore: Mario Mirabile

Un grave episodio di discriminazione si è verificato durante il "Trophy Tour 2012", l'evento che porta la mitica coppa dei campioni di calcio nelle principali città italiane, per consentire a tutti di guardarla da vicino. In particolare durante la tappa che si sta svolgendo a Napoli, alla presenza di testimonial importanti del mondo del calcio quali gli ex calciatori Antonio Careca e Ciro Ferrara, al sottoscritto che è cieco assoluto, è stato proibito di guardare la coppa. Infatti, come tanti appassionati di calcio, mi sono recato in piazza del Plebiscito per prendere parte all'iniziativa. Dopo essermi fatto descrivere dal mio accompagnatore tutto quanto era esposto nelle teche, mi sono avvicinato nel luogo in cui veniva esposto il trofeo. A questo punto, spiegando di essere non vedente, ho chiesto di poterlo toccare per un attimo e ciò puntualmente mi è stato impedito. In verità già sapevo che non mi sarebbe stato concesso di toccare la coppa, ma per un attimo ho sperato che anche in Italia fosse arrivata un po' di cultura in più. Affermo ciò in quanto qualche anno fa, recatomi in visita allo stadio e al relativo museo del mitico Real Madrid, furono gli stessi operatori ad aprirmi tutte le teche e a farmi toccare, ovviamente con molta cautela e delicatezza, i vari cimeli custoditi e visitati quotidianamente da migliaia di persone. Agli organizzatori dell'evento di Napoli ho provato anche a raccontare la mia esperienza spagnola, ma questi non interessandosi assolutamente alla cosa, mi hanno invitato gentilmente ad uscire. Certo, rispetto ai problemi che ci sono nel nostro paese,  quanto avvenuto non può essere considerato tale, ma fa capire come la nostra società continua ad essere indifferente ed ignorante nei confronti della disabilità visiva. Forse gli organizzatori non avrebbero mai immaginato che anche un non vedente potesse essere appassionato di calcio.

Mario Mirabile

Elsa Fornero incontra una delegazione di ciechi e ipovedenti: “Via a un tavolo tecnico per facilitare inserimento lavorativo”

Autore: Ufficio Stampa Ministero Lavoro

 

Comunicato stampa

A seguito dell'incontro con una delegazione dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero ha preso l'impegno a costituire un tavolo tecnico tra il ministero stesso, l'UIC, il ministero della Salute, quello dell'Istruzione e le Regioni.

Il tavolo tecnico sarà finalizzato a ricercare soluzioni al problema dell'inserimento lavorativo di ciechi e ipovedenti e la prima riunione, ha garantito il Ministro alla delegazione, si svolgerà entro il prossimo 31 ottobre.

Si è inoltre convenuto che, sui temi di competenza, verranno ascoltate le Parti sociali.

 

Roma 16 ottobre 2012

 

 

Legge di stabilità, si pagherà l’Irpef sulla pensione e anche sulle indennità di accompagnamento

Autore: Redazionale

A tre giorni dal via libera in Consiglio dei ministri, non c'è ancora il documento ufficiale che sarà trasmesso al Parlamento. Ma l'ultima bozza getta luce su un aspetto rimasto finora oscuro: si pagherà l'Irpef non solo sulla pensione di invalidità, ma anche sulle indennità di invalidità, compresa dunque quella di accompagnamento. Si salvano solo quanti hanno un reddito complessivo inferiore a 15 mila euro

ROMA – A partire dal 2013 si pagheranno le tasse sulle pensioni e sulle indennità di invalidità: una sorte che potrà essere evitata solo da quei soggetti che percepiscono un reddito complessivo inferiore ai 15 mila euro. E' una rivoluzione quella che il governo intende operare con la legge di stabilità che sarà presto presentata al Parlamento: assoggettare all'imposta sul reddito delle persone fisiche, l'Irpef, quegli importi di natura assistenziale o risarcitoria che finora erano esclusi da ogni genere di tassazione. Una rivoluzione che toccherà non solo gli importi delle pensioni in senso stretto, ma anche quelli delle relative indennità, ad iniziare dall'indennità di accompagnamento. Una misura, questa, destinata a impattare notevolmente sulla vita di un gran numero di cittadini.

Il testo ufficiale e definitivo che verrà trasmesso al Parlamento ancora non è pronto, ma la lettura dell'ultima bozza disponibile getta luce sulle intenzioni dell'esecutivo e chiarisce i termini dell'annuncio che era stato dato ormai tre giorni fa nel comunicato stampa successivo al Consiglio dei ministri che ha formalmente approvato il testo della legge di stabilità. Si tratta dunque – lo precisiamo ulteriormente – di disposizioni che potrebbero ancora cambiare, ma che giunti ormai a questo punto è probabile che facciano parte del provvedimento che sarà inviato al Parlamento.

