L’ASSOCIAZIONE. Sono tanti i servizi proposti nella sede di via Tridentina, con un’eccellenza tutta bresciana che è stata anche esportata all’estero. Classici, gialli e anche la narrativa contemporanea: a disposizione ci sono 19.000 titoli grazie al lavoro garantito da lettori professionisti e dai volontari.
Resta sempre aperta e a disposizione la sezione bresciana dell’Unione ciechi e ipovedenti (Uici) presieduta da Sandra Inverardi, con i suoi servizi e le sue potenzialità a disposizione di tutti. La sede di via Divisione Tridentina è infatti quotidianamente frequentata non solo da persone con problemi di vista, anzi… E se l’associazione, che conta 1100 iscritti sul territorio bresciano, funziona bene è perché l’organizzazione è impeccabile e basata sul lavoro, volontario e non, di diversi professionisti, che hanno il valore aggiunto di presentare una sensibilità particolare.
Lo si percepisce immediatamente, non appena varcata la soglia, grazie alla curata accoglienza del personale della segreteria: «Il nostro compito è infondere coraggio con empatia ma senza farsi travolgere dai sentimenti – spiega Nadia Almici che, in tanti anni di presenza, ha imparato a relazionarsi con sorridente serietà – presentando le offerte di accompagnamento morale e pratico, tenendo conto delle esigenze che variano da persona a persona, a seconda dell’età, della storia individuale, del grado della disabilità». I servizi per i soci sono numerosi, dai Caf all’assistenza pratiche per indennità, sussidi, contributi sanitari, agevolazioni trasporti, consulenze lavorative, legali, psicologiche; e tra questi spicca l’opportunità della lettura, resa possibile grazie al servizio «Libro parlato» che rappresenta un’eccellenza inventata a Brescia ed esportata anche all’estero. Nato nel 1973 sotto forma di Nastroteca Fratelli Milani (intitolata a Carlo e Giulia Milani benefattori dell’Uici), dal 2009 il servizio ha preso il nome di Centro del libro parlato, in seguito anche ai cambi tecnologici, con il tramonto delle bobine, sostituite dalle audiocassette prima, dai cd poi e oggi dall’on line. Parte del vecchio materiale resta in archivio mentre in movimento c’è quello digitale, a disposizione del Servizio nazionale del libro parlato di Roma. Con ben diciannovemila titoli ad oggi disponibili, il Centro bresciano ha servito, per ora, «815 persone su tutto il territorio, per i quali sono attivi sia i prestiti del materiale che abbiamo in sede, sia il prelievo on line. Serve soltanto essere iscritti – spiega il tecnico coordinatore Andrea Pedersoli – e il servizio è per chiunque abbia disabilità visiva certificata (dislessici e anziani con difficoltà di lettura) ed è integrato nel sistema bibliotecario urbano e provinciale».
Ma a Brescia gli audiolibri sono anche registrati, grazie a lettori professionisti e volontari. Gli attori producono le opere che registrano negli attrezzati studi della sede, mentre i volontari, che sono circa una trentina nel bresciano, incidono dal proprio Pc di casa tramite un programma audio. «Ogni anno riusciamo a produrre circa settanta audiolibri a seconda delle richieste degli utenti» aggiunge Pedersoli, in questi giorni impegnato all’elaborazione «di testi classici di Maupassant, Nievo, Stendhal, ma non mancano anche alcuni libri gialli e la narrativa contemporanea». Altra offerta particolare dell’Uici locale è quella che riguarda l’informatica: in sede c’è un’aula con una decina di personal computer dove «due istruttori tecnici informatici organizzano corsi di Windows, Mac e Iphone, a seconda delle richieste – racconta Domenico Gorno responsabile del settore -. L’ultimo ciclo di lezioni è stato in primavera e frequentato da 6/7 persone, che rappresenta la media di ciascun corso». Il laboratorio è anche un test center per la Patente europea per il computer (Ecld) «aperto a tutti, non solamente a ipo e non vedenti», precisa Domenico Gorno. Uici insomma si conferma un servizio per la città intera, senza differenze e con al centro sempre la gentilezza accogliente. Per far sentire tutti sempre a casa: davvero un grande orgoglio per la città.
Articolo pubblicato su “Bresciaoggi”, il 29 Luglio 2019