Finalmente raggiunta la “Pari Opportunità” nelle prove Invalsi, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Nella prima quindicina del mese di maggio  si terranno le “prove INVALSI”, esse interesseranno gli alunni delle scuole primarie e di quelle secondarie di secondo grado. è stata una Nota Ministeriale del febbraio scorso, di cui proponiamo un’analisi, soffermandoci anche su alcune perplessità suscitate dal documento.

Il 18 febbraio scorso  è stata pubblicata la Nota Ministeriale   che definisce le regole per  la partecipazione degli alunni con disabilità e di quelli  con bisogni educativi speciali (BES)  alle suddette prove INVALSI . Si tratta di testi comparativi ossia  validi ai soli fini statistici sulla qualità dell’apprendimento.  Queste prove  saranno effettuate dagli alunni  frequentanti le classi seconda e quarta primaria e seconda secondaria di secondo grado,  e non sono da confondere   con la quarta prova nazionale degli esami conclusivi del primo ciclo  della secondaria, i cui esiti contribuiscono  invece alla  valutazione del singolo alunno.
La Nota Ministeriale  riporta specifici riferimenti agli alunni con disabilità certificata,  a quelli con Disturbi Specifici di Apprendimento certificati (DSA) cui sono parificati i casi di alunni con ADHD (disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività), i borderline cognitivi e con altri disturbi evolutivi specifici  ed a quelli con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.
La Nota  contiene poi una tabella dalla quale si evince come   comportarsi nello svolgimento delle prove per i diversi allievi, indicando quali strumenti di prova abbiano a loro disposizione, quali  siano gli studenti che debbono svolgere le prove e quali  siano gli esiti delle prove  che potranno entrare a far parte della media della scuola e, conseguentemente, di quella nazionale.
Proprio a questo punto troviamo l’importante novità che   riguarda i nostri ragazzi frequentanti  i diversi ordini di scuola  che ci fa  piacere sottolineare.
La nota ministeriale,   mentre per gli alunni con disabilità intellettiva nulla  muta rispetto agli anni precedenti,  per gli alunni con disabilità sensoriale e motoria chiarisce che essi  hanno diritto a partecipare alle prove  e questa è una grande novità rispetto alla Nota dello scorso anno dove la loro partecipazione  ai test veniva subordinata al parere della scuola ed, in ogni caso, i risultati  da loro ottenuti non entravano a far parte della media della scuola.
Quest’anno invece, al singolo istituto spetterà solo di decidere se  essi potranno avvalersi di strumenti compensativi o altre misure e i loro risultati entreranno a far parte della media,   unica condizione resta quella che i dispositivi e gli strumenti di mediazione o trasduzione sensoriale  utilizzati siano , a giudizio della stessa scuola, concretamente idonei al superamento della specifica disabilità sensoriale.
Riteniamo questo un ulteriore  importante  passo verso la  conquista della piena “uguaglianza di opportunità” per i nostri ragazzi inclusi nella scuola, un obiettivo questo per il quale la nostra  associazione ,  unita alla FAND e alla FISH  si  è battuta, si  batte e continuerà a battersi.
Luciano Paschetta

 

La mancanza di specificità e l’inaccessibilità informatica, l’impegno dell’U.I.C.I. per il superamento di questi due ostacoli all’inclusione scolastica dei nostri ragazzi, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Responsabile operativo Commissione nazionale istruzione

Mentre il processo di inclusione scolastica è ormai una realtà generalizzata e consolidata in tutto il paese, restano alcuni aspetti critici nell’inclusione dei disabili visivi che, in questi ultimi anni si sono venuti acutizzando.
I ragazzi ciechi o ipovedenti gravi rappresentano una piccola minoranza in relazione alla totalità dei disabili frequentanti i diversi ordini di scuola: su oltre 200.000 ragazzi con disabilità presenti nella scuola, essi sono meno di 5.000. Una piccola minoranza con però specifici bisogni educativi. Purtroppo, però, in una società dove, badando spesso più alla quantità che alla qualità ,”contano i numeri”, è sempre più difficile far conoscere i bisogni dei piccoli gruppi. Così, via via negli anni, le necessità educative specifiche dei disabili visivi sono state “oscurate” dai bisogni derivanti dal gruppo di maggioranza rappresentato dai soggetti con difficoltà di apprendimento: si è passati dai corsi di formazione monovalenti specifici sulla disabilità, a quelli polivalenti dove la trattazione degli aspetti tiflologici si ridusse a una piccola parte del monte ore complessivo, per passare alle SIS dove a volte l'”informazione” (non si può certo parlare di formazione) sulla disabilità visiva si riduceva a una decina di ore.
Questo, nonostante l’impegno dell’U.I.C.I. e delle organizzazioni ad essa vicine (Biblioteca Italiana per i ciechi, Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi, I.Ri.Fo.R.), per fornire consulenza e formazione a genitori e docenti, rende oggi spesso inadeguate le loro conoscenze e competenze specifiche nell’educazione dei disabili visivi.
Precisato che una recente ricerca svolta a livello nazionale dall’I.Ri.Fo.R. ha evidenziato che oltre il 43% dei ragazzi con problemi di vista inseriti nei vari ordini di scuola, presenta anche altre disabilità, è indispensabile rifocalizzare la formazione dei docenti sui problemi specifici nell’educazione del non vedente o dell’ipovedente grave, sapendo che essi non sono quelli derivanti dalle difficoltà di apprendimento, ma dalla sua impossibilità a utilizzare la vista: per comunicare, per la propria autonomia personale, di lavoro e di movimento.
L’intervento di sostegno deve essere in grado di focalizzare l’azione educativa dei genitori prima, e l’azione didattica dei docenti poi, al superamento di questi problemi e deve porsi come obiettivi primari:
– l’insegnamento di un codice e di un metodo di lettura e scrittura capace di rendere autonomo lo studente nel suo lavoro;
– l’educazione all’autonomia personale nella gestione del lavoro didattico (prendere appunti, redigere il diario, svolgere prove scritte, studiare le lezioni, ecc.);
– l’educazione all’autonomia di movimento (sapersi muovere autonomamente nell’aula, nell’andare ai servizi, nel muoversi all’interno della scuola, fino ad arrivare a essere capace di percorrere autonomamente il percorso casa-scuola).

