Momenti di grande intensità per l’evento organizzato dall’UICI Catania con la partecipazione dell’UICI di Siracusa, il 23 novembre pomeriggio in prossimità della Giornata internazionale per l’eliminazione delle violenze sulle donne.
Quando si parla di violenza sulle donne, solitamente, risalta la violenza fisica, la più cruenta. Siamo ancora costernate/i dal femminicidio di Giulia Cecchettin seguito, purtroppo, a ruota da altri due femminicidi…
Tuttavia, quando si è immaginato un evento per il 25 novembre che fosse anche significativo e identitario, abbiamo valutato quante altre forme di violenza colpiscono da vicino le donne con disabilità, le madri di figlie e figli con disabilità: violenza psicologica, economica, discriminazioni e discriminazioni istituzionali.
Così abbiamo voluto dare voce alle donne caregiver involontarie che si dedicano totalmente all’accudimento di figlie e figli con disabilità con grandissimo amore ma con altrettanto annullamento delle loro vite. Conosciamo bene il fenomeno poiché le incontriamo quotidianamente nella nostra Sezione dove accompagnano figli e figlie al Centro di riabilitazione.
Il caregiving, il lavoro di cura e accudimento somministrato a familiari disabili, infermi, anziani, è svolto in Italia nel 78% dei casi da donne .Una dedizione che si esprime nell’assistenza igienico-sanitaria, la somministrazione di farmaci, l’accompagnamento a scuola (nel caso di figli in età scolare), l’accompagnamento nelle strutture sanitarie e nei centri di riabilitazione, il disbrigo delle pratiche per l’ottenimento di ausili o provvidenze, l’interlocuzione con l’esterno mediando per quei familiari che non sono in grado di farlo autonomamente.
A pensarci sembra impossibile che si possa sostenere questo carico che non tiene conto, e lo diciamo subito, delle ulteriori esigenze di affettività e relazione con altri componenti della famiglia, il fare compagnia in mancanza di una reale inclusione sociale.
Appare evidente che non resta tempo per se stesse, molte sono costrette a lasciare il lavoro, trascurano la loro salute, perdono interesse per ogni precedente aspirazione, cadono talvolta nel burnout, o depressioni o disturbi psicosomatici. Anche la vita di coppia si snatura e non sono infrequenti le separazioni. Vero è che ci sono coppie che condividono questo impegno ma sono casi sporadici. Se ci fossero figure specializzate che potessero intervenire in supporto delle famiglie con oneroso accudimento le donne non dovrebbero essere costrette a rinunciare alla loro esistenza in ogni aspetto e potrebbero continuare a esprimere la loro presenza amorosa senza il peso enorme di un carico totalizzante.
Il nostro incontro, moderato da Sarah Donzuso giornalista, si è aperto con i saluti e una riflessione della Presidente che ha voluto esprimere l’invisibilità delle donne e delle donne disabili anche rispetto a queste problematiche, accennando anche al tema delle violenze sulle donne si è soffermata su quelle violenze che spesso non sono conosciute perché le donne con disabilità non sono in condizione di chiedere aiuto e spesso sono vittime di quegli operatori o caregiver che dovrebbero, invece, aiutarle. Poi ci sono le discriminazioni multiple che ci colpiscono in quanto donne e disabili: fenomeni spesso difficili da constatare fino a quando non si acquisisce una vera consapevolezza come stiamo imparando a fronte del lavoro avviato nella nostra Sezione e delle conoscenze che stiamo acquisendo. Importante il lavoro congiunto con l’Associazione Centro antiviolenza Thamaia grazie al protocollo ratificato due anni fa e al progetto in partenariato per il contrasto alle violenze di genere.
Alcuni rappresentanti istituzionali intervenuti hanno espresso la loro vicinanza all’UICI di Catania e la loro disponibilità. Abbiamo riflettuto sull’impatto del caregiving nella vita delle donne grazie agli interventi delle psicologhe del nostro Sportello donna Susanna Nania e Cetty Giannone (dell’UICI di Siracusa). La nostra Assistente sociale, anch’essa componente dello Sportello, ci ha omaggiato di una sua poesia e ha presentato la mamma di una bambina in terapia presso il nostro Centro. La testimonianza di Vanessa Tomagra, mamma di Mary Sol, ci ha molto colpito. Per le esigenze di cure alla figlia la famiglia ha cambiato città per essere vicina all’ospedale dove veniva curata Mary Sol e poi hanno cercato una casa vicino al mare grande passione della figlia. Vanessa ha perso il lavoro per dedicarsi alla figlia ma se la sua vita di donna si è annullata l’amore per la figlia si avverte pienamente.
Grazie al reading proposto da Tiziana Giletto, attrice e regista, abbiamo rivissuto la drammatica esistenza/testimonianza di Ada D’Adamo autrice del libro Come Daria. L’autrice artista, scrittrice, madre di una figlia con grave disabilità a causa di un tumore trascurato nell’impossibilità di occuparsi di se stessa, è morta pochi mesi fa.
Ancora un’altra testimonianza di Agata Ingala di Siracusa, mamma di una bambina disabile grave, avvocata e anche vittima di violenza ci ha messo drammaticamente di fronte a situazioni molto impattanti e, forse ascoltandola, ognuna delle presenti si chiedeva come fosse possibile sostenere tanta fatica e tanto dolore… Ci ha colpito anche la sincerità di Sarah Donzuso che ha dichiarato di essere stata vittima di violenze ma che, con l’aiuto di persone amiche e persone specialiste e con la forza di volontà, si è lasciata alle spalle quel periodo infelice. Quanto è importante non chiudersi nel silenzio ma cercare sempre di parlare con qualcuno dei propri bisogni delle proprie esperienze drammatiche e, nel caso estremo di violenze fisiche, chiedere aiuto ai centri antiviolenza e a persone competenti. Concetto ribadito dalla psicologa Della Thamaia Daniela Ossino che ha chiarito l’importanza di percorsi di riabilitazione delle donne necessari per una definitiva fuoriuscita dalla violenza.
Chi scrive ha concluso con una riflessione sulla complessità che attraversa le vite di molte donne che abbiamo cercato di rappresentare; complessità che non va semplificata e che ci impegniamo ad accompagnare come Sportello donna.
Infine alcune considerazioni sul vuoto normativo che deve essere colmato per la definizione e il riconoscimento della figura del caregiver e in particolare del caregiver familiare convivente.
Un disegno di legge è fermo al Senato da qualche anno ma si spera che il tavolo tecnico istituito dalla Ministra della disabilità Locatelli possa finalmente elaborare un testo armonizzando le istanze giunte da molte associazioni della disabilità. A noi cittadine e cittadini il compito di vigilare e che la politica si attivi realmente per tutelare e normare al meglio tanti aspetti della vita sociale; a noi l’impegno di essere solidali fiduciose e fiduciosi nell’importanza di camminare insieme nella nostra scommessa quotidiana.
Simonetta Cormaci, Referente questioni di genere UICI Catania
Pubblicato il 28/11/2023.