FISH: più fondi per la non autosufficienza!

“Domiciliarità, diritto a sostegni intensivi, integrazione dei servizi sociali, sanitari, del territorio, supporto alle famiglie in cui sia presente una persona con disabilità grave, contrasto alla segregazione ed alla ospedalizzazione impropria: sono questi gli obiettivi centrali del Piano per la non autosufficienza che ci attendiamo e che sono condivisi con molte organizzazioni dell’impegno civile”, riflette Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap.
Un’esigenza crescente, una vera emergenza quella delle politiche per la cosiddetta non autosufficienza che ha spinto il Parlamento a consolidare nel 2015 l’apposito Fondo rendendolo strutturale con 400 milioni di euro di stanziamento annuale.
“Finalmente è stato attivato un Tavolo per costruire un Piano che definisca politiche e servizi per la non autosufficienza tentando di fissare – con la necessaria collaborazione con le Regioni – livelli essenziali che garantiscano pari trattamento in tutto il Paese, ma che consentano anche di razionalizzare e integrare il Fondo con altre risorse.”
Al Tavolo FISH partecipa assieme a molte altre organizzazioni, alle Regioni, a INPS, ai Ministeri della Salute e del Lavoro e delle Politiche sociali.
Nonostante l’apprezzabile sforzo di rendere strutturale il Fondo e l’aumento – dal 2017 – della destinazione di ulteriori 50 milioni, è convinzione consolidata che la cifra finale (450 milioni) sia ancora insufficiente a traguardare politiche che escano dalla sperimentazione.
“Per questo motivo – secondo FISH e non solo – è da sostenere l’emendamento del sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il sottosegretario Franca Biondelli, che da vicino segue i lavori del Tavolo, ha presentato un emendamento per aumentare di ulteriori 200 milioni il Fondo per la non autosufficienza. FISH caldeggia l’emendamento e augura che possa trovare accoglimento prima in ambito governativo e poi nella discussione parlamentare.”
“Oltre a proseguire la sua attività di sensibilizzazione presso tutte le forze politiche e presso l’Esecutivo, FISH esprime vicinanza e solidarietà al Comitato 16 novembre che da domani inizierà – davanti al Ministero dell’Economia – un presidio a sostegno dell’emendamento Biondelli”, conclude Vincenzo Falabella.

29 novembre 2016
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Fish – Videosorveglianza? No, grazie

