Grosseto – Campionati mondiali di judo

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Grosseto annuncia con grande soddisfazione, la convocazione del socio Valerio Teodori di appena 18 anni e cieco assoluto dalla nascita, cintura marrone di judo, appartenente alla società sportiva Sport Club Judo Orbetello, allenato dal maestro Remo Piro, cintura nera 4° Dan, nella Nazionale Italiana per partecipare ai prossimi campionati mondiali di judo che si terranno in Corea il giorno 9 maggio p.v.. Al nostro atleta inviamo i nostri migliori auguri per raggiungere un possibile obiettivo nel suo primo mondiale.

Rinnovo delle cariche associative a Catania

Autore: Redazionale

Lo scorso 21 marzo 2015 anche a Catania si sono svolte le elezioni per il rinnovo del consiglio sezionale, del consiglio regionale e l’elezione dei delegati al congresso nazionale.
E’ stata presentata una sola lista.
I risultati hanno visto l’elezione dei componenti della lista ad esclusione di uno di essi superato dalla candidata fuori lista Avv. Mattia Gattuso, che ha ottenuto un notevole monte di preferenze personali che le hanno consentito anche di essere eletta delegata al Congresso.
All’interno della lista, notevole successo personale hanno ottenuto la Prof. Rita Puglisi (prima al consiglio provinciale) ed il Prof. Gianluca Rapisarda, risultato il più votato tra i delegati al Congresso.
Per il consiglio regionale si è assistito all’exploit del candidato fuori lista Avv. Antonino Novello.
Dopo l’elezione il nuovo consiglio sezionale ha votato, con 11 preferenze su 13, il nuovo Presidente sezionale nella persona dell’Avv. Giuseppe Castronovo e il nuovo Vice Presidente sezionale nella persona della Sig.ra Carmen Romeo con 7 voti su 13. L’Ufficio di presidenza risulta essere composto anche dal Dott. Salvo Pelligra (unico vedente dei consiglieri), la Sig.ra Graziella Valerio ed il Sig. Alfio Pricoco.

Lampedusa, Screening oculistici gratuiti

Autore: Redazionale

Lampedusa 4, 5, 6 e 7 maggio 2015
Nell’ambito delle azioni finalizzate all’informazione e sensibilizzazione del contesto
territoriale sui temi concernenti la disabilità visiva l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – ONLUS (Sezione prov.le di Agrigento) organizza, nei giorni 4, 5, 6 e 7 maggio 2015 sul territorio di LAMPEDUSA delle specifiche iniziative.
In particolare informiamo i cittadini isolani che in occasione dell’evento sosterà nei giorni sopra indicati, presso la Via Roma, dalle ore 16.00 alle ore 19.00, un camper attrezzato (U.M.O.D.– Unità Mobile Oftalmica Diagnostica) in cui un medico oculista e un’assistente in oftalmologia (ortottista) effettueranno esami gratuiti di prevenzione delle malattie oculari a tutta la cittadinanza interessata.
Analoga iniziativa sarà condotta, sempre negli stessi giorni in orari antimeridiani (dalle ore 9.00 alle ore 13.00) presso tutti gli istituti scolastici presenti nel territorio isolano, come d’intesa con il Dirigente Scolastico del locale Istituto Comprensivo Luigi Pirandello.

Verso Chianciano, prima di Chianciano di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

(Articolo in due puntate: prima puntata)
Le assemblee sezionali si sono pressoché concluse e si vanno via via costituendo i nuovi organi dirigenti del territorio ai quali toccherà l’onere di guidare l’Associazione per i prossimi cinque anni.
Vi sono ancora un paio di contenziosi che, per quanto numericamente circoscritti, costituiscono per il Presidente Nazionale motivo di forte preoccupazione e di profonda angoscia.
A furia di decriptare e interpretare statuti e regolamenti, infatti, corriamo il rischio di smarrire la ragione vera che deve sostenere l’impegno associativo di ciascuno di noi. Quella ragione che non può trovare radici soltanto nell’ambizione personale, nell’orgoglio ferito, nel desiderio di rivalsa, nello spirito di conservazione.
Abbiamo comunque chiuso questa fase associativa e possiamo incamminarci verso il congresso di Chianciano, preparandoci a dare corpo alle imminenti assemblee precongressuali interregionali che avranno inizio il 16 maggio a Bologna, per concludersi il 27 giugno in Sardegna.
Ai tanti amici ansiosi di giungere all’appuntamento congressuale, e soprattutto a quei pochi particolarmente frettolosi, ho cercato di spiegare nei mesi passati almeno due cose:
1) la vita sociale di tutti i giorni non è scandita o regolata dai nostri congressi;
2) l’impegno quotidiano dell’Unione deve mirare al conseguimento degli obiettivi di interesse dei ciechi e degli ipovedenti italiani, senza rinchiudersi in attese messianiche degli appuntamenti congressuali.
“Ogni cosa a suo tempo”, è stato il motivo ispiratore della azione della Presidenza Nazionale in questi mesi, nonché il ritornello che ho ripetuto in ogni occasione fino alla noia, mia e di tutti, proprio per evitare dannose fughe in avanti.
Senza voler attribuire loro alcun ordine di importanza, al solo scopo di tenere viva la nostra memoria, voglio elencare alcuni di questi obiettivi che abbiamo il dovere di perseguire, congressi o no:

– La riaffermazione del diritto al Lavoro, che rilanceremo con grande forza nella prossima conferenza nazionale a Napoli, dove daremo inizio a un percorso di inclusione e di riforma che influenzerà la vita di tante persone negli anni avvenire.
– La ridefinizione delle competenze amministrative e istituzionali relative al supporto scolastico, smarrite con la cosiddetta abolizione delle province, con il conseguente disorientamento di migliaia di famiglie italiane che attendono invece certezze di continuità del diritto all’istruzione per i loro figli.
– Il superamento della normativa che oggi include pensioni e indennità nel calcolo dell’ISEE, alla luce delle sentenze di giustizia amministrativa e soprattutto della constatata iniquità e inefficacia del provvedimento.
– La tutela delle persone con disabilità aggiuntive, alle quali abbiamo dedicato nei mesi scorsi tre momenti seminariali di livello interregionale che vanno ora portati a sintesi con una iniziativa forte di carattere nazionale, volta a trovare nuove soluzioni, nuove opportunità e nuovi partner in un settore dove l’unità delle risorse è molto più importante delle bandiere di appartenenza sventolate dalle singole organizzazioni.
– La riforma del nomenclatore tariffario, cristallizzato da oltre quindici anni nella vetustà dei suoi anacronistici elenchi, in attesa di una rivisitazione globale, già annunciata e promessa mesi fa dal Presidente del Consiglio, ma ancora in attesa di compiere i primi passi.
– Gli altri temi che riguardano mobilità, accessibilità, giovani, donne, anziani, autonomia, sport, turismo, tutela dei diritti inviolabili della persona in ogni circostanza e dinanzi a chiunque.
Anche in ambito associativo, inoltre, ci attendono appuntamenti che vanno organizzati e curati, ben prima di giungere al congresso di Chianciano:
– La lotteria Nazionale Louis Braille abbinata al Premio Braille, per la quale abbiamo atteso una autorizzazione da troppi anni e alla quale siamo riusciti a dare l’ultima “spinta” il 30 aprile scorso, con l’approvazione in commissione Finanza e Tesoro del Senato.
– La gestione del Fondo di Solidarietà e degli altri interventi di sostegno delle nostre strutture sul territorio, tanto più impegnativa nell’anno in corso, considerato l’incremento delle risorse disponibili, sia pure dinanzi a richieste sempre più pressanti che abbiamo tuttavia il dovere di elaborare e soddisfare in modo adeguato.
– La formazione di un nostro gruppo nazionale interno, specializzato in fund raising e progettazione europea, alla quale daremo avvio il prossimo 12 maggio e che si protrarrà per dodici-diciotto mesi, nell’intento di aggiungere nuove fonti di risorse per la nostra Unione.
– Il corso di alta formazione per “responsabili di strutture del terzo settore” che coinvolgerà per un anno venti ragazze e ragazzi, da impegnare anche nelle nostre strutture sul territorio, con interessanti prospettive di sviluppo professionale personale e di crescita associativa per noi tutti.
– Lo svolgimento dei campi estivi formativi che coinvolgeranno oltre cinquecento bambini e ragazzi su tutto il territorio nazionale, la metà dei quali con disabilità aggiuntive, per un impegno finanziario globale di circa un milione di Euro.
– Il percorso di riorganizzazione e di rilancio dell’I.RI.FOR., già in atto, ma che richiede chiarezza di obiettivi, rigore metodologico e adeguati tempi di attuazione.
– Il potenziamento della nostra web radio, quale nuovo strumento al servizio dei settori Informazione e Libro Parlato, anche tramite iniziative di promozione della lettura e dell’ascolto, con un evento di alto profilo culturale al quale daremo vita nel prossimo autunno.
– L’avvio del processo di ristrutturazione funzionale, gestionale, organizzativa e contabile a livello nazionale e territoriale, per conferire alla nostra Unione nei prossimi anni un apparato dinamico, efficace ed efficiente.
Con questo mio contributo intendevo parlare soprattutto di Congresso, ma come ho sempre detto, i doveri e i problemi di tutti i giorni hanno la precedenza.
Mi riprometto, pertanto, di scrivere prossimamente la seconda puntata di questo articolo, nella quale proverò a esporre le idee che ho maturato in questo anno di Presidenza Nazionale relativamente al Congresso, al profilo dei dirigenti, alla costituzione della “squadra” che guiderà l’Unione dal prossimo novembre.
Mario Barbuto

Siena, Visto n. 6, AA.VV

Autore: AA.VV.

Uici Siena – V.le Cavour, 134
Telefono 0577 46181
e-mail: uicsi@uiciechi.it
Sito internet: www.uicisiena.org

Visto!

Periodico di informazione della sezione di Siena Numero 6 – marzo 2015
Direttrice responsabile: Susanna Guarino
Registrazione Tribunale di Siena n. 3 del 5/8/2014.

Con il contributo di: ESTRA GAS / LUCE – www.estraspa.it

Due eventi importanti
Il 14 e 15 marzo 2015 sono stati due giorni importanti per la sezione di Siena dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS:
sabato s’è conclusa la settimana mondiale di prevenzione del glaucoma, domenica s’è svolta l’Assemblea sociale.
Si è tenuta nei locali del ristorante l’Orto De’Pecci l’assemblea sociale ordinaria ed elettiva nella quale i soci sono stati chiamati ad approvare la Relazione morale, il Conto consultivo 2014 e a votare i propri rappresentanti che gestiranno l’Associazione per i prossimi cinque anni. Lo Statuto infatti prevede che gli organi dell’U.I.C.I. restino in carica per cinque anni e che gli Organi Provinciali e Regionali siano rinnovati prima del Congresso Nazionale che si terrà il prossimo autunno.
I 38 soci presenti hanno eletto a scrutinio segreto i 7 componenti del Consiglio provinciale sezionale: Massimo Vita, Mario Petrini (vedente), Carlo Corbini, Enrico Giannelli, Erminio Varricchio, Concetta Maggiore, Marchi Maria Grazia. Il Consigliere regionale: Elena Ferroni. Il Delegata al Congresso Nazionale: Elena Ferroni.
L’Assemblea ha avuto l’onore di ospitare a pranzo il sindaco di Siena Bruno Valentini.
A conclusione dei lavori Massimo Vita ha ribadito l’impegno dell’associazione a migliorare i servizi a favore dei soci soprattutto in periferia.
Si è impegnato, cogliendo gli inviti dei soci, a lavorare a livello regionale per dare sempre maggiore forza al ruolo della nostra associazione in ambito regionale. Inoltre ha chiesto alle pubbliche amministrazioni una maggiore attenzione ai problemi della categoria.
Al sindaco di Siena Bruno Valentini ha rivolto un invito affinché uno spazio della città venga intitolare a Louis Braille e lo ha anche esortato a non dimenticarsi mai degli ultimi e dei più deboli. In fine ha ringraziato il Presidente Nazionale Mario Barbuto per il bel messaggio inviato alle Assemblee sezionali.
La settimana mondiale del glaucoma “il ladro silenzioso della vista”che si è tenuta a Siena dal 7 al 14 marzo, prevedeva visite di screening gratuite presso la Sala delle Vittorie, della Contrada del Drago e negli ambulatori dell’U.O.C. Oftalmologia Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, un incontro con gli studenti del Liceo scientifico “Galileo Galilei” e la distribuzione di materiale informativo dedicato alla malattia oculare.
L’iniziativa è stata promossa dal Day service glaucoma guidato dal dottor Paolo Frezzotti dell’U.O.C. di Oftalmologia diretta dal professore Eduardo Motolese dell’Azienda Ospedaliera Senese e dall’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti di Siena con l’obbiettivo di fare conoscere e prevenire una malattia asintomatica che causa lesioni irreversibili e se non diagnosticata in tempo, adeguatamente curata, porta alla cecità.
Di seguito sono riporto i dati trasmessici dal Dottor Paolo Frezzotti:
“L’attività  si è svolta con l’esecuzione di  457 visite di screening e visite ambulatoriali a cui si aggiungono 277 tra esami perimetrici, esami di analisi sulla morfologia del nervo ottico e pachimetrie. Questo lavoro ha permesso di porre diagnosi di glaucoma in 15 persone (tra cui 1 paziente con una pressione intraoculare di 33 mmHg, ricordo che il valore normale è inferiore a 21 mmHg!) (3.2%) e di ipertensione oculare in 2 persone, potendo iniziare le cure atte ad impedire la comparsa o l’aggravamento del danno funzionale visivo legato alla malattia (che una volta insorto è irreversibile!). In altre 14 persone già affette da glaucoma (3%) è stato necessario modificare la terapia perché insufficiente o mal tollerata. A questi vanno aggiunte altre 6 persone (1.3%)  per le quali sono necessari ulteriori approfondimenti strumentali per arrivare alla diagnosi. Possiamo concludere dicendo, che il nostro sforzo comune, ha permesso a 35 persone (7.6%) di difendersi da una malattia, il glaucoma, che se tardivamente diagnosticata porta a cecità..
Ritengo, che miglior premio di questo non ci possa essere.”
Maria Grazia Marchi