In presenza di un ragazzo con disabilità visiva senza altri problemi, non si tratta quindi di attuare una didattica differenziata, né di “semplificare” o ridurre gli insegnamenti, né di esonerarlo da qualche tipologia di prova o dalla frequenza di alcune discipline, ma di saper fornire al ragazzo con disabilità visiva ed ai suoi docenti, gli strumenti e le indicazioni perché egli possa seguire in “pari opportunità” le lezioni con i compagni.

Un grande strumento di “pari opportunità” per il disabile visivo è rappresentato dalle TIC: il loro utilizzo, rendendolo completamente autonomo nella lettura e nella elaborazione scritta dei testi “in nero”, (gli stessi utilizzati dai normovedenti), gli consente la comunicazione diretta con compagni e docenti.
L’uso del PC permette al cieco e all’ipovedente grave di scrivere, e correggere autonomamente, un qualsiasi testo che sarà immediatamente leggibile da chiunque, parimenti gli rende possibile consultare un libro digitalizzato, un sito in internet, un messaggio di posta elettronica leggendoli direttamente in braille attraverso il display braille collegato al suo computer o ascoltandoli con la sintesi vocale, il che, in una società sempre più “digitalizzata”, lo rende sempre più autonomo. Tutto risolto quindi.
Purtroppo no, la battaglia per l’inclusione assomiglia alle fatiche di Sisifo: quando si pensa di aver risolto un problema, esso torna a ripresentarsi nuovamente ed in modo più preoccupante. È questo che sta succedendo nell’utilizzazione delle nuove tecnologie spesso “non accessibili” utilizzate nel processo di “dematerializzazione” delle nostre scuole con l’acquisto di sofware per i registri elettronici non accessibili, con la realizzazione di siti non accessibili, con l’introduzione di LIM non accessibili e con l’adozione di libri digitali non accessibili.

La promozione della formazione tiflopedagogica e della “cultura dell’accessibilità”: questi i due fronti che hanno caratterizzato il nostro impegno nell’anno appena trascorso con pressioni politiche sul MIUR ed interventi tecnici in tutte le sedi: osservatorio permanente sull’inclusione scolastica, seminari e convegni.

Relativamente alla formazione, concretamente nel 2013, dopo anni di assenza di significative iniziative di aggiornamento specifiche, abbiamo ottenuto:
– l’avvio, con finanziamento da parte del Ministero, di cinque Master/corsi di perfezionamento su Didattica e Psicopedagogia per alunni con disabilità sensoriali, rivolti a docenti di sostegno e curriculari, che saranno avviati nel mese di gennaio/febbraio nelle Università statali di Torino, Venezia, Bologna, Bari e nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli;
– l’attivazione di due Master di I livello per “assistenti alla comunicazione per disabili sensoriali”, promosso uno dall’Università La Sapienza di Roma e l’altro in FAD realizzato dall’Università IUL di Firenze;
– la realizzazione con l’I.Ri.Fo.R., di un corso di 116 ore, (cinque moduli in FAD intervallati da quattro in presenza), per la formazione tiflopedagogica di base dei docenti educatori, che ha visto la partecipazione di circa ottocento iscritti.

Mentre, relativamente all’accessibilità, i nostri interventi in tutte le direzioni, hanno cominciato a dare i primi importanti risultati sul piano normativo:
– nel Decreto 169 (“Decreto crescita 2.0 “convertito in legge il 12.12. 2012) dedicava l’intero articolo 9 rendendo più cogenti le norme sull’accessibilità;
– il Dm del 20 marzo 2013, pubblicato sulla GU lo scorso ottobre, ha reso operative le nuove indicazioni, aggiornando il precedente regolamento della “Legge Stanca”;
– il Decreto MIUR 26.03.2013 sui libri di testo digitali, contiene uno specifico allegato sulle condizioni di accessibilità dei libri di testo.
Si tratta ora di passare dalla “norma” alla “prassi”.
In questo senso fanno ben sperare le due giornate di approfondimento sull’editoria digitale e scolastica tenutesi al MIUR nel mese di dicembre: nell'”Incontro di informazione e formazione per Dirigenti Scolastici e docenti delle 20 scuole appaltanti, rappresentanti delle 38 Scuole 2.0 e degli Uffici Scolastici Regionali”, presenti gli editori, la specifica sezione sulle caratteristiche dell’accessibilità dei prodotti digitali rappresenta un importante segnale verso una reale attenzione al superamento del problema.
Luciano Paschetta

Master Universitario di I livello in “Didattica e psicopedagogia per gli alunni con disabilità sensoriali”, di Pierpaolo Carlino

Autore: Pierpaolo Carlino

L’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna  ha previsto l’attivazione – nell’ambito della propria offerta formativa post-laurea per l’anno accademico 2013/2014 – del Master Universitario di I livello in
“Didattica e psicopedagogia per gli alunni con disabilità sensoriali”.
 
Il master, diretto dalla Prof.ssa Roberta Caldin, si rivolge a:
 
a)      Dirigenti e Insegnanti in servizio della scuola di ogni ordine e grado.
b)      Educatori dei servizi per l’infanzia.
c)       Educatori sociali (in prima istanza, impegnati nelle istituzioni scolastiche).
d)      Operatori di ASL.
 
Il 20% dei posti messi a concorso è riservato alle categorie b, c e d.
 