La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap osserva con preoccupazione culturale, politica e pratica l’accelerazione verso l’approvazione di una norma che prevede l’adozione della videosorveglianza negli asili-nido, nelle scuole d’infanzia e nelle strutture sanitarie e sociosanitarie destinate alle persone anziane o con disabilità. Il testo unificato di ben sette proposte di legge è all’esame in questi giorni delle Commissioni Lavoro, Istruzione, Affari Sociali della Camera per poi passare celermente all’approvazione dell’Aula.
Ancora poche le voci critiche: prevale l’adesione ad una tendenza dai toni demagogici che si appiattisce sulla presunta funzione deterrente delle videocamere negli asili, nelle stanze e sugli spazio sanitari e socio sanitari.
Sarebbe questa, secondo i proponenti, la soluzione per contrastare gli abusi e le violenze.
“È molto triste rilevare come, non riuscendo o volendo realmente intervenire sulla qualità dei servizi e non volendo impegnare risorse in questi obiettivi, si preferisca scegliere una pseudo-soluzione eclatante e demagogica. Questo è il punto centrale: la reale qualità dei servizi, tema del tutto eluso”, commenta Vincenzo Falabella, presidente della FISH.
“Riteniamo poi che questa proposta, oltre ad essere discutibile per il diritto alla riservatezza personale, reale e percepita, sia del tutto inadeguata ed inefficace a contrastare le cause profonde della violenza e degli abusi che purtroppo i fatti di cronaca, anche recenti, riportano.”
“Non intendiamo assolvere o attenuare le responsabilità individuali, ma riteniamo sia ormai il momento di interrogarsi invece sugli ambienti in cui questi reati vengono consumati e sulle loro origini. Nulla cambierà nelle istituzioni totali e segreganti, nelle strutture che inducono l’isolamento ove questi episodi di violenza, più o meno evidente, siano inevitabili e a ben poco servano le migliaia di telecamere che si intende installare”
Sono necessarie invece norme operative certe in termini di prevenzione e contrasto agli abusi, dei trattamenti degradanti, delle negligenze, dell’eccesso di sedazione, dell’abuso della contenzione, incidendo sulla formazione del personale, sull’aggiornamento continuo, sullo sviluppo delle competenze, sulla preparazione nella gestione dei cosiddetti “comportamenti problema”, sull’adozione di strumenti e metodi per il benessere degli operatori. Ed ancora, sulla trasparenza delle strutture e sul loro rapporto con il territorio di riferimento e la chiusura delle strutture segreganti. E promuovendo la reale inclusione delle persone con disabilità.
“Una proposta interamente da rigettare quella all’esame della Commissioni. Ne chiediamo l’accantonamento e l’inizio di una riflessione ben diversa su altre basi, con altri presupposti. Cogliamo l’evidenza dell’assenza di copertura economica (qualcuno ha fatto i conti?) e di impraticabilità operativa di questa proposta, per avviare un confronto più elevato culturalmente e politicamente”, conclude Falabella.
In effetti, per essere efficace la videosorveglianza dovrebbe essere istallata in tutti gli ambienti di tutti gli asili-nido, le scuole di infanzia, le strutture per disabili ed anziani. I filmati, stimabili in milioni di giga, dovrebbero essere conservati (non si sa per quanti anni) in modo criptato su server dedicati e messi a disposizione del Pubblico Ministero in caso di indagini o denunce. Tutto ciò, oltre al risibile effetto immediato ed all’improbabile efficacia futura, comporterebbe costi per i quali i proponenti non quantificano né prevedono alcuna copertura finanziaria.

10 ottobre 2016

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FISH e UICI: “Il Governo rispetti le norme sull’accessibilità digitale”  

Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap di nuovo alla carica per l’accessibilità dei documenti informatici.
Con una lettera al Presidente del Consiglio, al Ministro per i rapporti con il Parlamento e ai Presidenti di Camera e Senato, Mario Barbuto (UICI) e Vincenzo Falabella (FISH), hanno segnalato ancora la totale inaccessibilità degli Atti di Governo sottoposti a parere parlamentare.
I siti di Camera e Senato hanno effettivamente impegnato risorse e progettualità per rendere più accessibili le informazioni e i documenti. La maggioranza dei documenti, delle proposte di legge e dei disegni di legge sono offerti in modalità accessibile.
“È quindi con grande amarezza – dichiarano i Presidenti di UICI e FISH – che continuiamo a rilevare, pur avendolo già segnalato, che i documenti che violano in modo palese la normativa vigente in materia di accessibilità sono proprio gli Atti del Governo sottoposti a parere parlamentare.” Si tratta di schemi di decreti legislativi, di disegni di legge di iniziativa governativa oppure della stessa legge di stabilità.
“I documenti, proposti in pdf, non solo sono grafici, dunque non leggibili, ma addirittura protetti, dunque con l’impossibilità di decodificarli con i software OCR quali FineReader e lo stesso ScreenReader – sottolinea Mario Barbuto – Oltre ad essere inaccessibili ai non vedenti sono pure difficilmente gestibili da qualunque lettore o analista che ne voglia estrarre una parte oppure intenda effettuare una ricerca testuale.”
Questa barriera, oltre che ad arrecare un danno, assume purtroppo un disvalore educativo e simbolico: è lo stesso Governo a non rispettare la normativa vigente e i principi di democrazia e inclusione che vi sottendono, prima fra tutti la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, oltre che una consolidata disciplina regolamentare e tecnica. Un esempio negativo per l’intera Pubblica Amministrazione invece sottoposta a monitoraggio.
Nella comunicazione al Presidente del Consiglio, FISH e UICI chiedono quindi di ripristinare le garanzie di accessibilità, e quindi di democrazia, adottando le conseguenti soluzioni tecniche peraltro molto semplici.

