Grande successo di partecipazione per il workshop sull’inclusione lavorativa promosso dalla sezione UICI di Brescia il 14 gennaio, con relatori e pubblico presenti sia in sede sia da remoto. L’esigenza di un convegno di questo tipo è stata ben illustrata dal moderatore, Fabio Fornari, che ha ricordato come, ancor oggi e nonostante le buone leggi esistenti, “per chi ha disabilità trovare lavoro è ancora difficile perché si guarda al deficit e non alle capacità”.
La presidente della sezione, Sandra Inverardi, ha sollecitato l’impellente necessità proprio di ribaltare questo paradigma e mettere al centro le capacità della persona: “il disabile, visivo e non solo, deve aver ben chiare a sé stesso le proprie potenzialità e i propri limiti. Come Unione ci impegniamo a far incontrare domanda e offerta, creando collaborazioni con i centri per l’impiego, le agenzie di lavoro e tutte quelle strutture e progetti presenti sul territorio”. In proposito la presidente ha ricordato la convenzione siglata a dicembre in via sperimentale con l’agenzia del lavoro di Anmil, ente con lunga esperienza di disabilità e che si è messo a disposizione di Uici.
Si sono quindi susseguiti gli interventi di relatrici e relatori, a partire da quello di Barbara Bresciani che si occupa di gestione e sviluppo delle risorse umane che ha ribadito: “la diversità è vita, è ricchezza; tutti noi siamo moltitudini sempre in divenire, con i nostri talenti che possiamo far diventare talenti sociali”. Di seguito Santo Gaffurini, sindacalista e insegnante, ha evidenziato l’importanza, in particolare per il mondo della scuola, di avere “un punto di orientamento, in una logica di sistema; invece il Covid ha messo a nudo l’esistenza di una realtà completamente diversa, piena di povertà tra cui spicca la povertà progettuale”. Gaffurini ha analizzato il concetto di competenza da un punto di vista molto diverso da quello di chi lo aveva preceduto: “la competenza come ci viene propinata oggi è l’ultima trovata del capitalismo per sfruttare le persone”.
Ha portato la concretezza dell’esperienza il socio Stefano Conter, lavoratore al Comune di Brescia che ha puntato il dito contro “gli strumenti insufficienti che ci rendono ancor più disabili”, esortando a non accontentarsi di ruoli marginali in cui chi ha disabilità è relegato dagli stereotipi. Anzi, Conter ha sollecitato a puntare in alto e ad affrontare anche i concorsi pubblici. Ignazio Fontana, vicepresidente Uici, che lavora nel contesto dell’informatica, ha proposto un intervento dal titolo: “Al lavoro con un clic”, richiamando l’importanza della tecnologia per lo svolgimento dell’attività lavorativa. “C’è tanto bisogno di formazione – ha ribadito – perché la tecnologia è vasta, l’informatica è una materia ampia e complessa; un conto è usare un pc per uso personale, altro usarlo per uso professionale: sono due modalità clamorosamente diverse. Scegliere il software giusto è il passaggio fondamentale”.
Molto utile l’intervento dell’avvocata e disability manager Haydée Longo, che ha fatto notare come “il lavoro oggi, anche causa pandemia, sta cambiando rapidamente, anche nelle revisioni normative in corso, che mi sembrano andare in una buona direzione. Certo, resta tanto da fare, soprattutto in termini di accessibilità al lavoro: un problema che le persone vivono sulla propria pelle ogni giorno ma che le aziende percepiscono pochissimo”.
Grande successo di partecipazione per il workshop sull’inclusione lavorativa promosso dalla sezione di Brescia il 14 gennaio, con relatori e pubblico presenti sia in sede sia da remoto. L’esigenza di un convegno di questo tipo è stata ben illustrata dal moderatore, Fabio Fornari, che ha ricordato come, ancor oggi e nonostante le buone leggi esistenti, “per chi ha disabilità trovare lavoro è ancora difficile perché si guarda al deficit e non alle capacità”.
La presidente della sezione, Sandra Inverardi, ha sollecitato l’impellente necessità proprio di ribaltare questo paradigma e mettere al centro le capacità della persona: “il disabile, visivo e non solo, deve aver ben chiare a sé stesso le proprie potenzialità e i propri limiti. Come Unione ci impegniamo a far incontrare domanda e offerta, creando collaborazioni con i centri per l’impiego, le agenzie di lavoro e tutte quelle strutture e progetti presenti sul territorio”. In proposito la presidente ha ricordato la convenzione siglata a dicembre in via sperimentale con l’agenzia del lavoro di Anmil, ente con lunga esperienza di disabilità e che si è messo a disposizione di Uici.
Si sono quindi susseguiti gli interventi di relatrici e relatori, a partire da quello di Barbara Bresciani che si occupa di gestione e sviluppo delle risorse umane che ha ribadito: “la diversità è vita, è ricchezza; tutti noi siamo moltitudini sempre in divenire, con i nostri talenti che possiamo far diventare talenti sociali”. Di seguito Santo Gaffurini, sindacalista e insegnante, ha evidenziato l’importanza, in particolare per il mondo della scuola, di avere “un punto di orientamento, in una logica di sistema; invece il Covid ha messo a nudo l’esistenza di una realtà completamente diversa, piena di povertà tra cui spicca la povertà progettuale”. Gaffurini ha analizzato il concetto di competenza da un punto di vista molto diverso da quello di chi lo aveva preceduto: “la competenza come ci viene propinata oggi è l’ultima trovata del capitalismo per sfruttare le persone”.
Ha portato la concretezza dell’esperienza il socio Stefano Conter, lavoratore al Comune di Brescia che ha puntato il dito contro “gli strumenti insufficienti che ci rendono ancor più disabili”, esortando a non accontentarsi di ruoli marginali in cui chi ha disabilità è relegato dagli stereotipi. Anzi, Conter ha sollecitato a puntare in alto e ad affrontare anche i concorsi pubblici. Ignazio Fontana, vicepresidente Uici, che lavora nel contesto dell’informatica, ha proposto un intervento dal titolo: “Al lavoro con un clic”, richiamando l’importanza della tecnologia per lo svolgimento dell’attività lavorativa. “C’è tanto bisogno di formazione – ha ribadito – perché la tecnologia è vasta, l’informatica è una materia ampia e complessa; un conto è usare un pc per uso personale, altro usarlo per uso professionale: sono due modalità clamorosamente diverse. Scegliere il software giusto è il passaggio fondamentale”.
Molto utile l’intervento dell’avvocata e disability manager Haydée Longo, che ha fatto notare come “il lavoro oggi, anche causa pandemia, sta cambiando rapidamente, anche nelle revisioni normative in corso, che mi sembrano andare in una buona direzione. Certo, resta tanto da fare, soprattutto in termini di accessibilità al lavoro: un problema che le persone vivono sulla propria pelle ogni giorno ma che le aziende percepiscono pochissimo”.
Irene Panighetti
Pubblicato il 18/01/2022.