Il bando di concorso – in scadenza il prossimo 20/11/2013 – è pubblicato sul Sito dell’Università di Bologna, www.unibo.it,  nella sezione “Offerta Formativa” al seguente link:
 
Scarica il bando.
 
Il master, realizzato nell’ambito delle attività che la Fondazione Alma Mater organizza con il Dipartimento di Scienze Dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin>>, è attivato sulla base della Convenzione del 27 dicembre 2011, firmata dalle 5 università polo e dal Miur, e del decreto sui Master DSA (L.170/2010).
 
Cliccando sul seguente link troverete ulteriore materiale informativo: Clicca qui
 
Per ulteriori informazioni contattare Pierpaolo Carlino:
Tel 051 2091979
e-mail pierpaolo.carlino2@unibo.it

 

Assegnate le borse di studio “Beretta-Pistoresi”, di Marinica Mecca

Autore: Marinica Mecca

Espletate tutte le fasi della XVII edizione del concorso alle borse di studio “Beretta-Pistoresi”, annunciamo con vero piacere che sono risultati vincitori del premio da 2.100,00 euro e dei tre premi da 1.300,00 euro, riservati ai Soci della nostra U.I.C.I. che, nel 2012, hanno concluso con merito gli studi specialistici, universitari, musicali e secondari superiori, gli eccellenti:
* Alberto Zanella, della Sezione di Trento, che ha conseguito, presso l’Università degli Studi di Trento, la laurea magistrale in informatica, con voti 110/110 e lode con votazione media agli esami di 29,47;
* Federica Carbonin, della Sezione di Roma, che ha conseguito, presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, la laurea in lettere moderne, con voti 110/110 e lode e votazione media agli esami di 29,06;
* Paolo Leonardi, della Sezione di Roma, che ha conseguito, presso il Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma, il diploma in pianoforte con voti 10/10 e votazione media agli esami di 7,96;
* e Michela Montrasio, della Sezione di Monza, che ha conseguito, presso il Liceo Statale Linguistico “Carlo Porta” di Monza, la maturità linguistica con voti 100/100 e votazione media al primo quadrimestre di 8,35.
Indipendentemente dall’esito della selezione, tutti i concorrenti hanno conseguito risultati buoni o più che buoni.
Salutiamo, perciò, con un ben meritato applauso:
Ambrogio Riili, della Sezione di Torino; Emanuele Frasson, della Sezione di Varese; Anna Camagni, della Sezione di Como; Fabio Amato, della Sezione di Milano; Daniele Marabese, della Sezione di Rovigo; Giulia Coltelli,  della Sezione di Pisa; Lucia Radicchi, della Sezione di Perugia; Gennaro Attanasio e Anna Cimmino della Sezione di Napoli; Graziana Mauro, della Sezione di Bari; Martina Colazzo della Sezione di Lecce ed Antonina Musso, della Sezione di Palermo.
A tutti esprimiamo le più vive congratulazioni ed auguriamo un futuro pieno di serenità e di successi.

Marinica Mecca

La I.U.L. organizza, per l’a.a. 2013-2014, un Master on line per Assistenti alla comunicazione, di Marinica Mecca

Autore: Marinica Mecca

La I.U.L., ovvero la Italian University Line, organizza, per l’anno accademico 2013-2014, un master di primo livello, finalizzato alla formazione dell’Assistente alla comunicazione e per l’autonomia personale dei soggetti in età scolare con deficit sensoriali, figura che può trovare collocazione nei servizi attivati dagli Enti Locali in favore degli alunni con disabilità.
Il master sarà attivato a condizione che alla I.U.L. pervengano, entro il termine ultimo del 30 settembre 2013, almeno 25 richieste di iscrizione.
Per essere ammessi al Master, occorre aver conseguito la laurea o un titolo equipollente. È consentita la frequenza in qualità di “uditore”, a quanti abbiano conseguito il diploma di istruzione secondaria superiore; è, inoltre, consentita la frequenza a fini di aggiornamento professionale di uno o più dei cinque moduli, previsti nel piano del Master.
Il corso è annuale e la sua durata è fissata in 1.500 ore, corrispondenti a 60 CFU.
Gli insegnamenti, fruibili on line, sono organizzati nei seguenti quattro moduli: medicina, psicologia e riabilitazione; pedagogia e didattica speciali; materie giuridico-sociali; tecnologie ed informatica. Un quinto modulo è destinato ad attività di laboratorio, da realizzare in full immersion, presso strutture dotate di aule digitali. È, infine, previsto uno stage di 150 ore, presso enti, associazioni e/o scuole.
Il diploma universitario è rilasciato agli iscritti regolari, che, avendo frequentato il 75 per cento del corso on line, superato le verifiche proposte a conclusione di ciascun modulo, partecipato alle attività laboratoriali e concluso lo stage, sostengano, presso la sede legale di Firenze della I.U.L., la discussione di una tesi conclusiva.
Agli uditori, che abbiano frequentato il 75 per cento del corso on line, partecipato alle attività laboratoriali e concluso lo stage, è rilasciato un attestato di partecipazione al master.
Per l’iscrizione al Master, la frequenza e il rilascio del diploma è richiesto il versamento, in tre rate, della somma di 1.200,00 euro; per la frequenza in qualità di uditore è richiesto il versamento, in tre rate, della somma di 1.000,00 euro; per la frequenza a fini di aggiornamento professionale di un singolo modulo è richiesto il versamento, in un’unica soluzione, di 400,00 euro.
Gli interessati possono, per maggiori informazioni, consultare il sito: www.iuline.it
Marinica Mecca

Apertura iscrizioni corso “il gioco sonoro”, Redazionale

Autore: Redazionale

L’Ufficio Formazione del Centro Regionale S. Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi, Centro di Formazione accreditato dalla Regione Lazio, informa che sono aperte le iscrizioni al Corso “Il gioco sonoro”. Il corso è finalizzato allo sviluppo di capacità relazionali e comunicative attraverso canali alternativi a quello verbale ed è rivolto ad insegnanti, educatori, operatori che lavorano o lavoreranno con persone con deficit visivo o pluridisabilità.
In allegato la locandina, la brochure e la domanda d’iscrizione (disponibili anche sul sito www.santalessio.org).