20 luglio 2016

Il Presidente Nazionale UICI – Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

Mario Barbuto

Il Presidente Nazionale FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap Vincenzo Falabella

Fish – Alberghi off-limits per i cani guida: FISH scrive a Franceschini

“Rifiutare l’accesso ad un cieco con cane guida è come chiedere a me, paraplegico, di lasciare la carrozzina fuori della porta o ad un miope di togliersi gli occhiali per entrare al cinema.” Usa l’ironia amara Vincenzo Falabella, presidente FISH, per denunciare una ulteriore discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. Vittime in questo caso i ciechi accompagnati da un cane guida.
Da una verifica effettuata dall’Associazione BlindSight Project su siti particolarmente rilevanti per le prenotazioni alberghiere (venere.com, expedia.it, hotels.com ecc.) risulta che circa 1.000 strutture alberghiere dichiarino esplicitamente di rifiutare cani con la precisazione “anche cani guida”.
“Su questo fatto grave e dilagante FISH ha inviato una segnalazione al Ministro competente, Dario Franceschini, chiedendo un intervento presso le organizzazioni degli albergatori ma suggerendo anche di inasprire le sanzioni che attualmente sono solo pecuniarie. Forse, rischiando la revoca della licenza, qualche albergatore ci ripensa.”
Superfluo sottolineare come tali comportamenti siano in aperto spregio delle leggi n. 37/1974, n. 376/1988 e n. 60/2006 che stabiliscono che “al privo della vista è riconosciuto altresì il diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico con il proprio cane guida” e prevedono sanzioni amministrative per chi le viola.
“Al di là della violazione di queste norme, l’atto ha l’aggravante della discriminazione. Calpesta a piè pari i principi della Convezione ONU sui diritti delle persone con disabilità, la loro dignità, il loro accesso a pari opportunità. E getta una ulteriore pessima luce sulla civiltà del nostro Paese anche fuori dai confini nazionali.”
Un atto doveroso, quindi, secondo Vincenzo Falabella, quello di alzare la voce verso quei comportamenti e atteggiamenti che “non hanno solo una gravità in se stessi, ma ingenerano emulazione più o meno consapevole ma comunque devastante per le persone con disabilità.”

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Fish – Stabilità, povertà e disabilità: timori infondati?

Il disegno di legge di stabilità prevede interventi mirati alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale con la futura costituzione di uno specifico Fondo e l’elaborazione di un Piano che progressivamente garantisca livelli essenziali di assistenza (al momento non definiti).
“Chi come FISH si occupa di disabilità non può che essere sensibile ad interventi in questa direzione, ben sapendo che la stessa disabilità è uno dei primi determinanti della povertà, dell’impoverimento e dell’esclusione sociale. – dichiara Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Poniamo, quindi, la massima attenzione a queste misure anche se i contorni non sono ancora ben definiti.”
Lo stesso disegno di legge, infatti, impone successivi provvedimenti legislativi “di riordino della normativa in materia di trattamenti, indennità, integrazioni di reddito e assegni di natura assistenziale o comunque sottoposti alla prova dei mezzi, anche rivolti a beneficiari residenti all’estero, nonché in materia di accesso alle prestazioni sociali, finalizzati all’introduzione di un’unica misura nazionale di contrasto alla povertà e alla razionalizzazione degli strumenti e dei trattamenti esistenti.”
“Anche se in legge di stabilità gli intenti sono molto generici e non vi è una espressa delega al Governo a legiferare – prosegue Falabella – ci è noto che lo stesso Governo, su tali temi, presenterà un collegato recante specifiche deleghe per regolamentare ciò che la legge di stabilità delinea: una riforma complessiva delle provvidenze assistenziali.”
Di qui i timori di FISH: “Le nostre aspettative sono rivolte a ulteriori sostegni all’inclusione sociale delle persone con disabilità e al contrasto al loro impoverimento. Al contrario temiamo che questa istanza sia agli antipodi rispetto a quanto potrebbe accadere e cioè che si colga l’occasione per trasferire parte delle provvidenze attualmente erogate per l’invalidità alle misure per la povertà. Oppure che nulla si preveda per chi si trova in stato di indigenza che già percepisca indennità di accompagnamento o una pensione di invalidità civile. Si perderebbe così l’occasione di ripensare in modo equo l’attuale sistema di welfare e di protezione sociale.”
Prima che si diffondano informazioni distorte o, peggio, che si concretizzino i timori palesati, FISH chiede una netta precisazione al Governo e il coinvolgimento già in questa fase di elaborazione di norme di estremo rilievo per milioni di italiani.