CONSIGLI DI LETTURA
I tre giorni di Pompei
23 ottobre 79 d.C., da questa data comincia la ricostruzione storica degli ultimi tre giorni di vita nella città di Pompei, ricostruendo fedelmente la vita che scorre tranquilla prima dell’eruzione, i terribili momenti in cui il Vesuvius erutta e infine il disperato tentativo di molti abitanti di salvarsi, nelle ore successive.
Questo libro è un viaggio tra sorprese: come quella che indica nel vulcano Somma l’autore del massacro e non nell’attuale Vesuvio.
Inoltre il vulcano non era un gigante minaccioso come si vede in molte pellicole cinematografiche, ma un ampio monte pianeggiante al centro e con qualche rilievo lungo i margini, ricoperto di verdeggiante vegetazione.
Alberto Angela si muove agilmente nel suo viaggio immaginario tra strade e vicoli andando a pescare curiosità come gli ombrellini con manici ricurvi, che permettevano agli schiavi di riparare le nobildonne dal sole. I vetri, opachi, rispetto agli attuali che distinguevano le case dei ricchi dalle altre.
Entra in un forno che sta sfornando pane speziato. Ricostruisce le frenetiche attività svolte al suo interno. Poi passa a descrivere minuziosamente anche le differenze di statura tra i pompeiani e gli attuali abitanti della penisola italica. E la piccola stazza dei cavalli, ricavata dai precisissimi mosaici rinvenuti. Pensate, in alcuni casi la testa dei cavalli era poco più alta di quella degli uomini. Molti animali esotici, come le giraffe, abbellivano i giardini della nobiltà.
Le scritte sulle mura facevano trasparire l’amore e il sesso che nelle città vicine al Vesuvio (come nella Roma del tempo) era con meno veli, rispetto a quello attuale.
Il colpo di scena finale porta l’autore a mettere in dubbio, attraverso un elenco di prove, la data dell’eruzione che su tutte le guide è indicata nel 24 Agosto del 79 d.C.
Consiglio a tutti la lettura di quest’opera, perché l’autore riesce a far immergere il lettore nella vita quotidiana di più di duemila anni fa, facendolo camminare tra abitazioni, botteghe, sapori ed addirittura odori della Pompei del tempo.
Quello che interrompe, di tanto in tanto, la fluidità del testo è la storia di Rectina, nobildonna realmente esistita. Questa, però, è molto utile per la ricostruzione storica dell’intero libro.
Buona lettura…
Antonio Garosi