Ufficio Formazione
Centro Regionale S. Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi
tel: +39.06.513018242 – 301 – 307
fax: +39.06.513018307
email: formazione@santalessio.org
http://www.santalessio.org

L’inclusione scolastica dei disabili visivi : un bilancio a “metà legislatura”, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Siamo ormai alla metà  della durata del mandato ricevuto dal XXII congresso e credo  utile proporre un bilancio   del nostro impegno ed un esame di quanto avvenuto   in questi trenta mesi   in un settore fondamentale  per il futuro dei nostri giovani.
Una realtà, quella della scuola italiana, che   tra riforme e "controriforme"   stenta a "ritrovarsi".  E' in questa situazione di smarrimento , di incertezza normativa   , di  discontinuità organizzativa e  di difficoltà gestionale, che   quotidianamente si trovano a vivere   e a studiare i nostri ragazzi inseriti nei diversi ordini di scuola. Il problema maggiore  è dato dalla "frammentazione" del sistema derivante dalla sempre più elevata "autonomia" degli EELL  alla quale si è aggiunta l'autonomia didattica delle singole scuole, il che,  nella totale assenza  di  definizione di "standard minimi comuni "   del servizio sta producendo una diffusa "anarchia"  nella gestione del nostro sistema scolastico.  In una distribuzione a "macchia di leopardo",  a fianco di scuole di eccellenza con validissime esperienze di integrazione, troviamo situazioni  dove mancano i presupposti per  poter realizzare un reale processo di inclusione,   così , mentre la "società civile"  , attraverso una ricerca della Fondazione Agnelli , svolta in collaborazione con la società TREELLE e la Caritas, si interrogava sulla validità e sulle possibilità di cambiamento del nostro sistema di inclusione  , anche noi ,  con l'I.RI.Fo.R.   e la collaborazione dei  Centri di consulenza tiflodidattica della BIC e della Federazione, abbiamo realizzato  , in riferimento all'anno scolastico 2011/12 , una ricerca al fine di poter valutare  lo "stato dell'integrazione" dei nostri ragazzi che darà vita nel prossimo autunno al "Il Libro bianco" sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità visiva. 
Inoltre l'I.RI.Fo.R. , la Federazione delle Istituzioni pro Ciechi e la B.I.C. ,  consapevoli   della necessità e dell'urgenza di  un rilancio   per la rinascita degli studi tiflologici,  hanno    stipulato un protocollo di intesa per promuovere  lo sviluppo e la proposta di nuove opportunità di formazione tiflopedagogica per docenti ed assistenti alla comunicazione. L'I.RI.Fo.R.    centrale, nel corrente anno formativo,   ha  già attivato presso la sua sede di Macerata  un corso  di    600 ore di formazione e aggiornamento, in tiflologia per l'inclusione che vede la partecipazione di oltre 120 tra docenti di sostegno ed "assistenti domiciliari",  La nostra azione  in questo periodo è stata poi caratterizzata dal potenziamento della "rete" di relazioni e collaborazioni con l'"esterno": con l'università La Sapienza di Roma,   abbiamo promosso    l'attivazione di un master  per "Assistenti alla comunicazione e all'autonomia personale per disabili sensoriali"  che , progettato in collaborazione con l'I.RI.Fo.R., verrà attivato nell'anno accademico prossimo. 
L'insediamento alla direzione del MIUR  del prof. Francesco Profumo  e l'affidamento della delega alle tematiche della disabilità al  sottosegretario Marco Rossi Doria, ci hanno  poi consentito un nuovo  e proficuo rapporto con il Ministero: dopo quattro anni, il 7 gennaio 2012, finalmente   è stato ricostituito l'osservatorio  permanente per l'integrazione degli alunni con disabilità, luogo di confronto tra amministrazioni, associazioni ed esperti , che , nei 15 mesi della sua attività , lavorando intensamente  ed in stretto raccordo con le associazioni di disabili,   ha  prodotto significativi risultati che vogliamo qui brevemente riassumere.