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Fish – Tutti al lavoro per includere la disabilità nella cooperazione allo sviluppo

«In Europa sta crescendo sempre più la consapevolezza rispetto all’importanza di includere le persone con disabilità nelle iniziative di sviluppo e di emergenza della cooperazione internazionale, sia con azioni di mainstreaming – considerando cioè la disabilità come un tema trasversale a tutte le politiche e le pratiche più generali – sia con progetti specifici rivolti alla disabilità».
Ruoterà tutta attorno a questo semplice ma fondamentale concetto l’importante conferenza internazionale intitolata Includere la disabilità nella cooperazione allo sviluppo: esperienze di collaborazione tra governi, organizzazioni non governative e organizzazioni di persone con disabilità, in programma per il 18 novembre prossimo a Roma, presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
L’evento è promosso dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, insieme alla RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), alleanza strategica avviata nel 2011 da EducAid, dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), da DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ovvero da organizzazioni che si occupano di cooperazione allo sviluppo e da associazioni di persone con disabilità, allo scopo di realizzare iniziative di informazione, formazione e consulenza in Italia e a livello internazionale, riconoscendo i rispettivi saperi e capacità e valorizzando in tal modo l’esperienza di progetti basati sul rispetto dei diritti umani delle stesse persone con disabilità, in linea con i princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Per quanto riguarda l’appuntamento del 18 novembre, si tratta di uno dei passaggi principali previsti nell’àmbito del Progetto InfoEas denominato Cooperare per includere. L’impegno dell’Italia su disabilità e cooperazione allo sviluppo. AID 10305, iniziativa gestita dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), per conto della citata RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), con il cofinanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il cui obiettivo è quello di promuovere la diffusione e l’applicazione del Piano d’Azione per l’inclusione delle persone con disabilità nelle politiche e nei progetti di cooperazione.
Tra i risultati ottenuti da Cooperare per includere, va segnalato tra l’altro anche il manuale (in italiano, inglese, francese e portoghese) intitolato Disabilità e sviluppo. Come includere le persone con disabilità nella cooperazione allo sviluppo, riferimento concreto per le iniziative di questo settore.
«Ci rivolgiamo – spiegano dalla RIDS – a tutti i rappresentanti delle Istituzioni e della Società Civile che lavorano per includere la dimensione della disabilità nei programmi e nelle politiche di sviluppo. Lo scopo della Conferenza di Roma è quello di offrire un’occasione di lavoro congiunto e scambio di pratiche appropriate, sottolineando il valore aggiunto rappresentato dalla sinergia tra Agenzie di Cooperazione, Istituzioni, organizzazioni non governative e organizzazioni di persone con disabilità».
Oltre naturalmente agli esponenti di tutte le componenti coinvolte, è prevista il 18 novembre la partecipazione di alcuni tra i più importanti relatori del settore in àmbito nazionale, europeo e internazionale, con riferimento ai diversi aspetti dello sviluppo inclusivo.
Tra essi, ad esempio, vi saranno Daniela Bas, che dirige l’UNDESA (Dipartimento delle Nazioni Unite degli Affari Economici e Sociali), Alicia Martin Diaz della Sezione Sviluppo e Cooperazione della Direzione Generale per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo (DG DEVCO) di EuropeAid, l’Ufficio per la Cooperazione della Commissione Europea, Facundo Chavez Penillas, consulente per i Diritti Umani e la Disabilità presso l’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU e Stefano Severe, direttore presso quest’ultimo per il Congo e i Grandi Laghi dell’Africa. Insieme a loro, vari altri esponenti di Agenzie di Cooperazione Europee e delle principali organizzazioni di persone con disabilità e organizzazioni non governative attive in questo campo.
La partecipazione alla Conferenza di Roma del 18 novembre è gratuita ma limitata a un numero massimo di 150 partecipanti, previa richiesta d’iscrizione obbligatoria entro il 12 novembre all’indirizzo includingdisability@aifo.it.

