Buon giorno Delegate e Delegati
Mancano pochi giorni all’apertura del nostro Congresso Nazionalee penso che tutti noi, ci stiamo preparando, pensando di apportare i nostri contributi o di prendere spunto da idee o progetti dei nostri colleghi delegati.
Io voglio fare un passo indietro, esaminando quello che è il punto cardine del nostro Congresso di Chianciano, lo STATUTO.
Prendendo in esame i suoi tre livelli di competenze:
.1 le sezioni
.2 i consigli Regionali
.3 la direzione Nazionale consiglio e Presidente
Voglio anzi devo esprimere un mio parere e sottoporlo al vostro giudizio.
Facciamo il riassunto del riassunto e la nuova, ma anche la vecchia, proposta di statuto, ha nella sua struttura un chiaro aspetto piramidale.
Ritengo questa struttura anacronistica e assolutamente poco funzionale per la gestione di una Onlus di queste proporzioni, dove la dirigenza nazionale è molto, troppo lontana dai soci e dalle loro piccole e grandi problematiche, non per colpa o incapacità dei dirigenti ma solo ed esclusivamente per due motivi fondamentali:
.1 le tematiche del direttivo nazionale sono diverse dai problemi quotidiani dei soci.
Mi è assolutamente chiaro che gli sforzi operati dai dirigenti nazionali hanno come ultimo o primo fine il miglioramento dello status dei nostri soci, ma il loro compito primario è di interloquire e battersi per i grandi cambiamenti o le problematiche nazionali.
.2 Perché una Onlus così strutturata demanda da un consiglio all’altro problematiche e proposte con risultati direi sufficienti, ma con un notevole dispendio di energie che potrebbero essere sfruttate meglio e diversamente.
Personalmente ritengo le sezioni Provinciali il vero cuore di questa nostra Unione, le basi di una attuale struttura piramidale che sorregge tutta la direzione, con un grande problema quello che i soci e i dirigenti sezionali sono troppo lontani dal governament, ovvero la testa è troppo lontana dalla coda.
Questo comporta che tante proposte fatte dalla base della piramide si perdano l’ungo l’iter procedurale e rimangano nel cassetto, oppure che problematiche rimangano irrisolte per il solito scambio di responsabilità o competenze. Prova ne sono le commissioni congressuali le quale vengono esortate a scrivere pochi punti programmatici in quanto nelle precedenti sessioni venivano elencate lunghe e complesse liste della spesa che venivano recepite in minima parte dagli organi predisposti.
Insomma tanto lavoro per nulla, tanta energia dissipata, credo che la nostra cara Onlus possiamo tranquillamente posizionarla nel gruppo energetico G, noi dobbiamo credere di poter crescere e migliorarla fino al massimo di risparmio energetico impossessandoci a pieno diritto del gruppo A.
Una Onlus dinamica, responsabile, creativa, propositiva dove i soci sono orgogliosi dell’appartenenza perché sanno che dietro di loro esiste una forte struttura presente e pronta a collaborare e risolvere.
Conosciamo tutti bene la realtà italiana e il virtuosismo di alcune sezioni e le difficoltà di altre, sappiamo tutti che siamo divisi da abitudini, mentalità, capacità e possibilità, condizioni metereologiche e climatiche completamente diverse.
Le sezioni sono abbandonate a loro stesse, quasi senza diritti e con molti doveri, con i dirigenti che si devono prodigare contro tutto e contro tutti.
Il mio parere, per il quale rimarrò fermo nella mia convinzione è quello di rinnovare drasticamente la nostra Onlus dando più potere alle sezioni, rendendole responsabili, autonome, capace di autoregolarsi su punti programmatici, ma soprattutto vorrei vedere crescere le sezioni nella loro consapevolezza, vorrei vedere crescere l’orgoglio di appartenenza in tutti noi, fieri di essere facenti parte di una sezione locale e di una Unione Nazionale forte e dinamica.
Le rappresentanze Regionali vanno depotenziate dal loro potere concepito nel nuovo Statuto, lasciando sì un Presidente Regionale che abbia il compito di interloquire con il nuovo potere politico e di coordinare in modo propositivo le sue sezioni, oltre che il compito di garante per tutti i soci.