E'  stato avviato un modello approfondito di valutazione dei bisogni formativi con la stipula, il 12 luglio 2012, del protocollo interministeriale  tra MI.U.R.  e Ministero della Salute, per la tutela dei diritti alla salute e allo studio degli studenti con disabilità, dal quale ci si attende la definizione di criteri standard e semplificati di valutazione dei bisogni formativi, nel quadro fornito dalla I.C.F. ( la classificazione internazionale dello stato di salute delle persone), in merito abbiamo organizzato con l'I.RI.Fo.R. un corso di formazione sul modo di applicare l'ICF nella valutazione  dei soggetti con disabilità visiva.
E' stato organizzato  il 6 dicembre 2012  presso il MIUR il seminario nazionale  "La via italiana all'inclusione scolastica: VALORI, PROBLEMI, PROSPETTIVE"  per una verifica/valutazione di 35 anni di integrazione scolastica, nel corso del quale abbiamo avuto modo di sottolineare   la necessità di una maggior formazione   ed attenzione dei docenti in relazione alle specifiche necessità derivanti dalla disabilità visiva .
 E' stata emanata la direttiva ministeriale 27 dicembre 2012, "Strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione della rete territoriale per l'inclusione scolastica" , con la  quale si propone un approccio più personalizzato e sensibile anche alle difficoltà transitorie delle persone e con la quale  viene riorganizzata la rete dei CTS (Centri territoriali  di supporto)  che diventano il punto di riferimento sul territorio per docenti e genitori in relazione alle problematiche dell'inclusione
   Nell'anno 2012 sono stati predisposti  quaranta master in didattica e psicopedagogia speciali, riservati al personale docente di ruolo ,  di sostegno e curriculare. Di questi , su nostra specifica sollecitazione, quattro, attualmente  in via di organizzazione ,   saranno dedicati alle tematiche dell'inclusione scolastica  dei ragazzi con disabilità sensoriali.
Anche la nostra costante pressione  esercitata sul MIUR  circa la necessità del rispetto  del diritto all'accessibilità, culminata con l'incontro      da me avuto , assieme  a Salvatore Romano quale  Direttore nazionale incaricato di trattare dell'innovazione tecnologica assistiva,   con Giovanni Biondi,  al quale ha partecipato anche il Capo segreteria di Marco Rossi Doria, Paolo Mazzoli, dove abbiamo ribadito l'urgenza di intervenire a tutela del diritto di accesso a tutti i materiali digitali impiegati nelle scuole, a fini amministrativi, per le comunicazioni alle famiglie e a scopo didattico, ha trovato una prima risposta nell'allegato 1 del recente   DM, prot_ n_ 209, del   26_03_2013, sull'adozione dei libri di testo.
Eravamo e siamo tuttavia ben consapevoli  del  fatto che,  affinchè i nuovi provvedimenti abbiano una efficacia positiva sul processo di integrazione dei nostri ragazzi, occorre potenziare  le conoscenze e l'impegno associativo a livello locale e, per questo, abbiamo già realizzato due incontri della nostra "rete"   territoriale dei responsabili regionali e provinciali dell'istruzione ed una , di prossima  attuazione, sarà dedicata  ad illustrare  i contenuti, gli aspetti critici e le opportunità offerte da questi ultimi provvedimenti.
In particolare occorre avere maggior consapevolezza circa le modalità di valutazione derivanti dalla  nuova modalità definita dall'I.C.F.; essere pronti a contrastare il rischio contenuto  nella direttiva sui B.E.S. che  i bisogni dei disabili visivi si disperdano nella generalità dei bisogni,  promuovendo iniziative di formazione per i dirigenti  scolastici ed i docenti incaricati della loro gestione  ed essendo  pronti a sfruttare l'opportunità offerta alle associazioni di aprire sportelli di consulenza presso i rinnovati CTS; è necessario infine vigilare affinchè vengano applicate le disposizioni previste dal nuovo decreto sull'adozione dei libri di testo in relazione alla loro accessibilità.
Questo nostro impegno avrà maggior successo se riusciremo a fare "sistema" , prima di tutto,  lavorando  in rete" , tra noi, con le risorse del territorio  e con le altre associazioni di disabili: da parte nostra  in questo periodo  siamo riusciti  a costruire sulle tematiche dell'inclusione  un fronte comune tra la FAND  e la FISH.