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Fish – Quali barriere devi affrontare ogni giorno? Racconta la tua storia di disabilità

La FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap è una organizzazione che raggruppa molte associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari. È protagonista da vent’anni di iniziative di impegno civile per i diritti e l’inclusione delle persone ma anche di contrasto al pregiudizio e alla discriminazione basata sulla disabilità.
Anche la FISH da alcuni anni celebra il 3 dicembre, la Giornata internazionale delle persone con disabilità.
Per farlo ancora più efficacemente, quest’anno FISH invita già da questa settimana le persone con disabilità e i loro familiari a raccontare, in prima persona, i troppi ostacoli che ogni giorno devono superare partendo proprio dalla domanda “Quali sono le barriere che devi affrontare ogni giorno? Racconta la tua storia di disabilità”.
Le barriere – descritte attraverso episodi della vita di ogni giorno – possono essere di natura fisica, ma anche legate alla paura, all’isolamento e alla distanza creata intorno alla disabilità stessa.
Per raccogliere e poi far conoscere a tutti queste storie, FISH ha realizzato uno specifico spazio web dove le persone possono raccontare e raccontarsi. Per condividere anche con chi non è disabile gli ostacoli a volte apparentemente impalpabili che vengono affrontati.

http://www.fishonlus.it/latuastoria/

Un racconto corale per condividere, conoscere e abbattere le barriere.

Fish – Pensioni: attenzione ai caregiver familiari

In queste ore si fa sempre più diffusa la voce che vedrebbe un intervento normativo per rendere più flessibile l’uscita dal lavoro. Una misura che renderebbe meno stringenti i vincoli della cosiddetta Riforma Fornero favorendo maggiormente la pensione anticipata.
In particolare vi sarebbe l’intenzione di agevolare le lavoratrici donne e coloro che sono disoccupati a pochi anni dalla pensione.
“Un’apertura interessante – di cui si sottolinea da anni e da più parti l’esigenza – che ci auguriamo raggiunga il traguardo profilato.” commenta Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap. “Ma questa dovrebbe essere anche l’occasione per prestare attenzione anche ai caregiver familiari che per anni hanno assicurato l’assistenza ai propri congiunti, colmando lacune evidenti di un sistema dei servizi sociali che raggiunge appena il 20% delle famiglie con persone con disabilità. A queste persone va assicurata una maggiore flessibilità in uscita senza che ciò li sanzioni dal punto di vista economico.”
“Questo intervento – prosegue Falabella – non deve però distrarre dalle profonde necessità di supporto alle famiglie ed ai caregiver familiari che hanno rinunciato ad un lavoro e che in molti casi vengono lasciati soli nella gestione di gravi situazioni spesso anche sanitarie. Per costoro vanno pensati e realizzati interventi specifici, mirati, che restituiscano loro quella libertà di cui spesso sono deprivati e che garantiscano una copertura previdenziale nel suo senso più ampio. Ma significa anche rafforzare le premesse per evitare che l’assistenza rimanga a carico delle persone e delle famiglie.”
L’attenzione di FISH va anche verso i lavoratori con disabilità: “Visto che si sta considerando l’ipotesi di intervenire su questi temi, vale la pena anche di chiarire la cogenza di una normativa che ci risulta formalmente ancora vigente. Il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503/1992 prevede la possibilità per i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, con invalidità non inferiore all’80%, di anticipare l’età pensionabile (pensione di vecchiaia) a 55 anni per le donne e a 60 per gli uomini. Oltre a superare la disparità di trattamento fra dipendenti pubblici e privati, è opportuno che si precisi una volta per tutte che queste disposizioni non sono decadute con la Riforma Fornero.”
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Fish – Nuovo paradigma: gli esiti dell’incontro