IMMAGINI E PAROLE
Teatro e cinema si toccano: La Locandiera
La pellicola prodotta da Giancarlo Cobelli nel 1985 dal titolo “La Locandiera” costituisce la trasposizione cinematografica dell’omonima e celebre opera teatrale in tre atti di Carlo Goldoni pubblicata nel 1753 e rappresentata per la prima volta al Teatro Sant’Angelo di Venezia.
Tale rivisitazione ha il pregio di non distanziarsi troppo dall’opera originale: le immagini infatti sanno restituire agli occhi con grande precisione le azioni, i gesti e i giochi di scena raccontati dal testo teatrale, sottolineati e messi in risalto da un alternarsi studiato di inquadrature tale da riflettere perfettamente il carattere dei personaggi e gli intrighi della vicenda narrata.
La protagonista è una giovane locandiera fiorentina, Mirandolina, donna molto affascinante e carismatica, che riesce, con le sue doti di ammaliatrice, ad incantare i ricchi aristocratici, clienti abituali della sua locanda. Con le sue doti ella sa incuriosirli e conquistarli senza mai arrivare ad innamorarsi o tanto meno a pensare di sposarsi con uno di loro (anche perché è promessa in sposa dal padre, ormai deceduto, al giovane servo della locanda Fabrizio). La giovane si diverte a tenerli sulla corda fino a far loro perdere la testa, per poi abbandonarli, inducendo per di più il povero Fabrizio ad aspettare e sperare che un giorno lei, decidendo di sistemarsi, scelga lui come sposo e compagno di vita (“Accomoderei con essa tutto il tempo di vita mia” sospira infatti in un passo dell’opera e in una battuta del film-commedia).
Tra gli ospiti della locanda vi è però anche il cavaliere di Ripafratta, un misogino che, avendo già sofferto molto per amore, odia profondamente le donne e per questo è deciso a rimanere solo, con la propria -secondo lui- inestimabile libertà; in fondo proprio come Mirandolina che ama fin troppo la propria indipendenza per decidere di prendere marito e dividere la propria vita con qualcun altro.
Sarà proprio questo aspetto della loro personalità e del loro stile di vita ad avvicinarli, anche se, dal canto suo, la donna fingerà, volubile, scaltra e fin troppo consapevole della propria bellezza, della propria arte e della propria comoda posizione, di non nutrire alcun interesse per lui. Ella fa credere infatti al nobile dal cuore indurito di stimarlo semplicemente e di reputarlo un complice con cui condividere la sua filosofia di vita basata su libertà e indipendenza.
Questo atteggiamento sarà in grado, più di ogni altra seduzione, di far breccia nel cuore del cavaliere che, non avendo mai incontrato una donna di tale mentalità, non sentirà il bisogno di difendersi da lei e fatalmente cadrà nelle sue trame. Mirandolina approfitterà proprio di questo spiraglio per raggiungere il suo cuore vulnerabile fino a sedurlo, fargli perdere completamente la testa e infine rifiutarlo, soddisfatta di aver raggiunto lo scopo che si era prefissata.
Il cavaliere, disperato e ormai incapace di strappar via i propri sentimenti dal suo cuore, sarà costretto a fuggire dalla locanda, mentre la locandiera potrà finalmente premiare la lunga e paziente attesa del servo Fabrizio con il preannunciato matrimonio.
Il film, in tre atti (proprio come l’opera teatrale a cui si è ispirato), riesce quindi in pieno nell’obiettivo che si propone, rendendo con grande intensità tutti i tratti tipicamente psicologici di una tipica commedia di costume del teatro goldoniano, dove i gesti, le parole, e le azioni guidano il lettore-spettatore in una perfetta ed accurata analisi del carattere dei suoi personaggi.
Martina Medori
Rossella Miccichè

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Diversità, sfida e risorsa
Da poco più di un anno ho iniziato a recarmi nelle scuole di Siena e provincia, per seguire il percorso formativo di bambini ed adolescenti disabili visivi, conosciuti dall’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti. Durante questa mia breve ma intensa esperienza ho avuto il privilegio di incontrare la dott.ssa Elisabetta Franchi e conoscere il suo splendido lavoro in questo contesto. Sebbene lei preferisca senz’altro di più operare sul campo che parlare del suo lavoro, attraverso le domande che seguono ci racconterà in che cosa esso consiste e spero che, tu che leggi, arrivi ad intuire quanto questo suo contributo sia prezioso. Lascio parlare l’intervista, ma non prima di rivolgere un sentito ringraziamento alla dott.ssa Franchi per il tempo che mi ha dedicato e per la dedizione con cui ogni giorno, da più di quindici anni, si fa vicina alle persone che a vario livello si devono confrontare con la sfida della disabilità visiva.
– Dott.ssa Franchi, In che cosa consiste il suo lavoro di consulente tiflodidattico?
“Questa figura svolge un’attività di sensibilizzazione, formazione e consulenza pedagogica e didattica, con l’obiettivo di favorire la comprensione dei bisogni degli alunni con disabilità visiva (non vedenti, ipovedenti), ma anche di aiutare a valutarne in modo realistico le potenzialità e le risorse, così da orientarne correttamente il percorso educativo e di apprendimento. La consulenza si rivolge alle famiglie, alle scuole, ai servizi sociosanitari, alle istituzioni, agli enti locali e a chiunque sia coinvolto nel processo di crescita e di integrazione dei nostri bambini e ragazzi; tra gli obiettivi essenziali c’è quello di guidare alla conoscenza e alla scelta del materiale didattico e degli strumenti specifici per imparare, giocare, vivere in pienezza e in autonomia.”
– Da quanto tempo svolge questo lavoro?
“Dal settembre del 1999, quando la Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita” ha creato a Firenze il Centro di Consulenza Tiflodidattica, dando vita a questo servizio di supporto, completamente gratuito per l’utenza, che ha la particolarità di svolgersi non soltanto presso i locali del Centro (dove è presente una mostra permanente di materiale didattico dedicato), ma anche presso la sede di chiunque richieda la consulenza, raggiungendo il bisogno laddove esso si presenta.”
– Quanti bambini e ragazzi ha seguito in questi anni?