       Luciano Paschetta
    Responsabile operativo commissione nazionale istruzione
 

L’istruzione e le sue diverse problematiche, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Giovedì 28 febbraio il Presidente nazionale ha dato il via ad un nuovo ciclo di trasmissioni nel corso delle quali verranno affrontate le diverse tematiche associative. "Abbiamo voluto iniziare queste trasmissioni" ha esordito il prof Tommaso Daniele, "affrontando per prime le tematiche relative all'istruzione, sia perché esse sono state sempre le prime presenti alla nostra attenzione, ma anche perché, in questo momento, sono molte le nostre preoccupazioni in merito al processo di integrazione e tanti i problemi che ci vengono quotidianamente segnalati. A quelli del passato: mancata assistenza ai genitori, scarsa preparazione dei docenti di sostegno, esoneri ingiustificati dalle lezioni di educazione fisica, necessità di maggiori competenze tiflologiche all'interno della scuola e nei servizi, lungaggini nella fornitura dei libri di testo in braille, ecc., si è aggiunta una vera e propria emergenza: la mancata accessibilità dei libri di testo informatizzati, delle Lim, dei registri elettronici per i docenti, dei programmi per la verifica delle assenze e degli altri prodotti informatici utilizzati nella scuola. Assistiamo così al paradosso che l'uso del computer che aveva aperto ai disabili visivi nuovi orizzonti di comunicazione con i "normovedenti" e di pari opportunità nelle comunicazioni, a causa dell'ignoranza della legge Stanca da parte dei produttori dei libri di testo e dei diversi software utilizzati nelle scuole, ci troviamo di nuovo e di più emarginati. Le nostre preoccupazioni sono aumentate, dopo che il direttore Salvatore Romano e Luciano Paschetta hanno incontrato il responsabile dei servizi informativi del Miur il quale ha dichiarato "l'impotenza del Ministero" ad intervenire. A questo punto non ci rimane che l'azione legale".
  All'incontro erano anche presenti il direttore Paolo Colombo, quale responsabile del lavoro per l'Unione, Luciano Paschetta, responsabile operativo della Commissione nazionale istruzione e i componenti della stessa Commissione, il direttore Giovanni Loche, il consigliere nazionale Michele Corcio e Claudio Signorini. Purtroppo, pochi sono stati gli ascoltatori, anche a causa di un disservizio che, in questi ultimi giorni, ha provocato l'interruzione del sistema di invio delle circolari dell'Unione; tuttavia, il dibattito che si è sviluppato con gli intervenuti alla trasmissione è stato vivace e qualificato. Marco Condidorio, presidente regionale del Molise, ha evidenziato la necessità che le famiglie accolgano i suggerimenti del tiflologo anche in merito ai libri di testo. Ha poi rilevato la necessità di istituzionalizzare la figura del tiflologo anche con uno specifico percorso formativo a livello universitario. In merito, Paschetta, ha sottolineato che il "tiflologo" è una figura non "definibile": egli dovrebbe essere uno psicologo, un formatore, un pedagogista ed un pedagogo, un educatore, uno psicomotricista con competenze tiflologiche. Una figura dal profilo professionale improponibile, per questo l'Irifor ha scelto di attivare albi per figure definite quali gli educatori ed operatori tiflologici ed ha promosso l'attivazione di un master per "assistente alla comunicazione per disabili visivi", proprio per fare chiarezza sulla professionalità dell'esperto chiamato ad intervenire. Ricorda poi come alla famiglia nessun intervento può essere "imposto", ma solo "proposto". Sia Michele Corcio, sia Claudio Signorini ribadiscono la considerazione per cui l'esperto in tiflologia deve innanzitutto "farsi accogliere" dalla famiglia, senza mai sostituirsi ad essa, ma soltanto sostenendola.
  Giovanni Loche sottolinea la necessità di un confronto con le realtà internazionali (ad esempio quella dei college americani) ai quali far eventualmente riferimento nel ripensare il modello di inclusione. Paschetta chiarisce che certamente sulle modalità del processo di integrazione è iniziata una riflessione, ma sottolinea come nel nostro paese il "modello integrato" sia ormai patrimonio culturale comune che nessuna organizzazione (partiti, sindacati, ecc.) mette più in discussione.
  Paolo Colombo riprende il tema dell'accessibilità e informa che è già stato avviato uno studio, anche con il coinvolgimento delle "associazioni consumatori", per individuare le modalità di una azione legale o per singoli casi o come class action, ed a breve si agirà. Maio Taddei denuncia una grave situazione da lui rilevata nel grossetano dove, in un paesino dell'Appennino, un ragazzo con disabilità aggiuntive, oltre la difficoltà visiva, anche a causa dell'impreparazione della famiglia prima, dell'insegnante di sostegno e degli operatori dei servizi poi, oggi viene tenuto a casa seduto tutto il giorno su una sedia. "Situazioni come queste fanno riflettere" dice Paschetta, "e certamente vanno affrontate con coraggio e senza pregiudizi ideologici; personalmente, penso che per casi come questo occorrerà pensare a "mini-comunità" nelle città capoluogo presso le quali far soggiornare i ragazzi durante la settimana, mentre frequentano le scuole della città". In merito alla trascrizione dei testi in braille o ingranditi, sia Signorini, sia Corcio ribadiscono come, soprattutto nella scuola primaria, questi siano fondamentali per un corretto apprendimento della lingua e non solo. Occorre tuttavia, anche per evitare inutili spese, valutare con consapevolezza se trascrivere l'intero testo o solo parti di esso. Secondo Massimo Vita, presidente dell'Unione di Siena, invece, oggi si può risparmiare utilizzando, anziché ingrandimenti e trascrizioni cartacee, software ingrandenti e display braille; ma sia Michele che Claudio ribadiscono l'utilità, nella primaria, della "pagina" cartacea, anche per farne capire al bambino il layout. Vita sostiene poi che per quei ragazzi che hanno disabilità tali da ridurne gravemente le possibilità comunicative, forse occorrerebbe pensare a soluzioni diverse dalla scuola, quali i centri diurni, perché, in alcuni casi, essi disturbano il lavoro didattico. In proposito riferisce il caso di un allievo che, dopo due anni di permanenza in classe con molte difficoltà per i compagni, ha dovuto essere ricoverato in ospedale psichiatrico. Paschetta ricorda come la sentenza della Cc dell'88 vada in direzione opposta e, soprattutto, sottolinea come la presenza dei disabili nelle classi comuni, in nessun caso, sia la causa del degrado della nostra scuola, le cui origini sono ben altre. La verità è che la scuola autonoma si è concretizzata nel nostro paese in una scuola "anarchica", una scuola nella quale si trovano eccellenze a fianco di profonde situazioni di disservizio. La scuola autonoma richiedeva, a garanzia di qualità, la definizione di standard minimi comuni, e la presenza di un sistema di valutazione del servizio. Essa invece è rimasta la scuola dove l'autonomia didattica, senza un organico funzionale di istituto, rimane solo una dichiarazione di intenti irrealizzabile e dove nel consiglio di istituto il Dsgs, responsabile amministrativo, non è presente e dove il Ds, responsabile dei risultati, è "unus inter pares" e il suo voto vale come quello dell'operatore scolastico. Ciò detto, ha concluso Paschetta, le difficoltà dell'inclusione scolastica, nel bene e nel male, sono da valutare in correlazione agli attuali problemi della scuola italiana.

Luciano Paschetta

Accessibilità negata: il legislatore interviene, tuttavia aumenta la nostra preoccupazione, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Nell'anno appena trascorso abbiamo assistito ad un aumento esponenziale delle difficoltà dei disabili visivi nell'accesso al sempre  maggior numero di  prodotti  informatici  realizzati per la scuola, tanto che lo stesso legislatore nel "Decreto crescita",  diventato legge lo scorso  13 dicembre  con approvazione definitiva della Camera, ha sentito la necessità di ribadire l'obbligatorietà  , in particolare per le P.A. di utilizzare prodotti accessibili
Come si evince dal  commento del breve estratto del documento  del centro studi della Camera dei Deputati, in merito all'art. 9 del decreto,  che riportiamo di seguito.