Come già scritto altrove, al di là delle parti della legge di stabilità nelle quali si affrontano i temi dei tagli alla sanità, dei tagli al trasferimento agli enti locali e della revisione delle agevolazioni fiscali (deduzioni, detrazioni, e via dicendo), i due temi che più direttamente riguardano le persone con disabilità sono quelli dei permessi lavorativi previsti dalla legge 104/92 e dell'assoggettabilità all'Irpef delle pensioni di invalidità.

IRPEF PER INVALIDITA' – L'articolo 12 della bozza della legge di stabilità prevede testualmente che "l'esenzione dall'imposta sul reddito delle persone fisiche delle pensioni e delle indennità di invalidità si applica esclusivamente ai soggetti titolari di reddito complessivo non superiore a euro 15 mila". Una norma che non si applicherà, specifica sempre il testo del governo, "alla pensione sociale di cui all'art. 26 della legge 30 aprile 1969, n° 153, e successive modificazioni, nonché all'assegno sociale di cui all'articolo 3, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n° 335". Lo stesso articolo della legge di stabilità include nella tassazione anche le pensioni di guerra, laddove afferma che "le disposizioni di cui all'art. 34, primo comma, del decreto del presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n° 601, si applicano esclusivamente ai soggetti titolari di reddito complessivo non superiore a euro 15 mila". Quindi, riepilogando: da un lato pensioni di guerra e pensioni di invalidità, con relative indennità, tassate per chi ha un reddito complessivo superiore a 15 mila euro, dall'altro pensione sociale e assegno sociale che rimangono totalmente esenti dall'Irpef.

A rientrare dunque nel campo dell'applicazione Irpef dovrebbero essere (perlomeno) la pensione degli invalidi civili totali e quella degli invalidi civili parziali, le pensioni per i ciechi civili, la pensione per i sordi, ma anche tutte le indennità, quella mensile di frequenza minori, quella di comunicazione per i sordi, quella speciale per i ciechi ventesimisti e anche l'indennità di accompagnamento per i ciechi civili assoluti e l'indennità di accompagnamento per gli invalidi civili totali. E in particolare l'assoggettamento all'Irpef di quest'ultima voce, che viene erogata a chi ne ha diritto senza alcun limite di reddito e che ha avuto una crescita esponenziale di richieste nell'ultimo decennio, rappresenta una novità che non mancherà di causare proteste.

Pensioni e indennità di invalidità saranno dunque tassate se il reddito complessivo del soggetto è superiore a 15 mila euro. Andrà chiarito se nei 15 mila euro si intendono compresi gli stessi importi relativi alla pensione e all'indennità di invalidità, o se – come è più probabile – faranno fede solamente gli altri redditi. In campo applicativo, andrà chiarita anche la tempistica dell'assoggettabilità ad Irpef, anche se è plausibile che esso avverrà alla fonte: è l'Inps che paga e che tratterà dall'importo effettivamente erogato la parte relativa all'Irpef.
Ricordiamo le somme relative alle provvidenze economiche più diffuse: la
pensione di invalidità (invalidi parziali o totali) prevede la somma di
267,57 euro per 13 mensilità, per un totale annuo di 3478,41 euro.
L'indennità di accompagnamento vale invece 492,97 euro per 12 mensilità e un totale annuo di 5915,64 euro. In sostanza, chi riscuote tanto la
pensione quanto l'accompagno riceve una somma annuale pari a poco meno di 9500 euro.

LEGGE 104/92 – La bozza del provvedimento del governo conferma quanto già era noto: "I permessi – si legge nel testo – fruiti ai sensi dell'art. 33 della legge 5 febbraio 1992, n° 104 a decorrere dall'entrata in vigore del presente decreto dai dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni di cui all'art.1, comma 2, del D.Lgs 165/2001, ad esclusione di quelli richiesti per patologie del dipendente stesso o per l'assistenza ai figli o al coniuge, sono retribuiti al 50% ferma restando la contribuzione figurativa".

Dunque, la norma riguarda esclusivamente i lavoratori pubblici, e non anche i privati, che hanno ugualmente accesso ai benefici della legge 104/92 (per quanto la utilizzino in percentuale cinque volte inferiore) e specifica che la retribuzione rimarrà piena solo se il permesso ex lege 104/92 è dovuto a patologie del dipendente o all'assistenza a figli e coniuge. Se l'assistito è un altro familiare, invece (cioè se è un genitore, uno zio, un fratello, e via dicendo: i permessi possono essere ottenuti per assistere parenti o affini entro il secondo grado o entro il terzo grado se i genitori dell'assistito sono over 65 o portatori di handicap) lo stipendio della giornata sarà dimezzato e si manterrà intera solamente la contribuzione figurativa. La norma, in termini quantitativi, colpisce soprattutto i lavoratori che usufruiscono dei permessi per assistere i propri genitori. Ma apre, secondo alcuni, una possibile ipotesi di incostituzionalità per via della disparità di trattamento che determina.
(ska) (12 ottobre 2012)