“Moltissimi: ho già avuto la soddisfazione di vedere dei “miei” ragazzi che si sono diplomati, laureati, addirittura sposati… Ogni anno gli utenti che risultano in contatto con il Centro sono circa duecento. Non tutti hanno le stesse esigenze: per alcuni sono sufficienti interventi periodici presso la scuola o ci si limita alla fornitura di materiale tiflodidattico, altri devono essere seguiti e monitorati settimanalmente; ci sono frangenti particolari, come il passaggio tra i vari ordini di scuole oppure i momenti in cui emergono bisogni o criticità, in cui è necessaria una presenza più assidua e costante, mentre in altri periodi, una volta impostato il lavoro e il programma educativo, tutto procede anche con interventi più scanditi nel tempo.”
– C’è qualche caso che segue attualmente o ha seguito in passato, che ricorda ed ha un posto speciale nel suo cuore?
“Ce ne sono tanti: senz’altro, i bambini che sono mancati e hanno lasciato un vuoto doloroso, ma anche quelli che ho visto crescere in conoscenza e in consapevolezza, quelli cui si è riusciti a dare un aiuto e quelli per i quali resta il rammarico di aver potuto fare meglio o di più. Di tutti i bambini e i ragazzi incontrati e seguiti ho comunque un ricordo: ciascuno di loro è speciale ed ha dunque un posto speciale nella memoria e nell’affetto.”
– Quali aspetti sono da tenere in considerazione per avere una buona qualità di rapporto con la famiglia dei ragazzi che segue? Con i docenti? Con i professionisti della salute?
“Penso che si debba sempre partire da un atteggiamento di rispetto riguardo al ruolo che ciascuno si trova a svolgere e di fiducia nel fatto che ognuno, con le risorse di cui dispone, cerchi di fare del proprio meglio. Credo che sia importante offrire accoglienza, collaborazione, fornire strumenti di utilità concreta e cercare di venire incontro ai bisogni senza giudicare e senza pretendere di insegnare comunque qualcosa.”
– Quali pensa siano le criticità e i punti di forza delle scuole in questo periodo, per l’accoglienza dei disabili visivi?
“Da alcuni anni noto un diffuso scoraggiamento e una maggiore demotivazione da parte degli insegnanti e degli educatori, che vedono spesso poco riconosciuta la fatica e l’importanza del loro lavoro e lamentano di sentirsi inadeguati rispetto alla specificità che l’intervento con gli alunni con problematiche visive richiede: questa demotivazione porta a volte a disinvestire sull’impegno e sulla creatività. Inoltre ritengo che rappresenti una criticità veramente penalizzante il fatto che il nostro sistema scolastico non sia in grado di garantire una continuità degli interventi, e le figure di supporto si avvicendino accanto all’alunno con disabilità visiva vanificando esperienze e relazioni positive acquisite. E’ piuttosto raro, al di là dei titoli più o meno formali, trovare persone preparate ad insegnare ad un alunno non vedente o ipovedente: l’elemento positivo è che esistono figure, servizi e enti a supporto dell’integrazione scolastica che possono dare un aiuto per acquisire competenze sul campo. Negli ultimi anni sta cominciando a passare l’idea che la formazione deve coinvolgere non soltanto gli insegnanti di sostegno, ma tutto il team docente: grazie a corsi e master con frequenza a distanza promossi dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e dall’IRiFoR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) si riesce a raggiungere e fornire informazione e strumenti di intervento a un numero maggiore di insegnanti.”
– Ci sono persone che sono state o sono per lei un modello da cui ha preso spunti per il suo lavoro?
“Ho avuto il privilegio di formarmi con grandi maestri e con esempi di straordinaria dedizione al servizio dell’educazione e dell’integrazione. Per non fare torto a coloro che ci sono ancora e che continuano ad accompagnarmi (magari dimenticando di citare qualcuno), vorrei ricordare alcuni che non ci sono più: Mario Mazzeo, Silvestro Banchetti, Carlo Monti che mi ha voluta per ricoprire il ruolo di responsabile del Centro di Consulenza Tiflodidattica, Marisa Nardi e Annamaria Campochiari. Quotidianamente ho l’immensa fortuna di collaborare con rappresentanti dell’Unione Italiana Ciechi e con colleghi che mi arricchiscono dal punto di vista umano e professionale. Ma i modelli di vita per me più significativi sono stati e sono i genitori dei miei bambini, esempi di coraggio, di capacità di amare e di trovare nella vita un senso diverso, più profondo e vero”
– Sapendo che le ricette preconfezionate non ci sono e ogni caso è comunque diverso, dopo questi anni di esperienza sul campo, quali pensa possano essere gli strumenti tecnici e relazionali che permettono ad un disabile visivo di inserirsi nella scuola con profitto e soddisfazione?
“E’ vero, non esistono ricette: ritengo però che un’esperienza di integrazione risulti positiva quando il bambino con disabilità visiva viene considerato prima di tutto non un non vedente o un ipovedente ma, appunto, un bambino tra gli altri, che partecipa alla vita di tutti e può offrire il contributo che lui, come chiunque, è in grado di dare. Credo fermamente che la diversità rappresenti sempre un valore: far finta che non ci sia e banalizzare i bisogni educativi e strumentali di chi non vede è dannoso e impedisce una crescita equilibrata dell’alunno e una corretta comprensione da parte dei compagni. E’ invece importante, per l’alunno e per gli educatori, conquistare la consapevolezza che il fine ultimo è raggiungere le medesime competenze dei compagni, o comunque gli obiettivi formativi prefissati, pur con strumenti e strategie che possono essere diversi ma che garantiscono un apprendimento concreto e una adeguata autonomia operativa. Infine sono convinta che un inserimento riuscito nasca dalla condivisione degli obiettivi e delle modalità per perseguirli da parte di tutte le figure (scuola, specialisti, personale socio-sanitario) che ruotano intorno ai nostri alunni e alle loro famiglie: la capacità di comunicare e di lavorare in rete è davvero il valore aggiunto che conferisce efficacia e coerenza al progetto educativo, garantendone una positiva realizzazione.
Elena Ferroni ed Elisabetta Franchi