Il comma 4 reca diverse modifiche alla legge 9 gennaio 2004, n. 4.
In particolare la lettera a) stabilisce che, oltre a quanto già previsto dall'articolo 3, comma 1, della medesima legge, mediante il quale se ne definisce il campo di applicazione, ai "soggetti erogatori" si aggiungono tutti i coloro i quali usufruiscono di contributi pubblici o agevolazioni per l'erogazione dei propri servizi tramite sistemi informativi o internet.
La lettera b) apporta un'integrazione dell'articolo 4 (Obblighi per l'accessibilità), commi 4 e 5 della citata L. 4/2004.
Il comma 4, in particolare, stabilisce che i datori di lavoro pubblici e privati pongono a disposizione del dipendente disabile la strumentazione hardware e software e la tecnologia assistita adeguata alla specifica disabilità, anche in caso di telelavoro, in relazione alle mansioni effettivamente svolte. In base alla modifica ora apportata, si stabilisce che all'Agenzia per l'Italia digitale sia attribuito il compito di stabilire le specifiche tecniche delle suddette postazioni, nel rispetto della normativa internazionale. Si prevede, inoltre, che i datori di lavoro pubblici provvedano all'attuazione del comma 4 nell'ambito delle specifiche dotazioni di bilancio destinate – è ora specificato – alla realizzazione e allo sviluppo del sistema informatico.

Il comma 5 modifica l'articolo 4, comma 3, della legge 12 marzo 1999, n. 68.
Quest'ultimo, recante Criteri di computo della quota di riserva, prevede che i lavoratori disabili dipendenti occupati a domicilio o con modalità di tele-lavoro, ai quali l'imprenditore affidi una quantità di lavoro atta a procurare loro una prestazione continuativa corrispondente all'orario normale di lavoro (in conformità alla disciplina di cui all'articolo 11, secondo comma, della legge 18 dicembre 1973, n. 877) e a quella stabilita dal contratto collettivo nazionale applicato ai lavoratori dell'azienda che occupa il disabile a domicilio o attraverso il tele-lavoro, siano computati ai fini della copertura della quota di riserva.

A seguito della modifica apportata è stato previsto che vengano predisposti a favore dei lavoratori disabili degli accomodamenti ragionevoli ai sensi dell'articolo 27, paragrafo 1, lettera (i), della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità adottata dall'Assemblea generale il 13 dicembre 2006, ratificata e resa esecutiva dalla legge 3 marzo 2009, n. 18.
La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità adottata dall'Assemblea generale il 13 dicembre 2006, è stata ratificata e resa esecutiva dalla legge 3 marzo 2009, n. 18 "Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità".

Il comma 5-bis, introdotto al Senato, novella l'articolo 124 del TUEL, in modo da preveder che tutte le deliberazioni degli enti locali sono rese pubbliche mediante pubblicazione nell'albo pretorio per quindici giorni consecutivi, salvo specifiche disposizioni di legge.

Il comma 6 apporta ulteriori puntuali modifiche al CAD, inserendo alcune definizioni non ancora contemplate dalla normativa vigente, con particolare riferimento al tema della accessibilità. In particolare:

  a.. la lettera a), tra le norme generali per l'uso delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni nell'azione amministrativa, prevede il rispetto dei principi di uguaglianza e non discriminazione;
  b.. la lettera b) introduce l'accessibilità alle tecnologie assistive, secondo quanto previsto dall'articolo 8 della legge 9 gennaio 2004, n. 4 relativamente al processo di formazione nell'ambito delle attività per l'alfabetizzazione informatica dei pubblici dipendenti;
  c.. la lettera c) introduce il criterio di accessibilità dei documenti indipendentemente dalla condizione di disabilità personale;
  d.. la lettera d) assicura il rispetto dei requisiti tecnici di accessibilità anche per quanto attiene alla messa a disposizione da parte delle pubbliche amministrazioni per via telematica dell'elenco della documentazione richiesta per i singoli procedimenti, i moduli e i formulari validi ad ogni effetto di legge, anche ai fini delle dichiarazioni sostitutive di certificazione e delle dichiarazioni sostitutive di notorietà;
  e.. la lettera e) assicura che le informazioni contenute sui siti siano conformi, accessibili e corrispondenti alle informazioni contenute nei provvedimenti amministrativi originali dei quali si fornisce comunicazione tramite il sito.
  f.. la lettera f), garantisce il rispetto dei requisiti tecnici di accessibilità anche con riferimento alle regole tecniche dettate in conformità alle discipline risultanti dal processo di standardizzazione tecnologica a livello internazionale ed alle normative dell'Unione europea.
I commi 6-bis e 6-ter introdotti nel corso dell'esame al Senato, modificano l'art. 32 della legge n. 69 del 2009, sono volti a specificare che la pubblicazione da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici nei propri siti informatici di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale deve essere effettuata nel rispetto dei principi di eguaglianza e non discriminazione nonché di accessibilità. Le disposizioni introdotte stabiliscono altresì che mancato rispetto di tali principi è un parametro rilevante ai fini della valutazione della responsabilità dei dirigenti.

In base al comma 7, modificato al Senato, entro il 31 marzo di ogni anno, le amministrazioni pubbliche sono tenute a pubblicare nel proprio sito web gli obiettivi di accessibilità per l'anno corrente nonché lo stato di attuazione del ''piano per l'utilizzo del telelavoro'' nella propria organizzazione, in cui identificano le modalità di realizzazione e le eventuali attività per cui non è possibile l'utilizzo del telelavoro. La redazione del piano in prima versione deve essere effettuata entro 60 giorni dalla data di conversione in legge del presente decreto-legge.
La pubblicazione è, altresì, rilevante ai fini della misurazione e valutazione della prestazione individuale dei dirigenti individuati come responsabili.

Secondo le previsioni del comma 8, i soggetti interessati che rilevano inadempienze relative all'accessibilità dei servizi erogati dai soggetti erogatori, quali definiti dall'articolo 3, comma 1, della già citata legge 9 gennaio 2004, n. 4 (come modificato dal presente articolo), devono produrre una formale segnalazione, anche in via telematica, all'Agenzia per l'Italia digitale. Nell'ipotesi in cui reputi fondata la segnalazione, l'Agenzia richiede alle amministrazioni interessate di provvedere all'adeguamento dei servizi entro un termine non superiore a 90 giorni.