Soddisfazione della FISH per il successo dell’incontro “Il nuovo paradigma della Convenzione ONU per l’accesso ai diritti ed il contrasto delle discriminazioni delle persone con disabilità” che si è tenuto a Roma il 16 settembre 2015.
L’obiettivo di FISH era – e rimane – quello di costruire una alleanza il più ampia possibile per realizzare nuove politiche, questa volta inclusive, per le persone con disabilità e rendere esigibili e tangibili i diritti richiamati dalla Convenzione ONU. Ciò richiede un impegno e una condivisione trasversale che coinvolga il più alto numero dei diretti interessati, delle istituzioni, del mondo associativo e sindacale, ma anche quello degli operatori e dei servizi. Non è un caso, quindi, che i relatori all’incontro siano stati individuati per la loro preparazione, esperienza, rappresentatività e che la direzione degli interventi fosse ben orientata sulla concretezza e focalizzata su temi circostanziati.
In tal senso già l’inquadramento di apertura di Vincenzo Falabella, presidente FISH, è stato stringente: il Programma di azione sulla disabilità, approvato già nel 2013, dovrebbe orientare le politiche per applicare il paradigma della Convenzione ONU in Italia. Ma il Programma reca le linee delle azioni e queste devono essere rese operative con atti a diverso livello e ambito di responsabilità istituzionale. È necessario passare dai principi alla pratica, analizzando i fenomeni con occhio critico, elaborando i dati disponibili, avanzando proposte sostenibili.
Non è un caso che all’incontro siano stati presentati e resi disponibili due approfondimenti tecnici (uno sulla “consistenza” del numero delle persone con disabilità, l’altro sulla spesa sociale per la disabilità) e un documento di lavoro per la futura riforma dei percorsi e dei criteri di riconoscimento della disabilità. I documenti sono disponibili nel sito FISH.
Dal primo approfondimento emerge un dato, evidenziato da Vincenzo Falabella e ripreso da molti relatori. Esistono in Italia circa 1 milione 100mila persone con limitazioni funzionali gravi che – pur essendo in possesso dei requisiti sanitari – non sono titolari di indennità di accompagnamento. Tale conclusione si ottiene comparando lo studio dell’ISTAT (Inclusione sociale delle persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi, luglio 2015) con il casellario dell’INPS.
Secondo ISTAT in Italia sono circa 3,1 milioni le persone con limitazioni funzionali gravi, mentre INPS eroga l’indennità di accompagnamento civile “solo” a poco più 1,9 milioni di persone.
Ma la stessa analisi di FISH “smonta” – numeri alla mano – anche le tesi degli “abusi territoriali” secondo cui la maggiore incidenza di indennità di accompagnamento in alcune aree del Paese deriverebbe da disomogeneità valutative.
Dal secondo documento sulla spesa sociale per la disabilità appare in modo netto da un lato un’Italia molto indietro rispetto alla media europea (sia rispetto alla spesa procapite sia all’incidenza sul PIL) e dall’altro una profonda disomogeneità territoriale sia quantitativa che qualitativa.
Forte interesse e prime condivisioni ha raccolto l’ipotesi di riforma dei percorsi per il riconoscimento della disabilità formulata nella sua struttura essenziale da FISH. Anche in questo caso la Federazione tenta di accelerare i tempi avanzando una proposta operativa e sostenibile.
L’analisi dell’attuale sistema di accertamento, verifica, riconoscimento di invalidità civile ed handicap non può che essere inclemente in quanto a tempi, costi, esiti, sovrastrutture e criteri valutativi.
L’intento, quindi, è quello di ridisegnare un percorso che sia sostenibile ed efficace/efficiente nell’interesse dei diritti delle persone con disabilità ma anche della qualità del sistema di protezione sociale attuale e futuro, capace di promuovere e migliorare l’equità e la trasparenza delle valutazioni.
Ci si propone innanzitutto di unificare i momenti e criteri valutativi di base (invalidità, handicap, disabilità, alunno con handicap) ma al contempo di disgiungere la valutazione di base dalla valutazione multidimensionale legata ai progetti individualizzati, strumenti essenziali per la reale inclusione.
Importante è anche responsabilizzare, monitorare le competenze valutative di base. La stessa valutazione di base passerebbe da collegiale a monocratica con una separazione dei percorsi valutativi di base per età (minori, adulti, anziani) affidandone il compito a medici con specifica e dimostrata competenza e formazione.
Grande rilevanza viene attribuita anche alla trasparenza delle informazioni, al controllo della qualità del lavoro di valutazione (sottoposto a indicatori), ai nuovi criteri e ai test da usare.
All’incontro è intervenuto il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, che ha espresso apprezzamento sia per la qualità delle analisi di FISH che per la proposta avanzata che potrà essere la base di un confronto su qualcosa di concreto che tiene conto di sostenibilità e di miglioramento del sistema.
Richiamando il ruolo dell’Osservatorio Nazionale sulla disabilità, ne ha riconosciuto l’importanza non solo come sede di elaborazione, ma anche di supporto alle decisioni politiche. Ancora una volta Poletti ha sottolineato come ritenga essenziale valutare l’impatto delle norme in via di approvazione. Esso può essere diverso da quello che il Legislatore si attende e quindi deve sempre essere previsto un monitoraggio anche a posteriori. Poletti ha anche confermato – raccogliendo i preoccupati richiami di Falabella su varie emergenze – la massima attenzione del suo Dicastero oltre che del Governo riguardo alla disabilità.