Per informazioni e contatti: Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita Centro di Consulenza Tiflodidattica Via A. Nicolodi 2, 50131 Firenze
Tel. 055.577777 e-mail: cdtfi@bibciechi.it

Un’occasione da vivere da protagonisti
Da qui al 30 aprile si svolgeranno tutte le assemblee delle sezioni dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti nelle quali, oltre all’approvazione del bilancio consuntivo 2014 della relazione morale, dobbiamo eleggere i nuovi Consigli direttivi, i nuovi Consiglieri regionali e i Delegati del 23° congresso nazionale che si terrà nel prossimo autunno. Si tratta quindi di una grande occasione per dimostrare la capacità dell’Associazione di come saper affrontare le tematiche che ci riguardano nei prossimi anni. Sempre, ma soprattutto nella fase congressuale, occorre guardare oltre il contingente. Occorre gettare le basi per rendere l’associazione più funzionale più preparata ad affrontare le problematiche che di volta in volta si presenteranno all’orizzonte.
Purtroppo, dalle notizie in mio possesso, salvo poche eccezioni, nella nostra regione mi sembra che non vi sia un grande fermento e la direzione regionale uscente non ha programmato iniziative per stimolare un ampio e costruttivo dibattito sulle tematiche che riguardano la categoria. Così come non sono state organizzate iniziative per formulare proposte per aggiornare lo statuto sociale, per renderlo più funzionale e al passo coi tempi. Sullo statuto ho già scritto qualcosa in un numero precedente; in questo cercherò di affrontare alcune tematiche fra quelle che, a mio avviso, non dovrebbero essere trascurate in questa tornata  congressuale.
In questi ultimi decenni sono diminuiti i ciechi totali e sono aumentati i ciechi parziali. Inoltre, da un po’ di tempo a questa parte, nei neonati si registrano sempre di più casi di malattie concomitanti alla cecità e all’ipovisione. Questo fenomeno richiede sempre maggiore conoscenza da parte dell’associazione al fine di stimolare la ricerca sulla genetica, sulla prevenzione e sulla cura pre e neo natale e per stimolare le istituzioni ad approvare delle leggi che permettano ai malcapitati di vivere un’infanzia più dignitosa.
Un altro problema importante da affrontare è quello dell’istruzione e della formazione professionale che in questi ultimi tempi sono sempre più trascurate dalle istituzioni. Infatti, fatte salve alcune eccezioni, nonostante vi siano alcune leggi in materia, per i bambini disabili l’assistenza scolastica è quasi inesistente. Anche in questo settore occorrerebbe più grinta da parte dell’Unione, quantomeno per fare rispettare le leggi esistenti.
Per quanto riguarda la formazione professionale dei non vedenti, in passato veniva garantito dallo Stato tramite appositi istituti professionali, mentre un aiuto economico a coloro che frequentavano i corsi veniva dato dalle province sotto forma di retta agli istituti che li ospitavano. Dal 1978, quando il suddetto onere è stato trasferito ai comuni, vuoi per le difficoltà finanziarie di quest’ultimi, vuoi per la scarsa sensibilità verso i problemi della disabilità, la quasi totalità dei comuni non ha fornito nessun sussidio per la formazione professionale dei non vedenti. Anche questa è una tematica che richiede un grande impegno da parte della associazione; sia per trovare nuove professioni e nuovi mestieri, per creare nuove opportunità ai nostri giovani, sia per ottenere dalle istituzioni i presupposti necessari per raggiungere un’integrazione dignitosa.
Un’altra tematica da affrontare con determinazione è quella degli ipovedenti medio gravi e lievi. La legge 138 del 2001 sancisce il riconoscimento dell’ipovisione fino a tre decimi di visus. Così dal 2001, oltre ai ciechi assoluti e agli ipovedenti gravi compresi tra 0 e 1/20, gli ipovedenti medio gravi compresi fra 1/20 e 1/10, abbiamo gli ipovedenti lievi con visus da 1/10 a 3/10. C’è un problema però: quest’ultimi dopo quindici anni dall’entrata in vigore della legge 138 non hanno ancora ottenuto nessuna agevolazione. Inoltre, non si può sottacere il fatto che gli ipovedenti medio gravi considerati decimisti, dagli anni ottanta hanno perso il diritto all’assegno vitalizio conquistato nel lontano 1954 in seguito alla “marcia del dolore”. Non per mettere limiti alla provvidenza, ma forse sarebbe stato meglio se la legge 138 avesse contenuto lo stato di ipovisione fino a due decimi, come da me sempre sostenuto, e a tutti gli ipovedenti fosse stata garantita qualche prospettiva a partire dall’istruzione, dalla formazione ed il lavoro.
Considerazioni a parte, quello degli ipovedenti è un problema da affrontare, in modo da poter avanzare con cognizione di causa delle richieste nei confronti delle istituzioni al fine di ottenere delle agevolazioni per favorire il raggiungimento di un’integrazione dignitosa anche agli ipovedenti medio gravi e lievi. Altrimenti che senso avrebbe la denominazione Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti!
Pierino Bianchini
Si alzano i costi dei prodotti tecnologici, ma non solo per scelta dei produttori…
Il 9 marzo scorso, con un evento chiamato “Spring forward”, Apple ha presentato in pompa magna, o quasi, alcune novità che hanno fatto parlare, come sempre, detrattori ed estimatori.
Dal palco dello Jerba Buena Center di San Francisco Tim Koock ha presentato le novità per la primavera della ditta di Cupertino e, come sempre, il tutto è stato corroborato da dati, statistiche, dettagli tecnici in maniera da spiegare ciò che ci si può attendere con i nuovi prodotti che per l’occasione sono stati:
un nuovo Macbook ultra piatto e decisamente avveniristico, come concezione, ed il tanto chiacchierato Apple Watch con tutte le sue caratteristiche e con tutto ciò che potrebbe verificarsi grazie alle sue caratteristiche, ma ciò che ha posto l’accento sul tutto, questa volta, non sono stati i soliti pro e contro dei vari appassionati del mondo della tecnologia, bensì ciò che è risaltato in maniera eclatante sono stati i costi che gli utenti si sono visti proporre dai listini di Apple stessa.
Il catalogo dei prodotti che è stato aggiornato sui siti dei vari store ha visto un lievitare sensibile di ogni oggetto di un buon 15% e questo fattore ha creato un discreto subbuglio in rete, ma non solo.
Ovviamente, a caldo, ci si è scagliati contro la casa produttrice, già non famosa per i prezzi a buon mercato, ma a mente fredda ecco che ci si è resi conto che questo lievitare dei costi è legato alle nuove normative della Comunità Europea le quali hanno stabilito come ogni ditta straniera debba adeguare i propri prezzi a quelle che sono le tassazioni dei singoli paesi e, de facto, a non rendere uniformi i prezzi di oggetti prodotti da giganti, a livello mondiale, come la stessa Apple, ma non solo.
A questo dobbiamo aggiungere le ulteriori varianti che, con il nuovo anno, sono state adeguate dalla legge chiamata “sull’equo compenso” la quale ha imposto, sempre su prodotti informatici/tecnologici, un ulteriore rincaro per tutelare il mondo del copyright da eventuali atti di pirateria e di violazione sul diritto d’autore.
Ecco quindi che, facendo un giretto in rete, si può notare come ogni oggetto, ogni smartphone, ogni periferica abbia subito rincari di quel 15% di cui si è accennato in precedenza e che, de facto, questo genere di rincaro sia applicato a qualsiasi smartphone e/o computer di qualsivoglia marca o tipo.
Ancora più sconfortante è notare come il nostro paese sia uno di quelli, a livello europeo, dove i prezzi sono i più alti e di come, ancora una volta, sia proprio l’utente finale a farne le spese.
Sarà davvero curioso, diciamo così, vedere, in autunno prossimo, quelli che saranno i costi, nuovi ed adeguati, per i nuovi Iphone e per tutto ciò che ci ruoterà attorno visto che, al momento, questo tipo di dispositivo non ha visto ulteriori rincari, ma ci possiamo attendere un ulteriore balzo in alto con l’arrivo dei nuovi modelli.
Anche Samsung, con le prossime uscite, presenterà mirabolanti novità, ma ecco che la leggenda dei dispositivi Android a buon mercato potrebbe sgretolarsi, almeno per quanto concerne il vecchio continente, proprio per le normative fiscali a cui i colossi che vogliono vendere in Europa, debbono attenersi.
Sicuramente i cappi legati alle differenti situazioni fiscali dei singoli paesi non aiuteranno il diffondersi di apparecchi tecnologici e tutto questo non potrà che riflettersi, in maniera negativa, anche su chi è portatore di handicap e non va mai dimenticato come per queste categorie di persone, la tecnologia sia alla stessa stregua di una protesi dal momento che, proprio con l’informatica e tutto ciò che ci ruota attorno, molte persone disabili vadano a colmare delle situazioni di svantaggio legate a studio, vita quotidiana, svago etc.
Ancora una volta, forse, si nota come il punto focale degli interessi di chi ci governa non sia incentrato sulla base, ma su freddi numeri legati a conti che non tornano mai.
Vainer Broccoli da Tecno marzo 2015