Infine, il comma 9 stabilisce che le attività volte a garantire la pubblicazione, l'accessibilità ed il riutilizzo dei dati, rientrano tra i parametri di valutazione della performance dei dirigenti pubblici. Prevede, inoltre, una responsabilità dirigenziale e disciplinare per i dirigenti che non applichino le disposizioni dei commi precedenti, anche nell'ipotesi di mancata pubblicazione degli obiettivi.

 

Ciò detto, di seguito,   in estrema sintesi  i principali problemi d   accessibilità  tuttora irrisolti.
I docenti disabili visivi  rilevano problemi di accessibilità  rispetto :
al registro elettronico proposti dalle case produttrici
ai   programmi  per l'inserimento di voti ed assenze  utilizzati nelle loro scuole
 all'accesso alle piattaforme e-learning (corsi per la sicurezza e di aggiornamento);
  alle LIM
 alle prove di concorso (inaccessibilità testi e piattaforme e-learning)
ai libri di testo

I  genitori   con disabilità visiva rilevano problemi di  accessibilità nei riguardi:
dei programmi per l'accesso alle assenze e/o alle valutazioni del figlio
del sito della scuola

Gli studenti rilevano l'inaccessibilità :
del sito della scuola
delle prove invalsi
dei testi in adozione (scuolabook store)
delle piattaforme e-learning ;
degli apparati su cd-rom e siti che completano la parte cartacea dei testi scolastici.

Di questi problemi abbiamo più volte segnalato la presenza   al M.I.U.R. offrendo sempre, secondo lo spirito di collaborazione  che contradistingue  i rapporti della nostra organizzazione con il Ministero , la disponibilità delle nostre strutture(commissione OSI (Osservatorio siti internet dell'U.I.C.I e I.RI.FO.R.,  ente riconosciuto certificatore di accessibilità).    A collaborare nel supportare i tecnici del ministero per il superamento dei problemi di accessibilità.

        Luciano Paschetta

       Responsabile operativo commissione
        Nazionale istruzione dell'u.i.c.i.
            

Accessibilità : L’impotenza del MIUR, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Martedì 19 febbraio, assieme a Salvatore Romano, siamo stati ricevuti dal dott. Giovanni Biondi responsabile dei sistemi informatici del MIUR. L'incontro, da noi sollecitato tramite  la segreteria del sottosegretario Marco Rossi Doria (era presente il capo della segreteria dott. Paolo Mazzoli), doveva servire per verificare il modo di superare i diversi  problemi derivanti, ai nostri docenti e studenti, dall'inaccessibilità di molti prodotti informatici utilizzati nelle scuole.  Nel corso di un'ora e mezza  di colloquio, il dottor Biondi  si è rivelato persona molto competente e  consapevole del problema, tanto  da essere stato lui l'autore del testo dell'art. 9 dell'emendamento sull'accessibilità inserito  nel "decreto  sviluppo" ed approvato nello scorso dicembre. Purtroppo però  , davanti alle nostre denunce, egli ci ha dichiarato l'"impotenza" del ministero nei confronti di chi non ottempera ai dettami di legge in merito all'accessibilità dei prodotti informatici.
Relativamente ai libri di testo, allo stato attuale,  non esistendo  una legge  sull'adozione,  ha sostenuto il dott. Biondi ,    nulla può fare il MIUR , se non una "raccomandazione": non può , per esempio, impedire l'adozione dei testi se non accessibili. 
Il dirigente Biondi  ha sottolineato come nel nostro paese i testi scolastici , in ossequio alla libertà di insegnamento, sono prodotti in totale autonomia dagli editori e liberamente scelti dai collegi dei docenti ed il ministero non ha alcun potere sanzionatorio in merito.
Allo stesso modo sono i dirigenti delle   singole  scuole, ormai con piena autonomia,  ad essere responsabili e a   doversi preoccupare,  nel deliberare  la costruzione del sito della scuola o l'acquisto dei software per il registro elettronico e    per il controllo delle assenze, o il corso in FAD per la sicurezza , che  questi siano accessibili.

Unica sua responsabilità reale   ammessa  è stata quella  relativa ai software per i concorsi  ed in questo caso ci è sembrata debole  e non ci ha soddisfatto la giustificazione  del dott. Biondi, secondo cui la causa fosse  del fatto che i test erano stati acquistati  all'esterno e, verificatane  la non accessibilità, a quel punto   non c'era  più il tempo per porvi rimedio, se non , come si è fatto, con l'assegnare un lettore al disabile visivo al momento del'esame.

Infine abbiamo sottoposto  all'attenzione del dirigente Biondi l'inaccessibilità  parziale delle prove INVALSI , in questo caso il MIUR  ha la vigilanza  , ma a doversene  occupare non è lui: sarà nostra cura incontrare prossimamente il dirigente interessato.

Stante la situazione abbiamo concordato, anche su proposta del capo della segreteria del sottosegretario Rossi Doria, che, su nostra indicazione,  il MIUR emanerà una "raccomandazione" a tutte le scuole per sollecitare l'attenzione  al rispetto delle norme sull'accessibilità dei prodotti informatici, da utilizzarsi nelle diverse scuole, per i quali  si proponga l'acquisto.

Al di là della  reale disponibilità personale  dimostrata dai dirigenti del ministero  a collaborare  per la soluzione del problema, come si vede , siamo davanti al solito "scarica barile" delle responsabilità, tipico del nostro sistema amministrativo e  siamo ancora lontani dalla soluzione generalizzata del problema: se la cultura dell'"accessibilità architettonica", sembra ormai un patrimonio comune ,  non altrettanto si può dire di quella dell'"accessibilità informatica.",
La posta in gioco è alta : ne va del processo di inclusione scolastica e lavorativa dei disabili visivi.    Per vincere questa non facile battaglia è necessario un forte impegno comune, noi,ve lo garantiamo,   faremo la nostra parte.

Luciano Paschetta