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Fish – Scuola e disabili: sostegno ancora in crisi

Un altro allarme per la scuola e per il diritto all’inclusione scolastica delle persone con disabilità.
“L’anno scolastico è iniziato ma già rileviamo ritardi nella nomina delle supplenze per gli insegnanti di sostegno, con ciò che questo comporta in termini di inclusione scolastica delle persone con disabilità.”
Questa la denuncia di Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap. Ma non è tutto.
“Il numero degli insegnanti di sostegno attualmente in servizio presso la scuola pubblica è 115.000 (5.000 circa nelle scuole paritarie) che dovrebbe salire a 117.000. Un numero ritenuto sufficiente a coprire le esigenze di sostegno che riguardano circa 220.000 studenti con disabilità. Tuttavia vi è una questione cronica: circa 35.000 di questi insegnanti non hanno mai svolto alcun percorso di formazione o di specializzazione. La questione non è tanto numerica, ma piuttosto di qualità dell’azione di sostegno che presuppone preparazione e professionalità che non si inventano.”
In tal senso, anche sulla scia delle novità introdotte dalla norma sulla “Buona Scuola”, FISH chiede l’attivazione e la strutturazione consolidata di percorsi di aggiornamento in particolare, come obbligatorio, per tutti i neo-assunti ma anche per i docenti già in servizio privi di specializzazione.
“Un impegno su cui il Ministero dovrebbe diramare indicazioni perentorie: ne va della qualità

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