Lettera aperta agli amici con disabilità visiva in vista dell’assemblea sociale della sezione di Siena dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS
Cari amici, mentre mi ritrovo a preparare le ultime cose in vista dell’assemblea sociale che svolgeremo domenica prossima 15 marzo presso l’Orto De’ Pecci a Siena alle ore nove, con la mente impegnata a pensare anche alla giornata conclusiva della settimana mondiale di prevenzione del glaucoma, che terremo domani presso il policlinico Le Scotte, ho pensato di scrivere a tutti voi servendomi degli organi di informazione per alcune riflessioni sulla nostra categoria e su quanto la nostra sezione fa per tutti noi.
Io e i miei colleghi del consiglio sezionale ci ripresentiamo all’assemblea per lasciarci giudicare e questo in vista del rinnovo delle cariche sociali.
Presentiamo un rendiconto di cinque anni che sono trascorsi tra mille difficoltà ma che ci hanno portato anche delle innegabili soddisfazioni.
Le nostre azioni sono state mirate alla rappresentanza ma anche alla fornitura di servizi alla categoria e possiamo dire che tutti noi siamo un po meno soli, un po più conosciuti e certamente più rispettati.
Tutti gli enti pubblici hanno dovuto in qualche modo occuparsi della categoria tenendo conto di ogni singola persona con i suoi bisogni, le sue capacità e i suoi diritti.
Forse non siamo stati capaci di raggiungere tutti i disabili visivi e anche per questo ho deciso di inviare questa nota a mezzo stampa.
Invito tutti coloro che hanno problemi di disabilità visiva ad avvicinarsi alla sezione perché se riusciremo a ritrovarci tutti insieme potremo essere più forti e quindi più ascoltati da chi per definizione si deve occupare dei cittadini.
Insieme si vivono meglio anche le difficoltà della nostra patologia e si riesce a trovare quelle risorse che, se si vive chiusi in se stessi, non si trovano.
L’associazione è come una famiglia e in questo modo va vissuta per farla crescere in qualità e quantità.
Se volete contattarci rivolgetevi al numero: 057746181 cell. 3394581400 oppure scriveteci all’e-mail: presidenteuicsi@gmail.com oppure visitate il nostro sito: www.uicisiena.org
Un invito lo rivolgo ai cittadini che avranno la ventura di leggere questo mio scritto.
Guardatevi intorno e se conoscete un amico o un vicino con problemi di vista, segnalate la nostra organizzazione.
Se avete la possibilità di donare un’ora del vostro tempo impegnato, pensate alla nostra organizzazione.
Se Potete sosteneteci con le vostre donazioni o con i vostri lasciti.
Se ritenete che la nostra azione abbia una valenza sociale donateci il vostro cinque per mille con il nostro codice fiscale: 80002240523
Chi volesse partecipare alla nostra assemblea, può farlo senza alcun impegno ma solo per conoscerci.
Vi lascio, amici e cittadini, con un cenno di speranza: il futuro è nelle nostre mani, è dentro di noi. Facciamo in modo di essere protagonisti del nostro futuro; non deleghiamo agli altri quello che potremmo fare noi e certamente e saremo più soddisfatti.
Massimo Vita

1° maggio: i ciechi e gli ipovedenti italiani accanto ai lavoratori nel giorno della festa del lavoro!, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

“Il lavoro è luce che ritorna”.
Queste poche parole, pronunciate tanti anni fa da uno dei “padri fondatori” dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, sono ancora oggi, per noi, il modo più efficace per celebrare la Festa del Lavoro.
I ciechi e gli ipovedenti italiani desiderano manifestare in questo 1° maggio tutta la loro vicinanza con i milioni di lavoratori che celebrano oggi la loro festa. Ci sentiamo fraternamente vicini a chi il lavoro è costretto a difenderlo tutti i giorni; a chi ancora non ce l’ha e lo cerca disperatamente; a chi è costretto ad accettare condizioni di pesante disagio, pur di portare a casa un salario spesso striminzito e inadeguato.
Anche noi ciechi e ipovedenti italiani vorremmo poter festeggiare degnamente la festa dei lavoratori. Per questo vogliamo richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle migliaia e migliaia di persone con disabilità fisica e sensoriale che il lavoro non riescono a trovarlo perché devono sommare alle difficoltà di tutti, il pregiudizio ancora troppo diffuso verso la propria condizione fisica o sensoriale, anche quando questa non pregiudica in alcun modo lo svolgimento regolare di una attività lavorativa.
Vogliamo sollecitare i datori di lavoro pubblici e privati a mostrare e mantenere atteggiamenti aperti e ricettivi verso quanti si avvicinano al mondo del lavoro pur in presenza di una qualche disabilità che occorre superare con azioni positive comuni, invece che escludere a priori chi ne è portatore.
In questo giorno di celebrazione del lavoro, invochiamo interventi strutturali del Governo, del Parlamento e delle Regioni, per offrire anche alle persone con disabilità le pari opportunità di inclusione nel tessuto lavorativo del Paese, secondo i principi di civiltà, di umanità e di progresso ai quali devono ispirarsi le azioni della società civile e delle istituzioni.
Noi ciechi e ipovedenti italiani, insieme a tutti gli altri lavoratori, desideriamo ricordare in questo giorno che il Lavoro è il mezzo più nobile ed efficace di inclusione e di uguaglianza dei cittadini e che l’esclusione e la discriminazione fondate sul pregiudizio, costituiscono ragione di conflitto sociale e offendono addirittura la dignità delle persone.
Proprio in occasione del Primo maggio l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti intende annunciare ufficialmente lo svolgimento di una grande conferenza a Napoli l’11 e il 12 giugno prossimi. Un Convegno dedicato al Lavoro, dal titolo
“Il lavoro fa per me!”,
importante occasione di confronto tra le Federazioni rappresentative delle persone con disabilità, le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, le autorità amministrative e di governo, i tanti che operano concretamente sul campo al fine di ampliare la gamma delle opportunita’ professionali e occupazionali per tutti.