In questo modo si darebbe un vero ruolo al presidente regionale che non sarebbe solo istituzionale ma anche di consigliere e controllore sull’operato delle sezioni.
Questa figura dovrà essere assistita ed aiutata dai Presidenti di Sezione e dai dirigenti sezionali chiamati all’occorrenza e per opportuna professionalità a collaborare per un risultato da condividere.
Ultimo punto Presidenza, Direzione e Consiglio Nazionale a loro spetta il compito di indirizzare la politica della nostra Onlus, spetta il difficile compito di mediazione con il governo del nostro paese sulle grandi tematiche e spetta a loro incentivare la crescita delle sezioni, con collaborazioni e istruzione delle stesse, bisogna iniziare a sfruttare le risorse interne dell’Unione incentivando forme di autoaiuto.
Non confondiamo la parola autoaiuto con solidarietà, questa forma prevede di istruire un singolo o un gruppo, il quale avrà il compito di istruire tutti gli altri.
Risultato, aumentare la professionalità diminuire le spese.
Parole chiave: dinamicità e responsabilità
Ricordiamoci tutti che ogni nostra azione deve essere solo ed esclusivamente in funzione dei nostri soci indistintamente da longitudine e latitudine, che i problemi di Caltanissetta sono uguali a quelli di Aosta cambia solo e forse il modo di interporsi alle problematiche, per questo motivo ci vogliono:
.cooperazione fra le sezioni.
.contatto diretto tra sezioni e consiglio direttivo
.un mediatore regionale
.responsabilizzazione delle sezioni stesse
Le sezioni devono rimanere il vero punto di forza della nostra onlus se vogliamo recuperare associati, la loro autonomia gestionale deve crescere per interagire sulle piccole e grandi problematiche dei soci.
Ribadisco sezioni e soci sono il vero e unico pilastro fondamentale di tutta la nostra Unione, statuti e dirigenti devono adeguarsi a questa realtà indiscutibile.
Il consociativismo deve dare forza ai singoli con l’operato corretto dei dirigenti, i dirigenti devono adoperarsi per risolvere le problematiche dei singoli affinché non siano mai soli nel risolvere le loro difficoltà..
Bisogna dare personalità giuridica alle sezioni e non solo alla sede centrale, responsabilizzandole.
Ad esempio un tema importante sono gli immobili: non dimentichiamoci che sono stati donati indirettamente all’UICI per il buon operato dei dirigenti sezionali che si sono presi in carico problematiche e gestioni di soci, seguendoli quotidianamente e aiutandoli nella loro quotidianità.
La proprietà di detto immobile, secondo Statuto, finiscein giustamente a Roma alla direzione Nazionale, la quale ne ha facoltà. Gli immobili devono rimanere di proprietà delle sezioni ed eventualmente vincolati dal consenso nella vendita, dalla sede centrale. Mi sorprende il fatto che nell’attuale e prossimo Statuto non sia scritta una norma che preveda che se la sezione Provinciale volesse uscire dall’Unione gli immobili non ritornino di proprietà di chi gli ha meritati più di tutti gli altri.
Bisogna dare personalità giuridica alle sezioni, responsabilizzare e crescere deve essere il nostro motto nella condivisione, oggi come oggi le sezioni fanno il grande lavoro e risultano come bambini incapaci di decidere tenuti per mano dalla loro mamma.
Se vogliamo crescere bisogna responsabilizzarci e cooperare, sfruttando a pieno le nostre capacità interne e autogestendoci nella condivisione della risoluzione dei problemi.
Questa è e rimane Solo una bozza che, se condivisa, potrebbe diventare un documento programmatico. A riguardo personalmente ho molte idee, ma per rendere una bozza una proposta condivisa deve essere modellata da chi ritiene queste basi una possibilità d crescita della nostra Unione. Una svolta strutturale di queste dimensione merita una profonda riflessione e sicuramente non può essere risolutiva di questo congresso, ma auspico e spero che nasca una nuova strada da progettare e per correre assieme.
Valter Calò
Cambio di passo, di Valter Calò
Autore: Valter Calò