Mario Barbuto

Bolzano – Un’altra Barriera architettonica caduta a Bolzano, di Bellino Masiero

Autore: Bellino Masiero

Domenica 29 marzo ultimo scorso venivo da Padova con la freccia argento che va da Verona a Bolzano e che arriva in Bolzano alle ore 14.22. Pensavo: e una volta arrivati a Bolzano, chissà quale sarà il binario da dove partirà il treno per Merano; per fortuna c’era il tempo per passare all’ufficio informazioni per chiedere…Ma se il treno arriva in ritardo e, come spesso accade, la gente è tutta di fretta e non riesce a darti le informazioni che chiedi? ti toccherà di affidarti alla sorte: andare al binario consueto e sperare che il treno non sia stato spostato..
arrivo in tempo e mi incammino verso il sottopassaggio della stazione. Cammino rasente al muro seguendo le persone che sono davanti a me. Mi rendo conto che ad un certo punto le persone fanno uno scarto nella loro direzione di marcia. Mi imbatto in due persone ferme che, con mia grande meraviglia, le due persone stanno guardando il display dei treni che, non è più in alto, quasi vicino al soffitto del sottopassaggio, ma si trova ad altezza uomo… Che soddisfazione!… Ci si può appoggiare sul tubo metallico che è stato messo a protezione delle persone non vedenti affinché non sbattano contro il displeycon la testa e, allungando il collo, fino a quasi mettere la testa dentro il display, posso vedere da solo tutto il quadro e poterlo leggere.
subito mi viene spontaneo un pensiero di ringraziamento al sig. Righetti della RETE FERROVIE ITALIANE e a tutto lo staff di persone che con tanta sensibilità hanno capito la richiesta dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e hanno agevolato migliaia di persone in difficoltà.
Io mi auguro che Le altre sedi Provinciali, Regionali e Nazionali di tutte le associazioni dei ciechi in Italia possano seguire l’esempio dell’Unione ciechi di Bolzano trovando dall’altra parte altre persone così percettive come è stato il caso delle persone che abbiamo trovato noi.

Bellino Masiero

Salerno, 5 per mille

Autore: Redazionale

Se credi nei valori della Solidarietà Dacci una mano! Sottoscrivi il 5 x 1000 a favore Dell’Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti di SALERNO Onlus Il Vs impegno diventa prezioso e fondamentale per le Associazioni No Profit l’UICI è una di queste! Codice Fiscale: 03015010659

Torino, Elezioni del 26 aprile: i risultati

Ecco il nuovo Consiglio Provinciale. Eletti anche i delegati a Consiglio Regionale e Congresso. Buon equilibrio tra continuità e rinnovamento

Si apre una stagione di rinnovamento per la nostra sezione UICI Torino. Domenica 26 aprile, infatti, in concomitanza con l’Assemblea annuale dei Soci, si sono svolte le votazioni per eleggere i 9 membri che compongono il consiglio provinciale, nonché quelle per designare 1 delegato al Consiglio Regionale e 2 delegati al Congresso nazionale UICI.
Hanno partecipato al voto 157 soci, chiamati a esprimersi su 17 candidati. Sono numeri tutt’altro che trascurabili: compatibilmente con il momento difficile, segnato da una generale disaffezione alla vita associativa (in ogni ambito e a ogni livello), testimoniano che il nostro sodalizio è ancora vitale e capace di stimolare la partecipazione democratica dei suoi iscritti.
Ed ecco come, a scrutinio avvenuto, risulta composto il nuovo Consiglio provinciale, che resterà in carica per il prossimo quinquennio. I membri del direttivo, in ordine di preferenze ottenute, sono: Giuseppe Salatino (99 voti), Franco Lepore (77 voti), Titti Panzarea (71 voti), Enzo Tomatis (65 voti), Gianni Laiolo (64 voti), Alessio Lenzi (61 voti), Piero Fassero (60 voti), Fulvio Doglio (58 voti), Maurizio Gaido (50 voti).
Emerge un buon equilibrio fra continuità e rinnovamento: se infatti, da un lato, vengono riconfermati alcuni storici ‘pilastri’ della nostra sezione, va osservato che ci sono anche 4 nuove entrate (Lepore, Laiolo, Fassero e Gaido non facevano parte del Consiglio uscente). Nei prossimi giorni il Direttivo si riunirà per eleggere al suo interno i componenti dell’Ufficio di Presidenza.
Quanto invece ai delegati regionali e nazionali, gli elettori hanno scelto di investire su esperienza e tradizione: per il Consiglio UICI Piemonte risulta infatti eletto a stragrande maggioranza Giuseppe Salatino, con 84 preferenze. A rappresentare Torino presso il Congresso saranno Giuseppe Salatino, (83 voti), ed Enzo Tomatis (52 voti), vittorioso dopo un testa a testa con Giovanni Laiolo.
Ora, dunque, non resta che mettersi al lavoro. «Il mio personale e sentito grazie – questo il commento, a fine giornata, del presidente uscente Giuseppe Salatino – va a tutti coloro che hanno reso possibile queste elezioni, a cominciare dal personale, dai collaboratori e tutti i volontari, e, naturalmente, a tutti i candidati, indipendentemente dal fatto che siano stati eletti o no. Come ben sapete, specialmente in tempi così critici, nei quali le vecchie certezze vengono costantemente messe in discussione, abbiamo bisogno del contributo di tutti, a partire dai consiglieri uscenti. Ma chiunque si voglia impegnare, in ogni settore, per la causa dei disabili visivi, qui troverà sempre il suo posto: spero vivamente che il mio invito, anzi, il mio appello, venga raccolto da tanti soci, che devono e possono dare un contributo fondamentale alla nostra Unione».